Capitolo 12•

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Edoardo ed io siamo ancora al parco che ridiamo e mangiamo.

Saranno le 2 o le 4 , non né ho la più pallida idea, ma domani non andrò a scuola quindi..
'-Edo ma Rebecca l'hai più vista?
Per ora ci stiamo allenando soli, anzi più che altro tu provi e io mi alleno.'

'-Non é qui in Italia, cioè é partita credo.'

'-Ah capisco..'

'Senti Alex, volevo chiedertelo all'inizio ma ho visto che sorridevi e quindi ho pensato di rimandare la domanda ad un altra volta ma..
Tua mamma che malattia ha?
Se non vuoi rispondere cambiamo immediatamente discorso, anzi guarda lasciamo stare dimmi invece come ti trovi col nuovo compagno di classe?'

Faccio un sospiro e rispondo

'-Edo vedi che non c'è nulla di male a chiedermelo, mia madre non so' per certo quale malattia l'abbia contagiata..
So' solo che sta male, molto male
e la situazione sta peggiorando.
Edo davvero, ormai siamo puoi chiedermi quello che vuoi.' Lo rassicuro mettendogli una mano sulla spalla.

Lui ride e dopo poco mi chiede
'-Visto che hai detto che posso chiederti tutto quello che voglio

Sei vergine?'

Appena finisce di chiedermelo cerca di mantenere un aria seria,fallendo miseramente e scoppiando a ridere seguito da me.

Il bello di Edoardo é questo, come con Sofia, puoi parlargli di tutto quello che vuoi e lui sarà il primo pronto ad aiutarti.
'-Poi mi spieghi come fai!'

'-A fare cosa?'

'-Ero sul punto di piangere e tu mi hai fatto ridere come una cretina.'

'-É un dono.' Si vanta ridendo.

Stava iniziando a piovere nuovamente, così Edoardo ed io ci salutiamo e ci dirigiamo ognuno verso le proprie case.

Il mio sguardo è rivolto verso il basso,e la mia testa pensa a tutt'altro.

E mi scontro nuovamente con qualcuno.

Chiedo nuovamente scusa notando il ragazzo di pomeriggio.
'-Giuro che la prossima volta sto attento!' Mi dice mortificato.

'-Scusa ancora, hai la testa altrove anche tu?'

'-Già..
Beh devo andare ciao.' Corse velocemente.

Io cammino lentamente, questa volta rivolgendo lo sguardo al cielo bagnandomi i capelli e il viso.

Pian piano divento bagnata fradicia, così decido di accellerare il passo.

Le strade sono deserte, e mi vengono leggeri brividi quando una ventata di aria mi trapassa.

Finalmente arrivo a casa e in punta di piedi mi dirigo in camera cambiandomi i vestiti.

Mi butto nel letto e inizio a scrivere l'ennesima lettera a mamma.

"Cara mamma,
So che non leggerai questa lettera,
E so che non mi risponderai mai.
Ho capito perché non mi rispondi più, non c'è più bisogno che tu finga di stare bene,davvero mamma.
Io sono la tua guerriera, ricordi?
mi manchi,
Mi manca parlare con te,
Mi mancano le nostre chiacchierate alle 3 di sera, quando entrambe non riuscivamo a prendere sonno.
Sai, la musica sta cercando di colmare il vuoto che tu hai lasciato
Eppure, per quanto puó essere dolce nessuna melodia batterà mai le tue carezze, le tue parole...insomma te.
Mi manca avere una madre che mi rimprovera per aver scordato di piegare e sistemare i vestiti nell'armadio.
Sai che non sono una ragazza molto dolce, ma sappi che ti voglio bene.
Ora che ci penso non te l'ho detto abbastanza volte, mi aspetterai per fartelo dire almeno un altra volta di persona?
La prendo come una promessa, e sai che le promesse si mantengono
Altrimenti che esempio vorresti darmi!
Vorrei essere un altra ragazza, vorrei farti capire davvero quanto mi manchi, per convincerti a scrivermi almeno..
Non riesco ad esprimermi bene con te, perché sono così?
Non potevo essere più bella?
Non potevo essere più dolce?
Cavolo, sono un disastro in tutto.
Sto rovinando la lettera e soprattutto sto mostrando ancora una volta il mio lato infantile..
Questo mi ricorda che a 10 anni ho iniziato a dirmi ' Alex ma tu non sei più una bambina, devi crescere non potrai rimanere piccola per tutta la vita!'
Da quella volta ho cercato di diventare matura, sai quanto é brutto dover crescere da sole ?
Non sentirti in colpa, sono io quella che ha bisogno di essere rimproverata per non dare il massimo in tutto quello che faccio.
Vorrei fare qualcosa nella vita, qualcosa che lasci il segno, magari diventare una di quei musicisti che si studieranno fra 50/100 anni nei libri di musica, e far dire agli studenti 'forse questo argomento vale la pena studiarlo, sembra molto interessante' (cosa molto improbabile ..)
Io chi sono per la gente che mi circonda?
Una sconosciuta.
Ma cosa vorrei essere io per quelle persone?
Magari una di quelle ragazze che vengono fermate in strada per le loro cover, oppure per i loro video su youtube.
Non credo di volerlo diventare.
Okay a questo punto mi chiedo davvero cosa vorrei fare io.
Questa lettera sta diventando un mio sfogo più che altro, ma tanto non la leggerai quindi potrei scrivere anche parole senza senso e tu non mi risponderai comunque.
Forse, anzi, sicuramente sto perdendo tempo ma.. si tratta di te quindi perderei anche le cose più preziose per farlo.
Forse sono riuscita a scrivere una frase dolce, faccio progressi!
Bene...ora vado mamma
Sappi che ti voglio tanto bene, non te lo scordare ti prego.
Scrivimi...anche un banale 'ciao' per me sarà sufficente.
Be... io ti aspetto.
Se servisse ti aspetterei per tutta la vita.
Ciao mamma.
Con affetto, tua figlia Alex."

Sono le 6 di mattina e ancora non riesco a prendere sonno.

"Pensa a qualcuno o qualcosa Alex, forse riesci a dormire.."

Mi ripeto mentalmente chiudendo gli occhi.

-Sono per strada che ascolto musica con un solo auricolare, accanto a me c'é qualcuno che ha le mani intrecciate alle mie e sorrido.

Quelle mani sono così familiari...
'-Alex svegliati dobbiamo andare a scuola.'

No, aspetta devo vedere con chi sto sorridendo così tanto!
Cerco di girarmi ma pian piano la vista si appanna è tutto diventa completamente bianco.-
Cazzo, Alberico giuro che se entro cinque secondi non sparisci dalla mia visuale ti impicco.
Faccio cenno di aspettare altri cinque minuti e cerco di richiudere gli occhi.
Il sonno purtroppo è passato e mi tocca fantasticare sullo sconosciuto del sogno.
Non ci riesco, devo dormire.
Mi alzo svogliatamente dal letto e mi dirigo in cucina per preparare una camomilla, sperando che mi aiuti ad addormentarmi.
Alberico è già uscito da casa e papà sta dormendo.
Mi siedo sulla sedia a dondolo nel salone, e con la camomilla in mano osservo ogni dettaglio aspettando che si raffreddi.
Poso la tazza sul tavolino appena finito di bere il liquido e inizio a spingere leggermente la sedia con le gambe fin quando chiudo leggermente gli occhi e la melodia di River Flows In You trasmessa dallo stereo echeggia nell'enorme salone creando un'atmosfera rilassante e facendomi addormentare.

Dear Diary//Riccardo RidolfiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora