Tua, Emily

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NOTE: OVVIAMENTE, COME SEMPRE, CHIEDO SCUSA PER IL RITARDO, CHE QUESTA VOLTA E' VERAMENTE TERRIBILE. Grazie a tutti colori che mi scrivono e mi seguono. Il prossimo sarà l'ultimo capitolo. Sono infinitamente grata a tutti voi, veramente. So che meritate molto di più di quello che faccio. Buona lettura, Giulia



EMILY POV.

Inutile dire che Capodanno non lo passammo più insieme. Eravamo ancora ai ferri corti. Una volta tornati a casa, il padre di Sue, le aveva fatto sapere quanto non era contento del suo orientamento sessuale, ma che la vita era sua e poteva fare ciò che voleva. Non era stato un dialogo del tutto tragico, ma poco ci mancava. Era incredibile quanto una cosa così naturale potesse mettere contro intere famiglie: l'amore.

Dopo la discussione che avevamo avuto, ci eravamo sentite soltanto per messaggio. La pregavo di parlarmi, di dirmi quello che provava, pregavo Sue per vederci e chiarire. Ma lei si era chiusa in un guscio e sembrava non volerne più uscire. E io stavo male. Mi sentivo mancare l'aria, sentivo che tutto quello che avevamo costruito, minuziosamente, si stava sgretolando.

Si stava sgretolando pian, piano per una causa a cui non avrei mai pensato: le mie poesie. Sue non aveva ovviamente aperto il suo regalo di Natale, se l'avesse fatto, avrebbe scoperto una mia poesia incorniciata, dedicata a lei. Dedicata all'amore che mi faceva provare. Tenevo quel regalo in camera mia, pronta a darglielo di persona una volta che le cose si fossero risolte: perché sarebbe successo prima o poi. Nel frattempo vivevo in quel limbo tragico, e non sapevo come uscirne.

Avevo chiuso definitivamente con Tracy, non mi importava più niente: Austin e Vinnie mi avevano consigliato di andare a trovarla, e l'avevo fatto. Ero andata a casa sua, ma mi aveva aperto suo padre, che mi aveva detto, con quasi disprezzo, che Sue non c'era. Sua madre era sbucata da dietro, "Lasciale del tempo" mi aveva suggerito, una volta che il marito se n'era andato.

Ma del tempo per cosa? Per dimenticarsi di me? Per dimenticare tutte che le cose che provavo e che lei provava per me? In un frammento della mia follia, avevo anche pensato che a lei non fregasse veramente di noi. Poi, dopo pochi istanti, avevo scosso la testa ed ero ricaduta sul letto, distrutta.

Non ero mai stata così male per amore, mai.

La data per il grande giorno, il giorno dell'apertura, stava arrivando, e mi rendeva nervosa e impaziente, perché avrei voluto fare gli ultimi preparativi con lei. Neanche l'idea che qualcuno potesse rispondermi positivamente all'invio del mio libro, riusciva a distogliermi dal pensiero di Sue, che si occupava di tutto da sola.

Mi ero ripromessa che sarei andata, non potevo mancare. Anche se avevo paura di rovinare uno dei giorni più importanti della sua vita.

Andavo avanti indietro nella stanza, indecisa. Dovevo vederla prima? Dovevo almeno chiarire la mia posizione? Magari anche lei pensava che a me non fregasse abbastanza. Non sapevo come fare. Decisi, il giorno prima, di non presentarmi. Decisi che se qualcosa doveva parlare per me, erano le parole scritte. Mi incamminai verso il suo studio, sperando che non ci fosse, che la porta fosse chiusa.

Appoggiai il quadro con la poesia che le avevo scritto davanti alla porta. Insieme alla poesia, un biglietto, piccolo, attaccato al pacco. Aspettai che qualcosa si muovesse, poco prima che lei facesse il grande salto nel vuoto.

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SUE POV.

Ero distrutta. Ero distrutta dalla stanchezza, dai pensieri, dall'emozione. Ero nevrotica, piena di insicurezze e paure. Sapere che stavo allontanando l'unica persona che mi aveva fatto stare bene dopo tanto tempo, mi faceva impazzire. Vagavo nel mio ufficio, attuando gli ultimi ritocchi. Mi ero ripromessa di andarmene per pranzo, così da passare il pomeriggio prima dell'apertura a casa, in solitudine, lontana da tutte quelle persone che avevano girovagavo nel mio sogno per un po'.

Easy on meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora