Capitolo 27•

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Delle voci bisbigliavano.
Sentivo solo quelle voci da ormai troppo tempo.

Sentivo la scena ricomporsi ripetutamente e le lacrime e la confusione sovrastavano tutto.

Ma le lacrime non uscivano alla fine e la confusione sarebbe svanita prima o poi.

Sentivo solo voci e basta, poi improvvisamente riuscii a svegliarmi e alzai il busto velocemente.

Avevo la testa completamente bagnata e un respiro affannoso con i battiti fortissimi.

Ero a casa, sul divano con mio padre di fronte.

Non c'era nessuno tranne lui ed io in casa e questa cosa mi confondeva molto.

Mi alzai traballante rivolgendo lo sguardo verso di lui.

E sentii la guancia andarmi a fuoco e la testa era girata dal lato opposto, mi aveva dato uno schiaffo.

Indietreggiai di qualche passo chiedendogli spiegazioni e iniziò a parlare.

"-Quindi ora esci la sera per andare in discoteca e frequenti per giunta ragazzi più grandi!
Non me lo sarei mai aspettato da te Alex, mi hai deluso profondamente.
Chi è Riccardo?"

Mi gelai sul posto.

Cosa ne sapeva mio padre?
Perché il suo nome su più di 7 miliardi?
Perché aveva pronunciato giusto giusto il suo?

"-Ora esci immediatamente da questa casa, ti rinnego come figlia!"

Non riuscivo più ad esprimermi.
I sentimenti erano tanti e forse il vuoto era scomparso appena fu pronunciato il suo nome.

Rivolsi lo sguardo verso la mia camera e presi tutte le mie cose mettendole in una valigia.

Trascinai la valigia provocando un enorme eco che rimbombava nella stanza.

La luce nella camera da letto era accesa e filtrava attraverso la porta chiusa.

Sospirai e presi le foto negli scaffali che avrei voluto tenere con me.

Uscii di casa e iniziai a camminare trascinando la valigia a testa bassa.

Andai di fronte casa di Marika e bussai ripetutamente prima di vedere un Lorenzo a petto nudo aprire la porta.

"-Uhm scusa Lorenzo, ho sbagliato strada."
Mi congedai andandomene.

Provai a camminare fin casa di Sofia e stranamente era tutto tranquillo, ciò significa che la festa era già finita e solo ora notavo che era giorno.

Suonai il campanello guardandomi le scarpe e dondolandomi avanti e indietro.

Dopo un po' Sofia aprì la porta di casa accogliendomi.

Con passo svelto mi diressi dentro trascinando la valigia con me, andammo nella sua stanza e chiuse la porta a chiave facendomi sedere sul letto.

"-Sofia ti prego dimmi cosa è successo durante la festa."
Dissi arrivando dritta al punto.

"-Ieri durante la festa sei svenuta ma io non ti ho portata a casa, e nemmeno Marika o Francesco, è stato Riccardo.
Ho visto lui con te in braccio e insieme a Marika siamo andate a vedere cosa succedeva.
Riccardo era completamente sobrio, e quindi era consapevole di quello che stava facendo.
Ma non ci ha dato spiegazioni ci ha detto solo una frase e poi se n'è andato con te."
Mi raccontò tenendomi la mano.

"-Sofia, che frase vi ha detto Riccardo..?"
Domandai con i battiti accelerati a mille.

"Sarò stato pure uno stronzo, ma alla fine quello che ci è rimasto fottuto sono stato io.'
e se n'è andato baciandoti la fronte."

Dear Diary//Riccardo RidolfiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora