Chapter four

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"Buongiorno, Bill" andai ad abbracciarlo, mentre mia madre iniziava a preparare la colazione. 

 Era il ventisei, e i miei familiari se ne erano andati la sera prima; dopo il cenone. 

Non era successo nulla di interessante durante la cena: i bambini di mia zia si sfidavano a chi finiva per primo il cibo, mia zia parlava con mia madre di qualche nuova borsa, mentre io, Bill e mia nonna ce ne stavamo per i fatti nostri. Era stato piacevole, mia nonna non era stata per niente invadente ed era andata d'accordo con Bill. 

Una domanda però, portò un leggero scompiglio durante la serata: "Il fidanzato?".

Questa fu la fatidica domanda di mia zia, che mi perseguitava da anni ormai, al quale risposi con un'alzata di spalle. 

I suoi bambini invece, si misero a ridere, come per dire "ma chi la vuole?".

Mia madre aspettava impaziente la mia risposta, e rimase un po' triste quando alzai le spalle. Ma non ci potevo fare nulla; infondo, avevano ragione i bambini di mia zia: chi mi vorrebbe?

"Chloe, non ti scomodare per me; ritorno a casa" parlò Bill e sia io che mia mamma lo guardammo tristi. 

"Non voglio infastidirvi, già ieri siete state molto gentili con me; inoltre, vorrei fare una passeggiata e schiarirmi un po' le idee" spiegò lentamente, iniziando a prepararsi. 

"Va bene Bill, ma sappi che puoi venire da noi ogni volta che vorrai" mia madre gli lasciò un leggero bacio sulla guancia, e poi sparì in cucina. 

Volevo chiedergli se potessi andare con lui, ma, come aveva già detto prima, avrebbe voluto stare da solo, così ero in lotta se chiederglielo o meno. 

"Vuoi venire con me, Keira?" mi domandò divertito, come se mi avesse letto nel pensiero. 

"Se per te non è un problema" sorrisi leggermente imbarazzata. 

Bill lo adoravo proprio per questo: riusciva a capire le persone, meglio di quanto loro stessi potessero fare. Non so cosa vide in me, avevo questa voglia di andare con lui; e non era solo per Bill. Non riuscivo proprio a capire cosa volessi, ma dal sguardo capii che lui ci era riuscito. 

"Non sei mai un problema, Keira"

Andai ad avvertire mia madre, la quale fu un attimo dispiaciuta, ma acconsentì che io andassi con Bill. 

"Andiamo" ritornai da Bill, mi misi il capotto ed insieme uscimmo a braccetto, ridendo e scherzando.

* * * * * * * * 

"Keira, mi vai a prendere il mio bastone? Poi andiamo a fare una passeggiata, e sai che non riesco a camminare senza quello" mi domandò Bill sedendosi su una panchina, ormai esausto. 

"Certo Bill, vado subito" 

Bill era anziano, e le sue gambe non funzionavano più come una volta. Poteva camminare, ma non senza il suo fidato bastone. A volte lo aiutavo io, tenendolo per un braccio, e a volte usava il suo bastone; ma non camminava mai da solo.

Quando arrivai davanti alla porta di casa, realizzai di non avere le chiavi. 

Come potevo aprire una porta senza le chiavi, buttandola a terra a spallate? 

Sbuffai infastidita e ripresi l'ascensore. 

"Se il buongiorno si vede dal mattino" mormorai fra me e me.

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