NOTA:
CIAO A TUTTI! Spero che questa storia continui a piacervi in qualche modo: se avete qualche consiglio da dare, io sono qua! Terzo capitolo per voi, buona lettura.
Pando
Mani che si sfiorano e dita che si incrociano tra loro, delicatamente. Battito del cuore accelerato, scandito da respiri pesanti, inopportuni, ma così liberatori. Le sue mani sui miei fianchi, la sua bocca sul mio ventre che sale e scende. Il suo viso, arrossato, le sue labbra carnose che soffici sfiorano ogni parte del mio corpo. I suoi capelli che mi solleticano le gambe, mentre la mia mano glieli sfiora, e io raggiungo il mio apice, sconvolta e di nuovo libera. Alza lo sguardo, con i suoi occhi così profondi mi penetra il cuore, e io ricomincio a tremare. Suzie.
"Emily.." Ti guardai ma non vidi parole lasciare le tue labbra.
"Emily.." Un rumore strano raggiunse il mio udito, girai lo sguardo verso la porta, il bussare era forte, sempre più forte e..
Aprii gli occhi.
Ero nella mia stanza, nel letto, da sola. Stavo sognando. Un sogno meraviglioso.
"Si?"
Accesi la luce del comodino, anche se non servii a molto perché il sole era già alto.
"Posso entrare?" Era Austin, sembrava scalpitare per qualcosa, la sua voce era agitata. Alzai gli occhi al cielo. "Entra"
Mi sedetti sul letto, gambe incrociate, capelli stretti in una coda fatta velocemente. Quando Austin entrò, lo vidi fin da subito che doveva veramente essere successo qualcosa di bello.
"Emily, cosa ti avevo detto io?"
Lo guardai per un attimo, cercando di capire.
"Cosa?"
"Dai, non era partita una piccola scommessa tra di noi..." ma lo interruppi.
"Austin, arriva al punto" dissi impaziente.
"Esco con Sue!" Fece una giravolta ridendo, sembrava un bambino di 11 anni che aveva appena ricevuto la PlayStation nuova.
Io invece, non sapevo cosa provare. Cercai di fare il mio sorriso migliore, senza sembrare quasi delusa, soprattutto dopo il sogno da cui mi ero appena svegliata. Non avevo fatto passi avanti con Sue, e non ne avevo nessuna intenzione visto anche quanto Austin fosse preso da lei. Ma ogni volta che la vedevo, per caso a qualche incontro, o sulla 5th Av o in un bar a Manhattan tutto quello a cui riuscivo a pensare era quanto la sua semplicità e bellezza mi attirassero. Ero sempre tentata di approcciarla, andare a parlarle, ma qualcosa mi bloccava e molto probabilmente era proprio mio fratello: di solito non ero così difficile con le ragazze.
"Ma bravo il mio fratellone!! E quando?"
"Domani sera, ha detto di scegliere io il posto e so già dove portarla"
Cercai di fare la sorella.
"Non esagerare eh, non mi sembra una da posti super raffinati, io andrei su un ristorante italiano, semplice"
Lui sbuffò, sicuramente i suoi piani erano diversi.
"Tu dici?"
"Sì, fai vedere chi sei tu, non i soldi che hai" dopo quella frase, Austin sembrò convinto dalla mia proposta.
"Affare fatto, probabilmente hai ragione, lo sai che mi fido di te"
Gli sorrisi e lui uscì tutto pimpante dalla stanza. Io mi sdraiai di nuovo, cuscino sul viso, con tutta la voglia di tornare a quel sogno, che tale doveva rimanere. Dovevo togliermela dalla testa, del tutto. Dovevo uscire, pensare ad altro.
STAI LEGGENDO
Easy on me
RomanceEmily Dickinson ha sempre voluto scrivere storie, è sempre stata una sua passione. Sue Gilbert si è appena trasferita da Londra, per una nuova avventura in America. L'incontro è ad una festa, e lì scatta qualcosa. Qualcosa che non può essere, perc...