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capitolo 19.

Mi presento davanti a casa Tomlinson senza portare con me gran ché, così mi ha detto di fare Lottie a cui ho deciso di affidarmi completamente, sicura che mi salverà dalla mia inesperienza. Porto con me una borsa rubata dall'armadio di mia madre contenente solamente gli abiti comprati da Louis qualche giorno fa e nella mani tanta voglia di riscatto. Sulle spalle e nel petto uno strano peso, che potrei definire sotto il nome di ansia, che invece di portarmi in basso.. questa volta mi spinge solamente a camminare a spalle dritte. Ingoiare la paura, la vergogna e ogni cosa che mi farebbe girare sui tacchi e tornarmene indietro. Sarei ancora in tempo in effetti ; ma non lo faccio, mando giù tutto questo, come fossero bocconi amari. 

Quando il mio indice preme il tasto che aziona il campanello, sento lungo la schiena una forte scarica di elettricità che si scaglia senza pietà su di me ; se non fosse per le parole di Louis ancora ben incise nella mia testa, se non continuassero a bruciare nel mio petto, se non le sentissi ancora nelle orecchie così tremendamente vere, se solo non fosse per tutto questo non mi presenterei a questa porta. Ma sono quì ed ora una donna dalla dolcezza inconfondibile mi ha appena aperto la porta e mi sta accogliendo all'interno con un abbraccio. E' così tanto che non vedo Jhoannah.

"Tesoro! E' così tanto che non ti vedo, entra! Charlotte é sotto la doccia." Mi avverte, sciogliendomi dall'abbraccio caloroso e sincero permettendomi poi di entrare nel luogo familiare, fin troppo.

"Oh, capisco" Rido flebilmente "Posso sempre aspettarla quì, sono arrivata un po' in, umh- anticipo." Dico, alternando uno sguardo fuggente verso le scale ad uno nervoso negli occhi della donna di fronte a me.

Temo che Louis possa spuntare da un momento all'altro dalla cima di quei gradini e in quel caso, non riuscirei a reggere l'imbarazzo. Ricordo l'ultima volta che sono stata quì, voglio dire, nella camera di Lou, e il pensiero di aver messo piede in casa di questa donna a sua insaputa mi fa sentire come se fosse sbagliato, come se stessi mentendo e- giusto, la nuova Margareth, ricordo a me stessa. Le paranoie si infiltrano con così tanta facilità della mia mente, ma l'importante é che io non permetta più che mi annebbino la vista e intralcino il mio obbiettivo.
 
"Non preoccuparti cara, puoi salire nella sua stanza."

Jhoannah mi sorride teneramente portandomi inevitabilmente a pensare quanto ci sia in lei che si é trasferito in Louis che non fa altro che ricordarmelo un'altra volta ancora. Non ho mai fatto troppo caso a questo genere di cose e il fatto che inizi proprio ora a notare le piccole cose come questa mi fa pensare che sta realmente succedendo qualcosa dentro di me.

"In ogni caso, tra poco andrò a prendere le piccole e le porterò a mangiare da qualche parte, così che voi ragazzi abbiate la casa silenziosa almeno per qualche ora." Mi dice.

"Grazie, ma non c'é alcun bisogno, non- umh- non staremo in casa comunque." Scuoto la testa. "E' il compleanno di mio fratello quindi andremo a.. festeggiare, immagino."

"Owh, ho capito! Fagli tanti auguri da parte mia, spero vi divertirete." 

Lo spero anche io.

"Sicuramente!" Rispondo, esagerando forse un po' troppo con il finto entusiasmo. Non sono davvero sicura di quello che sto dicendo. "Allora vado ad aspettare Lot di sopra" Dico, sicura di aver appena sentito una porta sbatterte al piano di sopra. Sarà lei. 

Salgo le scale con un insolita fretta facendo quasi cadere la borsa dalla spalla su cui cerco di reggerla. Quando raggiungo il corridoio non mi stupisco troppo degli occhi azzurri che mi stanno fissando, sembravano aspettare, aspettare me e qualcosa mi suggerisce che abbia sentito tutta la conversazione insieme a Jhoannah, probabilmente ho ragione. Se ne sta lì, a braccia conserte, con la schiena contro il muro. Non é una sorpresa, ma il cuore batte così forte. Dopo la nostra ultima conversazione al telefono non ho idea di chi atteggiamente dovrei usare con lui.. Fredda? Arrabbiata?