capitolo 13.

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[Leggete lo spazio autrice, vi ringrazio.]

Sono passati due giorni dall'ultima volta che ho parlato con Louis. Oh, certo, ho dovuto vederlo girare in casa molto spesso, condividere il suo stesso spazio in macchina, sembrava si fosse definitivamente trasferito da noi, come se non avesse una casa in cui passare il suo tempo. Ma dopo tutto però, non mi ha più rivolto la parola. Alla fine, quel pomeriggio nella mia stanza, ha accettato la mia scelta. Niente più patto, non avrò più nulla a che fare con Louis, rimarrà solo .. il migliore amico di mio fratello, quello che é sempre stato. Ed é giusto così. Non lo ha detto esplicitamente, ma ho saputo leggere tra le righe. L'unica cosa che ha fatto durante questi due giorni é stata lanciarmi delle occhiate di nascosto ogni qual volta che scendevo al piano di sotto mostrando qualche segno di vita, forse era convinto che io non me ne accorgessi, ma lo facevo e avrei davvero voluto che potesse semplicemente farla finita, avrei voluto che la smettesse di farmi sentire come se ancora, in qualche modo, stesse pensando a me e a quello che c'é stato, qualsiasi cosa ci sia stata tra di noi.

Non ho mai saputo capire quelle frasi del tipo "Ciò che non uccide, fortifica." oppure "Gli ostacoli insegnano ad essere forti." sono quel genere di frasi fatte vere per chiunque, tranne che per me. Questa storia ha fatto tutto, tranne che fortificarmi, piuttosto ha distrutto, invece. Ha saputo aiutarmi, farmi sentire bene per un tempo così corto che ancora non avevo avuto il tempo metabolizzarlo per bene, poi ha demolito ogni cosa. I pezzi sono rimasti sparpagliati, ed io, ancora sospesa in questo stato. La mia vita é andata avanti allo stesso modo di sempre, giornate intere con bocca sigillata, un libro tra le mani e il petto in fiamme, sono stata lì, raggomitolata tra le coperte per ore e ore, rispondendo di tanto in tanto a qualche messaggio di Lottie.

Anche questa giornata, iniziata allo stesso modo di sempre non sembra avere un aspetto diverso dalle altre.

Litigo un po' con la serratura del mio armadietto, quest'anno mi é toccato uno difettoso, la fortuna non é mai dalla mia parte, in nessun caso, nemmeno per le cose banali, probabilmente c'é qualcosa lassù che é contro di me, forse vuole vedere per quanto tempo posso resistere. Si diverte ad affidare alla mia schiena continui pesi, alcuni sono piccoli, ma accumulati agli altri possono pesare più di me, che sono un mucchietto di ossa. Pensavo che avrei avuto abbastanza tempo per passare di quì a prendere le mie cose, ma evidentemente anche il tempo mi tradisce e nello stesso istante in cui la serratura sembra volersi arrendere a me, i corridoi si svuotano per il suono della campanella. Impreco debolmente, farò tardi alla prossima lezione. Ispeziono l'interno, in cerca di un libro in particolare, ma la confusione nella mia testa, fa sì che le mie dita scorrano per tutti i libri senza riuscere ad afferrare quello giusto.

LOUIS' POV.

Margareth é ferma, proprio a pochi metri da me, davanti al suo armadietto. Non sa che sono quì a guardarla, invece di starmene al mio posto, dove mi aveva pregato di rimanere. Le sue spalle sono chiuse su se stesse, come sempre, tenta di nascondersi, nonostante non ci sia nessuno nel corridoio, probabilmente ha fatto tardi alla sua lezione, sta guardando distrattamente all'interno del piccolo sportello con una certa fretta, in cerca di qualcosa, posso dire che é estremamente indecisa, ho imparato ad interpretare ogni suo movimento e il modo in cui fa ruotare di tanto in tanto la testa a destra e poi a sinistra, mi fa capire che non sa cosa dovrebbe fare adesso che ha mancato la sua ora di lezione. Mi chiedo per quale motivo sia ancora quì e non sia andata subito a sedersi all'ultimo banco, non posso fare a meno di chiedermi perchè. Forse vuole evitare qualcuno o forse non ha semplicemente voglia, ma non é il tipo che trasgredisce a questo genere di cose, però una cosa é certa, io mi sto decisamente facendo troppe domande. Quando mi riprendo e mi rendo condo che la sto guardando senza fare nulla mi rimetto dritto sulle mie spalle e le scrollo guardando dritto verso di lei, che ora é il mio obbiettivo. Se non lo faccio adesso, forse non la vedrò per il resto della giornata, almeno non da sola. Non sto rispettando la sua decisione di voler andare per la sua strada, ma é una vita intera che non rispetto le regole, non inizierò a farlo ora, soprattutto se si tratta di Meg, ma è la cosa giusta e so che può davvero funzionare e andare per il verso giusto. Ho così fottutamente bisogno di lei in questo momento, bisogno di baciare le sue labbra innocenti, così morbide ed inesperte, labbra che hanno baciato solo le mie. Mi ci sono voluti due giorni per rendermi conto che lei ha ancora bisogno di me, l'ho fissata tanto, intensamente, più di quanto avessi mai fatto, studiando segretamente la sua timidezza e la sua bellezza nascosta che, sono sicuro, lascerebbe chiunque senza fiato se solo la tirasse fuori e sono pronto a farlo io per lei. Ho capito quanto é preziosa, così piccola. La sua delicatezza mi affascina in un modo che non riesco a comprendere, almeno non ancora. Avrei dovuto aiutarla e saperla rendere sicura di sè, far sì che diventasse confidente con sè stessa, con me e poi anche con tutti gli altri, invece, l'unica cosa che ho saputo fare é stata demolirla come se si trattasse di qualche gioco ricomponibile. L'ho fatta piangere ed ora non so se si lascerà ricomporre. Oh, mia piccola Meg, mi dispiace così tanto. Quello che voglio é poterla baciare fino a quando tutta quella tristezza non sarà sfumata e potrò considerarmi soddisfatto solo quando una dolce espressione si poserà su quel suo viso, voglio farla sentire bene, scoprire i suoi punti sensibili e far sì che provi piacere intenso fin nel profondo delle ossa, come mai nessun'altro ha fatto con lei. Ma prima di tutto, devo riconquistare la sua fiducia.

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