BUONA LETTURA :)
SETTIMO CAPITOLO - SUE POV - Forse è meglio.
Respirai pesantemente una volta attraversata la strada e dopo aver perso di vista Emily. L'avevo fatto: mi ero esposta, l'avevo baciata. Avevo sentito le sue labbra sulle mie e in quel momento capii quanto lo volessi realmente. Il fatto che lei invece, volesse negarsi a me, a quel sentimento che io provavo e che ero sicura lei provasse per me, mi rendeva fragile. Fragile e soprattutto amareggiata, perché che lei facesse finta di non voler avere nulla a che fare con me mi bloccava. Avevo fatto un passo avanti, presa dalla voglia del momento, da quel sentimento che provavo per lei, e soprattutto presa dalla rabbia, una rabbia fuorviante e istintiva. In ogni caso, non mi pentivo del mio gesto, lei doveva capire, che anche se probabilmente avrei messo da parte quella dignità che tanto adoravo, non l'avrei lasciata perdere facilmente.
Quel giorno tornai a casa, passai la giornata a studiare, controllando il cellulare più che potevo, in attesa di qualcosa. Ma di cosa, dopotutto? Lei non mi avrebbe scritto. Non mi avrebbe scritto perché sapeva che anche solo con un messaggio avrebbe innescato ciò che non voleva. Controllai i social, come una stalker poco esperta, e non trovai niente.
"Cosa fai stasera?" Mi arrivò questo messaggio mentre stavo scorrendo Instagram, e nella fretta non controllai il mittente. Quando andai a controllare su Whatsapp, scoprii essere Austin. Ero già pronta a cantare vittoria, il cuore che batteva a mille. Risposi velocemente.
"Ciao! Credo che finirò di studiare, perché?" Posai il cellulare sul libro, sociologia mi stava uccidendo. Non vedevo l'ora di concludere i miei studi e poi di rendere la mia vita ciò che volevo da sempre.
"Allora niente studio stasera. I miei danno un party di beneficienza, ti mando l'indirizzo. Verrai come mia accompagnatrice"
Sbuffai, leggermente. Non mi dava fastidio Austin, ci stava provando: stava provando in tutti i modi a rendersi interessante, ma non capiva che il problema non era mai stato lui, ma io, e questo rendeva tutto più complicato. D'altra parte, la voglia di smettere di studiare e soprattutto, di smettere di controllare ogni due minuti il cellulare, mi fece accettare l'invito.
"Ok Austin, sarò la tua AMICA accompagnatrice" volevo essere il più chiara possibile, come avevo già provato praticamente un milionesimo di volte.
";)" era stata la sua risposta, che non mi sembrava molto positiva, ma più che essere trasparente non potevo fare.
Passò velocemente il pomeriggio, in attesa della serata. Non avevo neanche preso in considerazione che potesse esserci anche Emily: erano tempi impegnativi a lavoro, quindi non avrebbe finito in tempo per venire. La cosa non mi faceva stare bene, ma dovevo comunque passare una serata diversa.
Arrivai alla festa pochi minuti dopo dell'inizio e Austin mi venne a prendere fuori, una volta uscita dal taxi. Il problema di quelle feste era il Dress code: quella volta era abito rosso, elegante e lungo, scarpe nere col tacco, che se tiravi un calcio a qualcuno lo mandavi all'ospedale. Scialle, capelli raccolti e giacca pesante. Un trucco leggero, come piaceva a me, e il gioco era fatto.
"Sei bellissima" disse Austin, appena mi vide. Alzai gli occhi al cielo, pronta a rimproverarlo.
"Cosa? Non posso dire ad una mia amica che è bellissima?" Rise, decidendo di puntare sul suo sorriso perfetto.
"Lasciamo perdere" risposi, mentre ci rintanavamo dentro, dal freddo gelido. La festa era docile, una musica leggera in sottofondo, tintinnì di bicchieri che brindavano al sapore di Champagne, tartine deliziose e tante persone con cui interfacciarsi. Salutai i genitori di Austin, congratulandomi con la riuscita del party: come sempre avevano un gusto raffinato. Ovviamente, mi ritrovai la maggior parte delle volte a sobbalzare alla vista di una chioma castana, che poi si rivelava sempre essere qualcun altro. Sapevo che non ci sarebbe mai stata lì, ma nonostante tutto speravo in un incontro con tutto il mio cuore. Quando tutti iniziarono a ballare, anche Austin mi chiese di unirmi a lui, e così feci. Ballammo un lento, e in poco tempo mi rilassai. Non mi sarei mai innamorata di lui, ma nonostante questo, sapeva come prendermi. Aveva un buon profumo, ed era vestito in modo impeccabile, quasi da signore del 1800. Risi tra me e me al pensiero.
STAI LEGGENDO
Easy on me
RomanceEmily Dickinson ha sempre voluto scrivere storie, è sempre stata una sua passione. Sue Gilbert si è appena trasferita da Londra, per una nuova avventura in America. L'incontro è ad una festa, e lì scatta qualcosa. Qualcosa che non può essere, perc...