Negazione

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Durante la settimana successiva, tutto ciò che fecero fu addestrarsi. Fu la settimana più bella di tutta la nuova vita di Percy; escludendo la settimana in cui si era nascosto da Apollo e Ade per uno scherzo che gli aveva fatto. L'addestramento che faceva fare ai semidei fu così intenso che quasi provò pena per loro.

Quasi.

Questo fino al momento in cui Annabeth, Leif (che ora era umano) e Piper provarono a tirarsi fuori dall'allentamento con parole dolci. Percy non pensava che potessero cadere così in basso da comportarsi come la cabina di Afrodite. Soprattutto Piper.

Quando disse loro questa cosa, per poco non rise per le loro espressioni. Annabeth aveva sibilato per la rabbia, odiava sembrare impotente, un qualcosa riguardo gli stereotipi sulle bionde. Percy non lo ricordava. Leif era diventato rosso e Percy riusciva quasi a vedere il fumo che gli usciva dalle orecchie. Piper semplicemente aveva attaccato. Odiava essere paragonata ai suoi fratellastri.

Clarisse e Shizzle risero al debole tentativo di Piper di ferire Percy. Tutto ciò che fece fu spostarsi di lato, fuori dalla portata del suo colpo alla ceca e le tolse il coltello dalle mani.

"Niente pause," ringhiò Percy. Non provarono nulla dopo quel momento.

Due giorni dopo quell'incidente, tre giorni dopo che Percy si era rivelato, accaddero due grandi cose. La prima fu qualcosa per cui non era pronto; la seconda poteva gestirla senza problemi, era più forte dell'ultima volta in cui li aveva affrontati. Fu la prima a destabilizzarlo. Fortunatamente, l'attacco al campo distrasse entrambi prima che la situazione tesa e imbarazzante potesse peggiorare.

Percy aveva iniziato la giornata come al solito, svegliando i semidei e i cacciatori la mattina presto per fare colazione, assicurandosi che tutti mangiassero, si addestrassero e finalmente dormissero. Durante l'addestramento, aveva organizzato dei tavoli con cibo e acqua e altri con nettare e ambrosia, entrambi erano intrisi del suo potere per aggiungere il cibo di vino con un semplice pensiero.

Venne interrotto durante l'addestramento dal dio del mare, qualcuno che Percy non voleva vedere in nessuna circostanza. Cercò di ignorare il dio del mare e continuare ad addestrare i semidei; lo stava anche facendo bene.

Almeno fino a quando Dove lo raggiuse.

"Ariston, tuo padre è qui," disse a bassa voce. Lo aveva conosciuto solo come Ariston e si rifiutava di usare un altro nome.

"Lo so," disse Percy a denti stretti.

"So che lo sai," disse Dove con calma. "Non pensi di dovere andare a parlargli?"

"No," disse Percy seccamente.

"Percy, vai a vedere cosa vuole e basta," insistette Dove.

Percy sospirò. "Non ha intenzione di andare via fino a che non accetto di farlo, vero?" Chiese sapendo già la risposta.

"E vai davvero a farlo," confermò Dove annuendo.

Deve avere visto il cavillo, pensò Percy, deluso.

Percy borbottò qualcosa a bassa voce riguardo agli amici ficcanaso e letame di minotauro prima di alzarsi in cielo.

Raggiungimi in spiaggia, disse mentalmente a Poseidone. Vide Dove annuire in approvazione prima di urlare contro i semidei che si erano fermati per guardare Percy volare.

Percy si prese il suo tempo per raggiungere la spiaggia, non particolarmente entusiasta di incontrare suo padre. L'ultima volta che lo aveva visto come Percy, Poseidone lo aveva disconosciuto, rompendo il suo cuore in ancora più pezzi. Il dolore che aveva provato quel giorno fu peggio di quando si era immerso nel fiume Stige. Per dirla tutta, Percy riguardava quel giorno con pensieri più dolorosi e più sogni di quanto facesse per il Tartaro. Ade, in confronto al giorno in cui era morto, il Tartaro era un gioco da ragazzi o una passeggiata.

I Cacciatori di Apollo (Percy Jackson fanfiction) [traduzione di Apollo's Hunt]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora