Capitolo 28•

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•Avvertenze: in questo capitolo sono (finalmente) contenute scene di sesso, leggere a propio rischio e bla bla bla... Non so' chi aspettava di più questo capitolo fra me e voi quindi buona lettura 😌•

Una ragazza alta e bionda entrò nella stanza.

Appena si rese conto della mia presenza si scusò per aver interrotto, e si presentò.
"-Sono Vittoria, la cugina di Riccardo.
Tu sei Alex?"

La guardai stranita, Riccardo gli aveva parlato di me persino a sua cugina?

"-Sì sono Alex, piacere di conoscerti."
le sorrisi.

Prese nella stanza il computer di Riccardo ed uscì in un batter d'occhio.

"-Meglio se chiudiamo la porta."
Affermò quest'ultimo alzandosi e chiudendo la porta a chiave.

Dalla finestra filtrava un leggero luccichio.

Osservai meglio e notai con sorpresa che si trattava di piccole lucciole.

"-Davvero ci sono le lucciole qui?"
Esclamai avvicinandomi alla finestra.

"-In Inghilterra non c'erano?"
Mi domandò affiancandomi.

"-Era raro trovarle lì."
Sussurrai un po' nostalgica.

"-Ti manca l'Inghilterra?"

"-Magari fosse solo quello, mi mancano davvero tanto mia zia e mia mamma.
Sono ripetitiva e ne sono consapevole, ma davvero mi sto preoccupando perché non rispondono più.."
Sfiorai con l'indice il vetro, erano così unite quelle piccole creature.

"-Dai, dimmi cosa dovevi... dirmi."
Appoggiò il gomito sul marmo grigio della finestra osservandomi.

"-Riccardo è.. una cosa seria."
L'osservai di sfuggita cercando di capire se mi stesse ascoltando.

"-Ti sto ascoltando, tranquilla.
Parla."

"-Mio padre.. Son successi dei casini a casa e... vorrei sapere cosa è successo ieri sera.."
Lo guardai questa volta.

Ed era pensieroso.
Tanto pensieroso.

"-Non è successo niente Alex, ti ho solo accompagnata a casa e ho incontrato tuo padre così ci ho scambiato due parole."
Disse con tono disinteressato.

"-Beh vorrei sapere quali parole avete scambiato visto che io ora devo dormire da Sofia visto che mi ha cacciato da casa!"
Mi girai guardandolo peró questa volta.

Fra il guardare e l'osservare ci sono degli oceani di differenza.
Guardare una persona o un oggetto o qualsiasi altra cosa lo si fà con sentimento.
Mentre l'osservare ti porta ad analizzare i dettagli esterni.
Io preferivo di gran lunga l'osservare le persone, anche se molte volte mi lasciavo trasportare e le guardavo.
Erano dei concetti piuttosto strani questi, e li avevo imparati nel corso dei miei anni.
Se volevo non farmi notare da qualcuno mentre l'osservavo ci riuscivo perfettamente.
Se volevo far notare che invece osservavo qualcuno ci riuscivo.
Questi concetti sono pochi rispetto a quelli che conosco e che ho imparato, e se mi mettessi ad elencarli non riuscirei a finire neanche fra un milione di anni.

Avevo lo sguardo perso, ma non nel vuoto ma bensì in lui.
Ora non lo stavo né osservando, né guardando:
lo stavo ammirando.

L'ammirazione dal mio punto di vista è quel qualcosa che si riesce ad avere a primo impatto avendo un sentimento forte, che sia odio o amore, non ci sono differenze.
L'ammirazione non è solo provare rispetto e seguire una persona, l'ammirazione è una cosa ancora più forte.

Dear Diary//Riccardo RidolfiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora