NOTE: Ce l'ho fatta! Come sempre, grazie a tutti per i commenti e per seguirmi! Siete veramente fantastici! Vi dico solo che la storia sta per finire, mancheranno pochi capitoli, ormai i conti sono stati fatti e non voglio allungarla troppo per paura di non chiuderla!
Buona lettura a tutti, Giulia
Il giorno di Natale era arrivato silenziosamente, senza drammi o eventi spiacevoli. Avevo continuato a sentire Tracy praticamente ogni giorno, ci scrivevamo più che altro, cercavo di seguirla per evitare che facesse di nuovo cavolate. Non ci eravamo più viste, e la consideravo una cosa adeguata.
Le avevo chiesto di Natale praticamente il giorno dopo, e lei era sembrata entusiasta. L'avevo avvisata che ci sarebbe stata anche Sue, che nessuno sapeva di noi a parte Austin e Vinnie e così doveva rimanere. Lei mi aveva risposto con un Ok enigmatico, ma poi sembrava essere tornata normale nei giorni successivi.
Dovevo essere sincera: ero nervosa. Non sarebbe stato un normale pranzo di Natale: avrei dovuto nascondere ciò che mi premeva di più mostrare al mondo, e cioè Sue; stavo aspettando con ansia un responso da almeno una casa editrice per il libro, anche se davo per scontato che essendoci le feste di mezzo ci sarebbe voluto un po' più del normale. Per di più, per quanto mi facesse piacere avere Tracy lì, per tenerla d'occhio e per non farla sentire sola, la sua presenza in qualche modo mi turbava. Avevo paura di poter essere troppo espansiva, non volevo far soffrire Sue o metterle in testa pensieri sbagliati.
In tutto quel trambusto, ero riuscita anche a fare a Sue un regalo che mi aveva soddisfatta, e speravo che potesse piacerle. Era una cosa di cuore, i soldi non mancavano ad entrambe e non volevo fare qualcosa di impersonale. Speravo solo che a lei potesse piacere.
Quindi, quando la mattina mi svegliai con il primo messaggio di Sue, sorrisi e il cuore mi si riempii, ma dentro di me ero in tumulto. Incrociai le dita che tutto potesse andare per il meglio. Una delle cose positive era che con Austin eravamo praticamente tornati a parlare normalmente e che quindi da quel punto di vista non ci sarebbero stati problemi, o almeno lo speravo, anche considerato che con Tracy era successo ... quel che era successo.
Mi preparai con calma, dopo aver fatto una colazione piena, come tutti i Natali. La casa era in subbuglio, eravamo tutti indaffarati a renderla il più graziosa possibile per gli ospiti, e soprattutto calda e natalizia. In questo i miei genitori non mancavano mai, anche solo per apparenza.
Il primo campanello che suonò, fece entrare proprio la famiglia di Sue. La guardai, mentre entrava, infreddolita, con le guance rosse e quel suo sorriso dolce che mi faceva sempre sprofondare. Le diedi un piccolo abbraccio, sussurrandole "Non vedevo l'ora di averti qui". Lei fece un risolino sottile e mi guardò come solo lei sapeva fare.
Poco dopo arrivò anche Tracy. Mia madre la accolse felice: non conosceva la maggior parte delle cose che erano successe tra di noi, le aveva sempre voluto bene, perché Tracy era facile da amare. Tutta la storia della droga la conosceva, ma provava più che altro dispiacere che rabbia.
Tracy si presentò alla fine a Sue con fare gentile, ma guardingo. Quando mi vide, mi diede un bacio sulla guancia, un po' troppo lungo e io la allontanai delicatamente ma assicurandomi di farle capire che doveva andarci piano. Con Austin si salutarono imbarazzati e scoprii poi successivamente che lui si scusò per quello che era successo in un momento così sbagliato per lei. Con Sue si erano accolti con un saluto con la mano che poi si tramutò in un abbraccio. Ero felice che tutto si fosse risolto per il meglio.
Ci sedemmo a tavola con la voglia di sbafarci tutto quello che ci sarebbe stato servito. Quando presi posto, mi resi conto di avere da una parte Sue e dall'altra Tracy. Respirai a fondo e sperai che quel pranzo sarebbe passato senza situazioni strane.
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Easy on me
RomanceEmily Dickinson ha sempre voluto scrivere storie, è sempre stata una sua passione. Sue Gilbert si è appena trasferita da Londra, per una nuova avventura in America. L'incontro è ad una festa, e lì scatta qualcosa. Qualcosa che non può essere, perc...