La Profezia

794 44 18
                                    

Da quando Ariston lo aveva attaccato il giorno prima, Shizzle evitava il dio. Non perché non voleva perdere il suo martello preferito, che Ariston aveva minacciato di sciogliere se avesse fatto una cosa del genere di nuovo. Se non fosse stato lontano, Shizzle avrebbe dovuto prendere un nuovo martello. Di nuovo. Non voleva proprio farlo.

Ogni volta che Ariston vedeva Shizzle, sorrideva all'immagine mentale della sua espressione terrorizzata quando aveva sentito la minaccia.

Dopo che aveva minacciato Shizzle, i semidei avevano seguito il suo esempio e avevano iniziato a evitare Ariston. Gli unici a stare intorno a lui erano quelli che stava addestrando.

In quel momento, toccava ai semidei immortali. Nonostante all'inizio Ariston fosse felice di fargli fare il peggiore allenamento delle loro vite, allo stesso tempo non era pronto a passare così tanto tempo con i suoi vecchi amici. L'unica eccezione erano Connor e Travis, che stava pienamente sostenendo nello scherzo che stavano facendo agli altri.

Gli Stoll stavano sgattaiolando dietro ai suoi vecchi amici con un secchio d'acqua ghiacciata. Un trucco vecchio, ma a volte sono proprio questi a fare ridere più di tutti.

Ariston non fece altro che guardare in silenzioso divertimento mentre il secchio veniva sollevato e l'acqua veniva lanciata agli altri immortali. Aiutò anche un pochino, usando i suoi poteri acquatici per fare arrivare l'acqua anche su quelli più lontani.

"STOLL!" Urlarono Leif, Annabeth e Piper, girandosi per vedere gli enormi sorrisi sui visi dei fratelli.

Sorprendentemente fu Clarisse a farsi sentire. "Lasciateli stare, ragazzi," disse cautamente, "I Fati sanno che lo meritiamo."

"Cosa vorrebbe dire?" Pretese Leif con gli occhi stretti, ma nascondendosi dietro ad Annabeth. Anche quando era stanca e depressa, la figlia di Ares irradiava pericolo.

"Significa che ci meritiamo ogni punizione che riceviamo per quello che abbiamo fatto a Percy!" Urlò Clarisse, ora arrabbiata. Il suo viso aveva iniziato a diventare rosso e le sue sopracciglia erano aggrottate mentre guardava in basso verso quelli contro cui urlava.

Lei e Annabeth, i testardi cumuli di feci di Minotauro, si rifiutarono di rimpicciolire davanti al suo sguardo. Piper e Jason stavano cercando di seguire il loro esempio, ma fallirono. Frank e Hazel abbassarono lo sguardo, senza neanche cercare di negarlo. Fingevano di vergognarsi, ma Ariston vedeva il bagliore di ribellione nei loro occhi.

Travis e Connor, invece, avevano un'espressione completamente diversa.

"Lo sapevo!" Urlò Connor. Iniziò a fare una danzetta felice sul posto. "Travis, mi devi cinquanta dracme!"

Travis fece un verso mentre metteva la mano in tasca e prendeva la suddetta quantità di denaro.

Clarisse e gli altri sembravano confusi, ma Ariston rimase in silenzio, guardando divertito. Però, era leggermente infastidito che gli Stoll lo avessero tenuto segreto.

"Di cosa stai parlando?" Chiese Annabeth, il suo tono duro pieno di confusione.

"Sospettavamo che Clarisse non avesse mai tradito Percy," disse Connor felicemente mentre contava le monete.

"Perché lo pensate?" Li sfidò Clarisse. "Per quanto ne sapete potrei essermi pentita di averlo tradito."

Travi scosse la testa. "Quella non è la Clarisse che conosciamo," iniziò, "La Clarisse che conosciamo non si pente mai di avere fatto qualcosa. Si pente di non avere fatto le cose. Ti penti di non avere aiutato Percy quando è stato accusato di essere un traditore."

Ariston alzò un sopracciglio in sorpresa. Come aveva fatto a non notarlo? Era il dio della lealtà per l'amore di Chaos! Mettendo da parte il pensiero, Ariston parlò. Grazie Connor e Travis Stoll per quel meraviglioso approfondimento. Ma vorrei iniziare l'allenamento adesso.

I Cacciatori di Apollo (Percy Jackson fanfiction) [traduzione di Apollo's Hunt]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora