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capitolo 15.

"Sì beh.. Ad esempio" Si ferma per qualche istante e sussurra, vicino al mio orecchio, le sue labbra toccano di tanto in tanto la pelle sensibile sotto di esso, sembrano lasciare baci, o forse carezze che permettono ai brividi di propagarsi ovunque, per tutta la lunghezza del mio piccolo corpo, steso sul suo grande letto. Non posso credere di trovarmi veramente quì. "Hai pensato al nostro patto?" Una sua mano raggiunge il mio stomaco e non posso fare a meno di tirare la pancia verso l'interno quando scende al di sotto della mia maglietta, permettendomi di sentire quanto calda sia, per poi posarla sulla mia pelle. Sento la pelle d'oca comparire al di sotto di essa.

"Cosa- cosa avrei dovuto pensare?"

Sono a corto di fiato, come se me lo avesse portato via con qualche centinaio di baci. Sto letteralmente bramando le sue labbra, bramando quella sensazione forte che fa salire la temperatura a livelli inimmaginabili e mi fa pensare che almeno per un po' le cose stiano al loro posto, dove devono stare.

Lui ancora non lo fa, non si decide, sempre se sia baciarmi quello che ha in mente, parla solo, a qualche respiro di distanza dalle mie labbra, le sue sono dischiuse, posso sentire quel fiato caldo come lo avevo sentito poco fa, al piano di sotto, con un'unica differenza : la voglia di baciare quella bocca ora è così forte rispetto a prima, così bisognosa di essere saziata. Lui lo sa.

La familiare presenza nella mia testa, quella che dovrebbe essere la mia voce interiore, o forse la coscienza, grida dentro di me, come per darmi un allarme, sembra premonirmi che succederà qualcosa tra me e il ragazzo dagli occhi di ghiaccio.

Quella mano sale per la mia pelle pallida, dopo aver scostato il tessuto verso l'alto e io mi muovo nervosamente, quasi di soprassalto, questo gesto sembra essere la risposta a quella vocina che se non fosse solamente frutto della mia immaginazione, probabilmente riderebbe compiaciuta dal fatto che aveva ragione. Aveva completamente ragione.

Ci sta andando piano, ma da qualche parte vuole arrivare.

"Beh, Domenica dovrai decidere" Quando ricomincia a parlare, quasi mi ero dimenticata del discorso precedente, non ci mette molto a resettarsi di nuovo quando le sue dita iniziano a tracciare disegni immaginari sulla mia pelle, delicatamente, non ho il coraggio di abbassare lo sguardo nemmeno per un attimo, ma posso sentire chiaramente le sue dita divertirsi a disegnare su di me.

"Louis, io-" Mi interrompo da sola, facendo no con la testa. Sembra che qualsiasi cosa dirò mi farà sembrare un'idiota ai suoi occhi.

"Cosa?" Quella mano ferma per un attimo il proprio percorso, bloccandosi a metà strada, dopo aver lasciato dietro di se una scia di brividi.

"Io- non penso di riuscire a parlare se fai così." Mi faccio scappare, buttando fuori l'aria pesantemente ed accorgendomi subito che quel "così" non rende decisamente l'idea di quello che stava provocando dentro di me un piccolo contatto come quello.

Louis sorride per qualche istante, compiaciuto come non mai, Dio, non sta ancora facendo nulla ed io sono già a corto di fiato.

"Oh, io non stavo facendo ancora nulla." Questa volta ride, dopo aver dato voce ai miei pensieri, nonostante me lo aspettassi, sentire quelle parole uscire dalla sua stessa bocca, è un ulteriore conferma. Se é impossibile, questo mi rende ancora più nervosa. Se é come ha appena detto, se quello era il nulla, non riesco ad immaginare quello che riuscirebbe a farmi sentire.

"Uhm" Il mio stomaco si stringe, la mia gola anche, tenendo imprigionata la voce.

"Bene, okay, mi posso fermare per un attimo." Dice, ma io non capisco cosa gli stia passando per la testa in questo momento, al contrario, lui lo sa alla perfezione ed è piuttosto snervante esserne a conoscenza. "Rispondi alla mia domanda." Esige. "Hai pensato al patto?"