Sbagliato

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"Allora," iniziò Annabeth, "Sapevamo già che Tartaro stava risorgendo, quello è l'abisso del primo verso-"

"Come hai fatto a capirlo?" Chiese Shizzle sarcastico.

"Shizzle," ringhiò in avvertimento Percy, "Lascia che la figlia di Atena dica quello che pensa di sapere."

"Come stavo dicendo," continuò Annabeth, ignorando il commento privo di rispetto di Percy, "Abbiamo stabilito che il secondo verso è sul ritorno di Percy. Il terzo verso, Per elevarsi o cadere, l'Olimpo combatterà, significa che gli dèi combatteranno una guerra civile. Era destinato a succedere prima o poi e proprio doveva succedere mentre Tartaro risorgeva." Annabeth fece una pausa guardando la stanza.

Percy alzò un sopracciglio per il suo silenzio prolungato. "Vai pure avanti," disse, a malapena trattenendosi dall'alzare gli occhi al cielo. Annuì come per concordare con quello che diceva la figlia della saggezza.

"Allora, gli ultimi due verso potrebbero significare diverse cose," disse, guardandolo attentamente. "Cervello ovviamente è Atena, Natura significa Gea e Lealtà è Percy-"

"Tu mi devi chiamare Lord Ariston," interruppe Percy alzando lo sguardo, la sua voce fredda e priva di emozione. "Non mi importa il nostro rapporto prima, i miei assassini non hanno il diritto di chiamarmi in un modo così informale."

Wow, pensò Percy, sembro proprio gli dèi. Non riusciva a capire se fosse un bene o un male. Notò che molti semidei che erano con lui deglutirono nervosi. Il povero Frank era così nervoso che si trasformò in un'iguana.

"Percy, calmati," disse Travis dall'altra parte della stanza.

"Sì, amico," aggiunse Connor. "Stai brillando."

Percy chiuse gli occhi e strinse i pugni, facendo un respiro profondo per calmarsi. "Grazie," mormorò.

"Perché permette a loro di chiamarla così?" Chiese Piper, con uno sguardo completamente falso di sofferenza sul viso.

Percy rise a bassa voce. "Non pensavo fossi un'attrice così brava, Piper," disse sarcastico. "Sappiamo entrambi che non ti importa davvero."

Lo sguardo ferito di Piper scomparve immediatamente e divenne uno sguardo torvo. "Sono stati loro a portarti sull'Olimpo a morire," disse con tono affilato. "Perché possono usare quel nome?"

"Mi hanno detto cosa stava succedendo e che cosa gli era stato ordinato di fare," le disse Percy, con tono ugualmente affilato. "Sapevo esattamente cosa stava per succedere."

Phoenix improvvisamente tossì, attirando l'attenzione di Percy. Alzò gli occhi al cielo e lo corresse. "Percy, tu non sapevi esattamente cosa sarebbe successo," gli disse.

Ombra rise in accordo. "Quando ti sei svegliato hai chiesto a Phoenix perché si trovasse nei Campi della Dannazione." In quel momento, gli venne in mente qualcosa che non gli era mai sembrato possibile. La testa di Ombra scattò verso l'alto e Percy ebbe la sensazione che i suoi occhi si fossero spalancata per la sorpresa. "Gli hai creduto?" Chiese incredulo.

Percy sospirò mentre tutti i suoi cacciatori si giravano verso di lui. Gli sguardi accusatori che gli mandavano lo fecero trasalire in anticipazione della ramanzina che stava sicuramente per arrivare.

E arrivò. Solo che non era diretta verso di lui.

"Questa è tutta colpa vostra!" Urlò Clarisse, alzandosi improvvisamente dalla sedia. "Annab-"

"Clarisse, attenta a come finisci quella frase," commentò seccamente Shooter. "Ci sono orecchie giovani qui."

"Chi?" Chiese Ombra, guardandosi intorno. Dal modo in cui lo disse, Percy sospettò che stesse aggrottando le sopracciglia, ma non poteva capirlo sotto al cappuccio.

I Cacciatori di Apollo (Percy Jackson fanfiction) [traduzione di Apollo's Hunt]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora