Omicidio al Green Mill

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Un mese è ormai passato.

Louis ed Harry lavorano bene insieme e fanno una bella coppia, equilibrata dopo le giornate passate a conoscersi.

Louis ha capito che tenere lontano Harry dai guai è praticamente impossibile. È capace di combinare macelli quando meno se lo aspetta. Aveva promesso di tenere gli occhi aperti e di prevenire i suoi danni. Beh, non ci riesce. Harry combina guai e nei modi più fantasiosi possibili. Ormai ha rinunciato a prevenirli, ha deciso che la tattica migliore sia quella di lasciarlo fare e di vedere che ne esce fuori alla fine.
Certo è che non si limita nelle sgridate subito dopo ma nemmeno quelle ormai fanno più effetto. Se prima Harry si mortificava e per qualche giorno rigava dritto, ormai è una mina vagante che sa di valere molto come Agente ma soprattutto che sa di essere simpatico a Louis. Ormai lo ha capito.
Si, effettivamente Harry lo ha capito.
Ha capito quale sia il suo caffè preferito, il tipo di cibo che adora mangiare quando la sera tardi rimangono in ufficio a lavorare. Ha capito che la mattina è energico per lavorare ma poco loquace, che quando litiga con qualcuno la cosa migliore è distrarlo e che se gli fa male la testa è perché è stressato e non perché davvero ha qualcosa a livello fisico che non vada.
Harry lo capisce e stranamente anche Louis pensa di capire l'altro.

Sa per esempio che Harry, quando è in difficoltà, improvvisa. Di solito riesce sempre a spuntarla ma alle volte è servito il suo aiuto per uscirne fuori.
Sa che tra Randall ed Harry si è stretto un bel legame, che con sua sorella si sente ogni mattina prima dell' inizio del lavoro e che si rilassa con una tisana calda al cioccolato e cocco.
E sa che adora il bello, tutto ciò che lo fa stare bene e che lo fa sentire bene.
Sa che il ragazzone passato in ufficio quella volta non era un fidanzato ma solo uno dei tanti spasimanti di Harry, che come quel ragazzo ce ne sono altri mille ma che Harry non sembra davvero essere interessato a nessuno di loro.
Semplicemente li frequenta e dopo un po' si stufa e passa a quello successivo.
Louis ha fatto l'abitudine ai mazzi di fiori sulla sua scrivania di tanto in tanto, ai passaggi che rimedia quando la sera staccano molto tardi dal lavoro e dal cellulare del riccio che vibra spesso ma a cui Harry di rado presta attenzione.

Ma c'è un'altro fatto da prendere in considerazione.
Era cominciato tutto con degli sguardi che il riccio utilizzava con lui, prima quando pensava non se ne accorgesse, dopo quando anche l'altro lo guardava (mettendolo un po' in imbarazzo alle volte). Non sa descriverlo nei minimi dettagli, sa solo che era determinato, fisso e intenso. Ecco, si!

Poi dopo lo sguardo particolare che lo metteva in difficoltà ma che riusciva comunque a far finta di non notare, era arrivato il momento delle frasi a doppio senso. Specifichiamo però: i doppi sensi non erano mai espliciti all'inizio, sempre molto leggeri, potevano essere scambiati tranquillamente per coincidenze o mal interpretazioni.
Una volta Louis, per il loro precedente caso, aveva detto di voler capire come mai la vittima si fosse andata ad impelagare con il peggior dongiovanni della sua cerchia di amici. La risposta di Harry era stata:
"Oscar Wilde diceva che l'unico modo per liberarsi di una tentazione è cedere."

Tutto normale se non fosse stato per quello sguardo.
Era Louis a capire più di quanto avrebbe dovuto o Harry l'aveva detta con un preciso significato?

Era cominciata così, con delle stupide frasi lasciate cadere un po' per caso un po' per noia.

Ma poi in una giornata piovosa, quando erano rimasti bloccati in ufficio, Louis guardando fuori dalla finestra aveva detto: "Che giornata di schifo! Le odio, non si può fare niente.. non si può uscire, non si possono fare le solite commissioni.. mi butta giù solo l'umore."
Ed Harry a quel punto aveva risposto: "Non sono poi così male le giornate di questo tipo se sai cosa fare durante."
Louis si era gelato sul posto e, schiarendosi la gola, aveva cambiato discorso.

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