capitolo 11.

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"Se sto bene?" Le chiedo un po' schiva, sto tentando di allungare quanto più possibile il tempo a mia disposizione per risponderle, cercando qualcosa di valito da dirle, nella speranza che se la beva al primo tentativo, ma non sono molto brava in questo genere di cose. Non posso sicuramente uscirmene con qualcosa del tipo "Tuo fratello ed io abbiamo fatto un patto, deve insegnarmi come essere meno sfigata, e.. ah sì! Mi fa anche certe lezioni che comportano baci, strusciamenti e non so ancora che altro.. Ma fino ad ora tutto é andato a rotoli, l'ho perfino trovato in bagno con una certa puttanella dopo aver ammesso a me stessa che inizia a piacermi in modo sovrumano, giusto questa mattina, ma é tutto okay" No.

Interrompo il mio ridicolo monologo interiore, rendendomi conto dell'espressione seria ma allo stesso tempo estremamente preoccupata di Lottie.

Mentre guardo la mia amica, stare in piedi di fronte a me, con il viso marcato in quest'espressione tra confusa e preoccupata, non posso che pensare a quanto sia folle la sua somiglianza con il fratello. Eppure, nonostante i loro lineamenti siano così diversi, in lei, rivedo espressioni e sfumature che riconosco sempre in Louis, persino nei suoi occhi blu, c'é qualche lieve striatura che compare in quelli di ghiaccio del fratello. Ma forse è solo la mia mente che sta cercando in lei un po' di lui ..

Quando i miei pensieri si trasferiscono su quell'unica persona a cui non dovrei nemmeno rivolgere un solo pensiero, nemmeno uno piccolo ed insignificante, lo scaccio via con una manata nell'aria, guadagnandomi un'occhiata confusa da parte della bionda. Sta pensando che devo essere impazzita, ne sono certa.

"Hai intenzione di dirmi cosa é successo o preferisci startene lì ad avere una conversazione con te stessa?" Si ferma per un attimo, riprendendo subito dopo, questa volta in maniera più dolce, dopo essersi accorta che il tono appena usato era fin troppo alto. "Hai due occhi davvero brutti, Margareth, perché hai pianto? E' successo qualcosa a scuola? Sono le solite stronzette? Dimmi qualcosa, sto diventando isterica." Dice, con assurda velocità. Lottie é il tipo di persona che non lascia alcun tipo di spazio o inutili pause per riprendere fiato, quando parla. Le parole le escono a raffica dalla bocca e provare a farmarla sarebbe come provare a trattenere un uragano. Ma non la vedrei come una cosa negativa, é uno dei suoi più grandi pregi, piuttosto, e si trova sicuramente tra le più grandi qualità che io desidero, ma non possiedo. E' un po' come Louis, in fondo, ha un carisma pazzesco, una lingua irrefrenabile, insomma.. la domanda che sorge spontanea é : Cosa centra lei con una come me? Beh, é proprio grazie a questo che lei si trova quì, nella camera di una strana ragazza, che tutti si rifiutano di considerare, se non per deriderla, ovvero, é grazie a queste sue qualità che la nostra amicizia é iniziata.

Sono passati quattro anni da quando, per la prima volta, il posticino vuoto alla mia sinistra, in fondo alla classe, venne occupato da qualcuno, lei. Ricordo di aver pensato subito "E' uno scherzo! Vorrà prendermi in giro, ci deve essere un secondo fine." Ma non appena aprì bocca, iniziando a parlare a raffica del fatto che fosse davvero strano che non ci fossimo mai rivolte la parola, dato che suo fratello ed il mio erano inseparabili, come lo sono rimasti fino ad oggi. Ricordo di aver ricambiato i suoi sorrisi sinceri e di essere riuscita subito a mettere da parte la diffidenza, grazie a lei, grazie al suo modo di strapparmi fuori le parole, senza farmi vergognare, facendomi sentire come se lei fosse un'amica, quella che poi é diventata in poco tempo, come una ventata d'aria fresca. Da quel momento, Lottie diventò la mia ancora, grazie alla quale rimanevo piantata dov'ero, senza affondare. Accanto a lei sembrava più facile ; certo, la situazione a scuola non era delle migliori, ma c'era qualcuno con cui poter condividere ogni cosa, così che il peso diviso per due fosse meno faticoso da portare dentro. Come se venisse alleviato, attenuato.

Almeno fino a quando non ho dovuto affrotare tutto da sola, di nuovo, da capo. Quando lei ha deciso di lasciare la scuola.

"Oh, non é nulla di grave Lot" Le dico, la voce flebile.

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