Capitolo 26•

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*Leggete lo spazio autrice alla fine, grazie*

Francesco si sedette di fronte a me, e capii dai movimenti che faceva che era abbastanza nervoso.

Poggiai i gomiti sul tavolo mettendo le mani a forma di coppa e appoggiai la testa guardandolo annoiata.

Avevo sonno, e non avevo voglia di ascoltarlo parlare della scommessa, delle sue inutili scuse e bla bla bla.

"- Ascolta Alex, siamo stati dei coglioni ma sappi che era soprattutto colpa mia.
Mi dispiace di aver fatto la scommessa, davvero."
Si fermò guardandomi negli occhi cercando di capire se avessi accettato o meno le sue scuse.

Realmente neanche io sapevo se perdonarlo o meno, anche se lui era uno degli artefici della scommessa non ero molto delusa da lui, perché al massimo ci saremo visti tre se non quattro volte in pratica non ci conosciamo molto.

Alzai la testa allungandogli una mano e sorridendogli.

"- Va bene, accetto le tue scuse."

"-Davvero mi dispiace farò tutto quel che vuoi ma non voglio averti sulla coscienza, sono una brava persona infondo!"

Io gli scoppiai a ridere in faccia mentre lui mi guardava stranito.

"-Io ti chiedo scusa e tu mi ridi in faccia?!"

"-Francesco ti ho detto che accetto le tue scuse dai!"

Lui si alzò dalla sedia e mi abbracciò inaspettatamente.

Mi stava coprendo letteralmente, aveva delle spalle giganti e in confronto mi faceva sembrare un hobbit.

Ce ne andammo dalla caffetteria diretti verso il centro.

Devo ammettere che andavamo molto d'accordo io e lui, chissà magari saremmo diventati amici in futuro.

Mi squillò il telefono in tasca e lo presi notando il nome "Edo✨" illuminare lo schermo.

'Pronto?'

'No, io ti uccido questa volta!
Ero venuto a vedere come stavi e ti ho portato anche la colazione a casa ma tu non c'eri.'

'Ohw che dolce!
Beh tra poco arrivo se aspetti lì.'

'Ti aspetto, muoviti che ci sono i Griffin eh!'

'Arrivooo.'

Staccai e salutai Francesco dirigendomi a casa.

Presi l'autobus per arrivare il prima possibile e salii a casa alla velocità della luce.

Vidi Edoardo seduto sul divano con tre cartoni di pizza in mano e due appoggiati sul tavolo.

Mi buttai anche io con la mia solita delicatezza accanto a lui.

"-Mangeremo per una settimana pizza?"

"-Secondo me non ci basta per tutto il giorno ma al massimo ne prendiamo altre."
Prese un pezzo di pizza iniziando a ridere insieme a me come due bambini.

Il salone era sottosopra, cartoni della pizza erano sparsi ovunque e il divano era leggermente sporco.

"-Edo dobbiamo seriamente pulire, abbiamo ridotto la stanza un porcile."

"-Abbiamo?
Sei stata tu a lanciarmi i cuscini!"
esclamò alzandosi in piedi sul divano puntandomi il dito contro.

"-Ma tu mi hai mangiato l'ultimo pezzo di pizza.."
Feci il broncio.

Dear Diary//Riccardo RidolfiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora