NOTE: ECCOMI RITORNATA TRA VOI, SCUSATE, OLTRE AL LAVORO HO DOVUTO SOFFRIRE PER LA FINE DI UNA SERIE CHE STAVO GUARDANDO, KILLING EVE, QUINDI SONO STATA UN PO' PRESA! BUONA LETTURA A TUTTI, GIULIA
"Tracy, cosa ci fai qui?" Sue mi guardò stranita, non capendo cosa stesse succedendo. Glielo chiesi spazientita, ma lei non sembrava concentrata.
"Emily, perché mi fai questo?" Mi liberai dalla presa di Sue e la coprii un attimo. Tracy era una brava persona, non aveva fatto mai male ad una mosca, ma quando era su di giri, o aveva in corpo quello schifo di cui era dipendente, tutto cambiava. Era per questo che l'avevo lasciata, per questo e altre mille ragioni.
"Io non ti faccio proprio niente. Tracy ci siamo lasciate da mesi ormai"
Cercai di rimanere calma: non aveva una giacca addosso, solo una felpa, i capelli erano disordinati e gli occhi rossi.
"Ma io ti amo Emily, come te lo devo dire!! Ti amo e voglio stare con te"
Tentai di non darle addosso, perché non era la tecnica giusta per farla calmare, anche se a volte risultava difficile.
"Lo so Tracy, ma non possiamo più ok? Non possiamo stare insieme, non provo più quello che provavo un tempo"
Delle lacrime le rigavano il viso e provai compassione. Compassione per quella ragazza che avevo amato per 2 anni, ma che mi aveva fatto troppo male per continuare. Ci avevo messo del tempo per curare le ferite dopo quegli anni di relazione con una persona fragile e viziosa. Si avvicinò, piano, la guardai osservare Sue.
"Lei è la tua nuova ragazza?"
Anche se non avevamo definitivo niente, annuii.
"Ci hai messo poco per dimenticarmi" Urlò quella frase dal nulla.
"Sai che non è così, Tracy, non dire cavolate. Ma ora non stiamo più insieme, devi fartene una ragione"
"Ma io non ce la faccio" mi rispose singhiozzando. Quando piangeva in quel modo mi si stringeva il cuore e mi faceva stare male. "Non ce la faccio a stare senza di te, ti penso in continuazione, faccio serata solo per non avere il tuo viso sempre qua, incastrato nel mio cervello. Come faccio?"
"Tracy, devi andare da qualcuno che può aiutarti, io non posso"
"Aiutami tu, aiutami. Come hai sempre fatto, ti prego" e si inginocchiò, distrutta.
Dietro di me, non potevo vedere lo sguardo di Sue e non sapevo cosa potesse pensare.
"Emily, se vuoi vado via e vi lascio sole" Ma io scossi subito la testa, rigida. "Non vai da nessuna parte" le dissi, convinta. Provai ad avvicinarmi a Tracy, nonostante tutto non riuscivo a vederla ridotta in quel modo.
"Non stavi andando alle sedute?" Lei singhiozzò ancora.
"Sì ma mi fanno stare troppo male e peggiorano la situazione"
"Ti devi impegnare Tracy. Sei in gamba e giovane, hai un futuro davanti, non lo puoi sprecare così"
La aiutai a rialzarsi: mi faceva pena, una pena buona, non cattiva, e non potevo stare ferma e non fare niente, non potevo. Non faceva per me. Lei si buttò tra le mie braccia e io mi irrigidì al tatto.
"Devi stare con me" continuava a ripetere, con in mezzo parole senza senso. Mi girai a guardare Sue, sconsolata.
"Senti Tracy adesso ti chiamo un Taxi e vai a casa. Domani ci sentiamo, va bene?" Lei barcollò un attimo.
"Quindi ritorni con me?""No, questo no. Ora c'è lei nella mia vita, però voglio aiutarti, capito?" Lei annuii, sconsolata ma comunque più tranquilla di prima.
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Easy on me
RomanceEmily Dickinson ha sempre voluto scrivere storie, è sempre stata una sua passione. Sue Gilbert si è appena trasferita da Londra, per una nuova avventura in America. L'incontro è ad una festa, e lì scatta qualcosa. Qualcosa che non può essere, perc...