Capitolo 17•

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"-Scendi altrimenti salgo io!"
Mi urlò quel deficente sotto.

"-Oh Riccardo, Riccardo, perché non vai un po' a fanculo?"

Gli sorrisi sarcasticamente per poi chiudere la finestra e buttarmi sul letto.
Voleva fare il doppiogiochista?
Ok, ma io avrei fatto altrettanto.

Dopo svariati minuti sentii uno sbuffo e finalmente i colpi da parte sua cessarono.
Sbirciai la finestra per vedere se si trovava ancora sotto casa e una parte di me gioì quando mi accorsi che se ne andò, mentre l'altra gli urlava di tornare indietro e di parlare.
Ero stanca di questo via-vai tra il letto e la finestra, così andai in salone a sistemare i cuscini e lo scatolone della pizza per buttarlo.

D'un tratto un fracasso proveniente dalla porta riempì il rumore dell'appartamento ormai non più pacifico.

Pensai subito ad una cosa ma automaticamente la scartai e feci finta di aver pensato ad Alberico che si era scordato per l'ennesima volta le chiavi di casa.
Oramai ingannavo persino i miei pensieri.
Aprii la porta con falsa disinvoltura, gioendo mentalmente quando vidi Riccardo.

"-Cosa ci fai qui!
Esci immediatamente!"
Gli urlai contro.

"-Lo so che stavi morendo dalla voglia di rivedermi sù."

Mi veniva voglia di sorridere ma mi trattenni mordendomi più forte che potevo il labbro.

"-Carina casa tua."

Esplorò le stanze in cerca di un qualcosa impreciso, o forse era direttamente lui che non sapeva neanche cosa stava facendo o cercando.
Anche se Opterei più per la seconda opzione.

Sbuffai cercando di sembrargli alquanto stanca per il suo comportamento.
Si girò immediatamente e sorrise per l'ennesima volta.
Giuro che se lo fa un altra volta lo mando per fare il cartellone pubblicitario della Mentadent.

Dovrei insultarlo dalla testa ai piedi invece di fargli capire che ha un sorriso perfetto, dannazione!

Si avvicinò mantenendo sempre quel suo sorriso, mentre io indietreggiavo sempre di più fino ad arrivare al muro.
Non perse tempo e mi inchiodo le mani sopra la testa, mentre i nostri respiri si mescolavano e i nostri occhi non perdevano il contatto Visivo.
La sua fronte era poggiata sulla mia e quel suo solito sorriso sfacciato era dipinto sul suo viso.
La voglia di baciarlo era molta, tanta quanto quella di prenderlo a schiaffi.
Mentre guardavo i suoi occhi le parole di Edoardo mi riaffioravano.
E l'immagine di Riccardo mentre si baciava con un altra mi s'inchiodò in mente.

Stava cercando di entrare in contatto con le mie labbra, ma non glielo permisi dandogli così una ginocchiata.
Lui immediatamente si scostò di lato ma la sua mano teneva ancora strette le mie.
Appena il dolore cessò si riavvicinò e io iniziai a dirgliene di tutti i colori urlandogli contro.
Mi lasciò le mani e iniziai a dargli leggeri pugni sul petto, mentre le lacrime scendevano percorrendo tutto il mio viso per poi cadere a terra e bagnare il pavimento.

"-Sei uno stronzo, coglione, maledettamente dolce e bello che se potessi massacrarti lo farei!
Prima dici che io ti piaccio e poi ti frequenti con un altra!
Mi fai schifo.
Mi fa schifo starti vicino.
Ma cazzo, non posso starti lontano.
Riesco ad esprimermi solo con te e con il mio stupidissimo diario.
E ho provato a non pensarti, ma poi spunti tu con il tuo sorriso e i tuoi occhi a sconvolgermi completamente.
E so che mi pentirò amaramente di averti detto queste cose, ma vorrei sapere perché?
Perché mi hai illusa?
Saranno pochi giorni, poche ore per giunta.
E tu sei riuscito ad entrarmi dentro, ma ora è come se tu fossi uscito e fossi scomparso lasciandomi un vuoto incolmabile."

Quando stavo con lui perdevo la concentrazione, non riuscivo a pensare a niente e nessuno fuorché lui.

Finii di dargli pugni e aspettai una sua reazione, persino uno schiaffo mi sarebbe bastato.
Lui aveva uno sguardo triste, e si avvicinò nuovamente.
I miei occhi erano stanchi di buttare lacrime inutilmente, e lui lo aveva percepito solo che non voleva pensare di esserne stato lui la causa.

"-Dovresti parlare e piangere di meno."

Mi asciugò l'ennesima lacrima con il dorso della mano, e mi baciò.
Era un bacio desiderato da entrambi questo, forse un addio da parte sua ma io lo decifrai come un'Arrivederci'.
Inchiodai le mani dietro il suo collo mentre lui mi cinse i fianchi.
Lo sentii sorridere ma senza fermare quel momento.
I nostri occhi si guardavano e si mischiavano come i nostri respiri, fu lui a staccarsi ridendo nuovamente e dicendo

"-Se questo è l'unico modo per zittirti allora lo farò più spesso."

Mi lasciò un ultimo bacio sulle labbra per poi baciarmi ogni angolo del volto.

Mi piaceva essere viziata in quel modo da lui ma lo fermai.

"-Rick, basta fingere.
Edo me l'ha raccontato, vai dalla ragazza che ti piace e dalle un mazzo di fiori, dalle un CD dei suoi cantanti preferiti e falle una serenata.
Sei un romanticone no?
Bene, ma non farlo con me ti prego non voglio soffrire."

Terminai il mio discorso guardandolo.

"-Cosa ti avrebbe raccontato Edoardo esattamente?"

"-Che a te piace un'altra."

Ci pensò sù, guardandomi con una faccia stranita.

"-Bene.. allora immagino di doverti salutare.."
rispose triste.

"-Grazie per i consigli, lo farò senz'altro!"

Gli sorrisi falsamente accompagnandolo alla porta.
Lo salutai e chiusi le finestre e le porte.
Era come se l'avessi spinto ad andare da quella ragazza.
Che compleanno di merda che passerò..
Pensai piangendo.
Nei momenti più importanti le persone non ci sono, sei sola contro tutto e tutti con delle ferite gravi, eppure continui a lottare fino allo sfinimento.
Mi lasciai scivolare dietro la porta d'ingresso, alzando il volto in alto liberando svariati singhiozzi e creando una piccola pozza formata dalle mie lacrime.
L'orologio ticchettava fastidiosamente, abbassai il volto prosciugato da ogni tipo di sensazione.
Ero dentro una bolla immaginaria che mi impediva di esternare sentimenti.
Con il capo sempre chino iniziai a canticchiare il ritornello di 'Stay with me' illudendomi che sarebbe tornato da me per dirmi che quella era tutta una montagna di bugie.

"Oh won't you Stay with me?
Cause you're all I need
This ain't love, it'a clear to see
But darling, Stay with me."

Mi alzai lentamente, e mi diressi verso il letto sperando ci recuperare energie per il giorno seguente essendo consapevole del fatto che non avrei chiuso occhio a meno che lui non fosse tornato da me.
Aspettai:

Le 23:37
.
23:59
è ancora l'unico pensiero fisso era lui.
00:00
Cercai di rigirarmi nel letto non prendendo sonno purtroppo.
Una chiamata con lo sconosciuto attirò la mia attenzione, cercai il telefono è appena lo trovai risposi.

"Tanti auguri principessa."

Chiuse la chiamata.
Misi il telefono nel comodino in attesa di una sua nuova e possibile chiamata.
Pian piano socchiusi gli occhi nominando il suo nome come ultimo pensiero.
"-Riccardo.."
E improvvisamente caddi in un sonno profondo.

Dear Diary//Riccardo RidolfiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora