Risolvere le Differenze

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"Cosa ci fai qui, traditore?" Urlò Leif dietro ad Annabeth.

Okay, sta davvero iniziando a infastidirmi, Chaos avvertì mentalmente Ariston.

Ariston sorrise. "Fossi in te starei attento a quello che dico, figlio di Demetra," disse mentre una luce improvvisa riempiva il prato. Tutti tranne i cacciatori chiusero gli occhi per la luminosità. I cacciatori erano abituati alle luce forti perché stavano nel palazzo del dio del solo da tanto tempo. "Potresti infastidire la persona sbagliata."

"Grazie per quella meravigliosa apertura, Ariston," disse una voce echeggiante. La voce risuonò in tutto il campo, proiettata a tutti i presenti. "O forse dovrei dire Percy Jackson?"

"Non è ancora qui, Chaos," sospirò Ariston, "E, per favore, non fare quella cosa con la tua voce, mi fa venire il mal di testa."

"Ora sai come mi sento quando picchietti sul vetro," disse felicemente Chaos, la sua voce ora normale. Ariston notò lo sguardo sul suo visto che diceva che non credeva neanche un po' ad Ariston.

"Yo! Chaos, come va?" Phoenix si fece avanti e diede all'essere cosmico una pacca sulla schiena.

"Niente di particolare, c'è solo un semidio arrogante che parla male deli mio eroe preferito," disse allegramente.

"Quini il solito, eh?" Chiese Luminus, facendosi avanti anche lui.

Chaos scosse la testa. "No, questo è speciale," iniziò, la sua voce divenne pericolosamente bassa. "Questo riceverà il mio pacchetto deluxe."

"E cosa sarebbe?" Chiese Ombra con tono interessato. Ariston sapeva che in realtà non lo era e sapeva già che cosa fosse il pacchetto deluxe. Lo stava facendo solo per i semidei.

"È quello in cui si vive le peggiori torture esistenti," disse Chaos, di nuovo con il suo tono allegro. Ariston aveva deciso da molto tempo che era bipolare. "A ognuno la sua. Ariston, quale è quello del giovane Hamilton?"

Ariston sorrise malvagiamente, facendo tremare i semidei. "Si dà il caso che sia un furetto," disse al suo amico.

"Un furetto?" Chiese Chaos, il divertimento fece crescere il luccichio nei suoi occhi.

Ariston annuì mentre Dove e Shooter facevano del loro meglio per trattenere le risate.

"Molto bene, allora," disse Chaos, sfregando le mani in anticipazione "Questo sarà molto facile, l'ho fatto a Luminus un sacco di volte. Vieni qui ragazzo."

"Non sono un-"

"Non ti è permesso dirlo," ringhiò Ariston, interrompendo l'arrogante figlio di Demetra. "Sei stato nel Tartaro? Due volte? Hai combattuto e condotto in due guerre? Hai avuto la pace in questi lunghi anni grazie a me."

"Due volte?" Chiese Annabeth. "Ma-"

"Sì," ringhiò di nuovo. "Secondo te perché avete avuto un periodo di pace così lungo qui? Io ero laggiù a creare una distrazione per fermare la resurrezione di Tartaro. O almeno rallentarla. Da solo. Mi credete ancora un traditore?"

Tutti rimasero in silenzio mentre Ariston cercava di calmarsi. "Chaos?" Spinse.

"Giusto," Chaos si riprese, concentrandosi. "Vieni qui ragazzo."

Leif fece un rispiro profondo e si avvicinò.

Chaos gli mise una mano sulla fronte - più esattamente la sbatté - e improvvisamente ci fu un furetto bianco dove prima si trovava Leif.

Una risata esplose da qualcuno nella folla. Guardando, Ariston vide Clarisse e gli Stoll piegati in due dalle risate. Presto i cacciatori stavano ridendo quasi tanto quanto loro.

I Cacciatori di Apollo (Percy Jackson fanfiction) [traduzione di Apollo's Hunt]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora