A Guerra il Posto Cederanno

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Percy sospirò e chiuse gli occhi per la frustrazione. I suoi cacciatori, però, insieme a Clarisse e Thalia, si alzarono in piedi e studiarono la folla alla ricerca di chi avesse urlato.

"Chi è stato?" Percy guardò alla sua destra. Era stato Leo. I suoi capelli andavano a fuoco e aveva il suo martello nella mano destra. Aveva ringhiato ad alta voce la domanda e si era unito ai suoi fratelli nella posa protettiva intorno a Luke.

Percy riportò lo sguardo sul pubblico, studiando la loro reazione. Gli dèi sembravano nervosi, come se si aspettassero un combattimento e che la furia di Ariston cadesse su di loro. La maggior parte dei semidei sembrava offesa, come se fossero stati insultati loro, un po' come Thalia. Si era alzata e aveva aperto la bocca per urlare a chi aveva osato dirlo solo per essere interrotta da Leo. Alcuni avevano urlato in accordo e stavano ricevendo degli urli da altri semidei. Annabeth aveva spalancato la bocca e stava fissando Luke, bianca in volto. Il resto dei Sette non lo conosceva molto bene, quindi erano indecisi se stare dalla parte di chi aveva urlato la parola o urlargli contro. Poi Percy spostò lo sguardo sul semidio colpevole. Il ragazzo era in piedi con gli occhietti puntati su Luke. Aveva estratto la spada e la puntava contro i cacciatori aggressivamente. Percy quasi non lo riconobbe, era troppo abituato a vedere Annabeth con un furetto. Chaos doveva averlo riportato indietro.

"Sono stato io," disse Leif orgoglioso, "E non ci servono dei traditori tra di noi. Se lo facesse di nuovo?"

"Fa sul serio questo ragazzo'" Chiese Sam, guardando Percy e il figlio di Demetra.

Percy richiamò i suoi poteri sui semidei e sulla lealtà prima di ringhiare: "Catturatelo," indicando il semidio.

Come se aspettassero il suo comando, Michael e Nico corsero in avanti alla velocità della luce e presero Leif per le braccia.

"Non so perché non ho controllato prima," mormorò a sé stesso. Leif era una spia di Tartaro dall'inizio.

"Cos'è questo?" Disse maleducatamente. "Lasciatemi andare!"

"Cosa stai facendo Percy?" Chiese Luke, aggrottando le sopracciglia per la preoccupazione.

"Quello che avrei dovuto fare molto tempo fa," disse Percy mentre evocava il suo simbolo di potere: una spada molto simile a Vortice, ma fatta di Argento Olimpico. Aveva un paio di ali oro sull'elsa, abbinata a quelle di Percy. "Leif Hamilton," continuò Percy, "Sei accusato di essere una spia per il nemico e un traditore della tua specie. Ogni tipo di resistenza verrà combattuta con violenza se dovessi tentare di scappare. Come ti dichiari?"

"Innoce-"

"Non importa," interruppe Percy.

"Allora perché lo hai chiesto?" Urlò disperatamente Leif.

Percy sorrise, facendo rabbrividire il traditore e molti altri semidei. "Formalità," disse.

"Di cosa stai parlando?" Annabeth difese il suo ragazzo, anche se con riluttanza ora che aveva visto Luke. "Leif è innocente!"

"Sbagliato, figlia di Atena," disse Percy indicandola. "Ora, figlio di Demetra, da questo momento ti verranno strappati il tuo titolo di semidio e i tuoi poteri, non potrai più mettere piede in questo campo e qualsiasi sangue divino possedessi è ora inesistente."

"Non puoi farlo!" Urlò Piper.

"Al contrario," si intromise Luke.

"E come sai se è una spia o no?" Chiese Jason.

"Bambini, dimenticate il suo dominio," li sgridò Ade. "Lui è il dio dei semidei e della lealtà, non solo dei cacciatori."

Silenzio.

I Cacciatori di Apollo (Percy Jackson fanfiction) [traduzione di Apollo's Hunt]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora