Capitolo 25•

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"-Aspetta, non qui o almeno non in questo posto."
Mi sussurrò a fior di labbra.

Si alzò tendendomi la mano che afferrai prontamente.

Andammo in giro per le strade con le dita intrecciate.

I pensieri in quel momento non esistevano, esistevamo solo io e lui.

"-Hai fumato."
Mi disse tutto d'un tratto fermandosi.

"-No, non ho fumato."
evitai di guardarlo negli occhi cercando di osservare tutto fuorché lui.

"-Non era una domanda Alex, tu hai fumato."
Ripeté strattonandomi il braccio.

Avevo lo sguardo ancora basso, ma poi a lui che gli importava se fumavo o meno?

"-Non lo fare più piccola, ti fa male."
mi accarezzò i capelli avvicinandomi al suo petto.

Cercò anche di baciarmi ma non glielo permisi.

"-Rick, dovrei fidarmi di te?
Insomma dopo tutto quello che è successo non penso sia una cosa giusta."
Affermai mordendomi il labbro dal nervosismo.

Rick sbuffò e mi baciò nuovamente, riuscendoci questa volta.

"-Visto che so solo io come zittirti?
e credimi non è facile."
Disse strofinando le nocche della mano destra sul petto come per vantarsi.

"-Ma zitto e baciami stupido."
Rise.

Ma si allontanò subito iniziando a dire
"-Ma tu non eri quella che voleva guadagnarsi la mia fiducia?"
Rise ancor di più.

Misi il broncio fingendo di andarmene ma lui prese prontamente il mio braccio.

"-Non dovevo darmi un bacio?"

"-Forse."

mi zittì baciandomi nuovamente.

Ma.. che succede?
Iniziai a vedere tutto appannato urlando diverse volte il nome di Riccardo che era lì fermo a guardarmi.

Vedevo solo la sua sagoma, mi ritrovavo a terra incapace di svolgere il minimo movimento.

Lui stava ridendo mentre io invece stavo cominciando pian piano a vedere una luce bianca.

Alzai il busto svolgendo respiri irregolari, mentre goccioline di sudore grondavano dalla fronte.

Osservai intorno l'ambiente circostante:
Ero nella mia camera.

Ciò significava che quello era solo un sogno.

Appena lo realizzai chiusi e aprii gli occhi diverse volte, mi guardai a destra e a sinistra e poi scoppiai a piangere.

Un sogno, era solo un bellissimo sogno.

Odio quando succede che faccio un sogno fantastico e poi Puuf mi sveglio e torno nel pianeta terra.

Controllai la sveglia che indicava le 6:34 del mattino.

Mi alzai asciugandomi le lacrime con la manica del pigiama e andai a farmi una doccia e sistemarmi per andare a scuola.

Appena finii di fare la doccia mi misi una maglia dei Sum41, dei pantaloni strappati e le Vans nere.

Mi misi un po' di mascara, anche se mi dava fastidio devo ammettere che mi piaceva l'effetto che mi dava.

E così uscii con lo zaino in spalla e il telefono in mano.

Oggi non pioveva, non c'era vento, ma neanche il sole.

Era una giornata nuvolosa ma andava bene così.

Accesi il telefono notando molto messaggi da parte di Edoardo e Francesco.

Aprii quelli di Edo prima:

Da: /Edo👾✨

Eeehiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Leeeexiiiiiiiissssssssss

Tutto bene?

Io sono qui, cioè non lì dove sei tu perché non so nemmeno dove sei, ma sono qui se hai bisogno

Domani ti porto 🍕🍕🍕
se magari apri quella porta ed esci da lì.

Non rispondere mai eh!

Alex
Alex
Alex
Alex

Vabbè buonanotte 🌉⛺️
io sono qui come già ti ho detto e ti porto la 🍕 se domani esci da quella sottospecie di grotta che tu chiami stanza

Ti voglio bene comunque ✨❤️.

Sorrisi notando i messaggi, gli risposi con un 'Anche io ti voglio bene🙈✨'

E chiusi il telefono scordandomi di guardare quelli di Francesco.

Il cortile era già pieno,
alcuni ragazzi mi guardavano mentre altri mi ignoravano completamente.

Andai dal solito gruppetto dove si trovavano Marika e Sofia che parlavano con Enzo.

"-Ciao ragazzi."
Li salutai con un cenno di mano.

Loro si ammutolirono improvvisamente.

"-Ciao Alex!"
mi sorrise Enzo.

"-Enzo puoi scusarci un attimo?
Dobbiamo parlare con Alex."

Prima che potessi obbiettare fui scortata verso l'uscita.

"-Dove stiamo andando?"
Chiesi guardandole con sguardo interrogativo.

"-Oggi non andiamo a scuola ma bensì in un altro posto."
Mi rispose Sofia.

"-Ovvero?"

"-Ora vedrai."
mi ammutolì Marika.

Arrivammo in una caffetteria un po' più lontana dalla scuola.

Ci sedemmo in un posto abbastanza appartato.

La luce cupa rendeva l'ambiente un po' vintage, ma potevano anche risparmiarsi quelle scomodissime sedie di legno.

"-Non vi sedete?"
Chiesi alle mie amiche notando che rimanevano in piedi.

"-Deve venire una persona a parlarti, non ammazzarci lo facciamo per il tuo bene!"
Risposero leggermente nervose.

La mia testa ovviamente pensò a Riccardo e infatti le guardai piuttosto nervosa, volevo incontrarlo ma se lo avessi fatto avremmo chiarito e la mia dignità si sarebbe estinta quindi in poche parole era meglio non vederlo.

Marika capendo a chi stavo pensando strabuzzò gli occhi esclamando
"-No, no no, non si tratta di Riccardo!"
Gesticolò nervosamente con le mani.

"- Ma ti posso assicurare che è comunque scop.. Uhh è lì!
noi andiamo ciao!"
Scapparono alla velocità della luce.

Incrociai le braccia sul tavolo e vi ci poggia la testa sbuffando.

"A-Alex."
sussurrò.

Alzai la testa inarcando un sopracciglio.

"-Oh..sei tu.."

Dear Diary//Riccardo RidolfiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora