NOTE: Ciao a tutti! Ecco il sesto capitolo! La mia speranza è sempre che possa piacervi, coinvolgervi e se avete qualche critica, non pensateci due volte, quasi si deve migliorare sempre :) buona lettura, Pando.
EMILY POV.
Mano sulla maniglia, ansia. Mi stava aspettando, avevo fatto del mio meglio per prepararmi di fretta, speravo che non si fosse stufata di stare sui gradini di casa. Presi un respiro profondo, abbassai la maniglia ed uscii. Ed era ancora lì, in piedi, di spalle, mentre si muoveva per riscaldarsi. Inutile dire che mi si strinse il cuore.
"Sue" quel nome aveva un sapore dolce, e mi piaceva così tanto sentirlo tra le mie labbra. Ero persa, fottutamente.
"Andiamo a prendere un caffè", disse, fissa.
"Ma ne hai già presi due" risi, ancora calda dalla doccia di pochi minuti prima.
"Infatti lo prendi solo te, altrimenti stasera non dormo. Sto diventando vecchia"
Risi ancora, e un po' più sollevata dalla sua voglia di leggerezza le andai vicina e la seguii.
"Non ho tanto tempo, tra poco devo iniziare a lavorare"
Lei annuii.
"Dobbiamo parlare, lo sai. Ho bisogno di capire. E non posso aspettare ancora" non mi guardava, mentre camminava sul marciapiede di una delle città più affollate del mondo.
"Io .. non so cosa dire"
Lei si girò, di scatto. Non seppi se sembrava triste, arrabbiata, delusa, o altro. Si fermò.
"Non sai cosa dire? Prima provi a baciarmi, poi scappi dicendo che non puoi. Ti cerco e mi rispondi a monosillabi tanto che devo venire sotto casa tua per avere una conversazione decente. Scusa ma non puoi rispondere: non so cosa dire. È una risposta di merda"
Ok, era definitivamente incazzata, e non me lo aspettavo. Non avevo un motivo per pensare il contrario, ma mi resi conto che aveva totalmente ragione. Abbassai lo sguardo, un po' in imbarazzo per il mio comportamento.
"Hai ragione, scusami. Eh che non capisco cosa vuoi sentirti dire. Ho sbagliato, e non è successo niente, quindi che tipo di spiegazioni ti devo? Era solo uno stupido bacio che non doveva esistere. Ero debole, avevo appena avuto una discussione con la mia ex e niente, ho un po' ceduto" e io continuavo, imperterrita, a stare sulla difensiva.
Continuavo ad essere ostile, per Austin, ma forse anche di più per me stessa. Avevo avuto delusioni nel mio passato che non mi facevano più vivere a cuor leggero. Non ci potevo fare niente. Dovevamo fare sesso e basta? Ok, ma legarmi ad una persona, per la quale tra l'altro sentivo di provare qualcosa di forte .. non potevo permettermelo. Non potevo, e quindi la spingevo via, più forte che potevo, con più ostilità che potevo.
Lei mi guardò, sembrava quasi avere le lacrime agli occhi, o forse era solo il freddo gelido di New York.
"Ok, bastava dirlo due settimane fa, e non avrei sprecato tempo a venire fin da te per questa risposta". Ricominciò a camminare, e io controllai l'ora. In 20 minuti dovevo essere a lavoro, avrei potuto sforare ancora di qualche minuto ma non di più.
Mi accorsi però, che più che camminare, marciava. Una vera marcia incazzata.
"Sue fermati!!" Diventò difficile starle dietro, sembrava furiosa.
"No, hai detto la tua, adesso puoi anche andare a lavorare!"
Tentai di afferrarle la mano per fermarla, ma era veramente difficile in mezzo alle persone che con altrettanta fretta tentavano di andare a lavoro.
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Easy on me
RomanceEmily Dickinson ha sempre voluto scrivere storie, è sempre stata una sua passione. Sue Gilbert si è appena trasferita da Londra, per una nuova avventura in America. L'incontro è ad una festa, e lì scatta qualcosa. Qualcosa che non può essere, perc...