7- Il test

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Dal punto di vista di Damiano

"No, Dam. Non intendo quello... solo che, be', se doveste litigare di nuovo la band andrebbe un'altra volta in secondo piano, proprio com'è successo in questo mese"
"Senti Tom, fidati di me. Non litigheremo, e se lo faremo ti assicuro che vedremo di risolvere"
"Ma Victoria come farà a suonare con la pancia che crescerà?" Cambia argomento, sorseggiando il suo caffè.
"Non suonerà. Lo so, lo so... mi dispiace, ma dovete anche capire che sarà magnifico!"
Continuo a lanciare occhiate verso il bagno, dove si trova Vic.
"Quindi niente X-Factor?" Chiede deluso Ethan, tirando fuori il portafoglio per pagare il cameriere.
"Temo di no..."
"Ma dura circa tre mesi e mezzo, dici che ce la farebbe?"
"No. Assolutamente no. Non lascerò andare Vic incinta per tre mesi a saltare in giro per un palco sapendo che starebbe male costantemente" sono categorico stavolta, sottintendendo che il discorso è chiuso quando la vedo uscire dal bagno.
Non ha una bella cera.
Le vado incontro, preoccupato, mentre mi guarda stanca.
"Vic, tutto bene? Stai bene? Hai vomitato?"
"Sì, sì e sì" mi abbraccia, poggiando delicatamente la testa sul mio petto.
"Cavolo... te l'ho detto, se ti senti male devi dirmelo. Ok? Ora andiamo a casa, devi riposarti..."
Mugugna un nuovo "sì", annuendo contro la mia camicia.
"Ragazzi, noi torniamo a casa. Vic non sta bene. Ci sentiamo in questi giorni, ok?"
Ci salutiamo, mentre io e lei usciamo dal bar.
Sembra proprio indebolita.
"Facciamo così... forza, sali sul motorino. Mettiti davanti, io sto dietro"
La aiuto a salire, poi la seguo e la circondo con le braccia in modo da riuscire a guidare.

Si è addormentata, siamo fermi col motorino davanti a casa sua.
Scendo, sostenendola, e le sfilo le chiavi da una tasca.
La prendo in braccio perché non voglio svegliarla, portandola fino alla soglia della villa per poi aprire la porta facendo un po' di fatica.
"Cos'è successo?!" Alessandro mi corre incontro, allarmato.
"Si è addormentata... non è stata bene, e si è indebolita. Credo abbia la febbre, ora la porto a letto"
"Grazie, Damiano" mi dà una pacca sulla spalla, sorridendo stanco anche lui.

un mese dopo:

"Ehi. Come stai?" Le accarezzo i capelli, spostandone una ciocca dietro l'orecchio destro.
"Mi sento un po' stanca, ma del resto tutto bene" struscia il viso contro la mia mano, con cui prendo subito a lambirle la guancia.
"Se succede qualcosa... anche se non succede niente, chiamami. Se ti senti male, se vuoi qualcuno con cui parlare, se hai bisogno in qualche maniera chiamami. Non esitare a farlo, ti prego"
Annuisce, mentre osservo i suoi occhioni blu guardarmi con interesse.
"Che devi sentirti bene, oggi abbiamo il test. Se dovessi tenerlo... quando lo dirai ai tuoi compagni di classe?"
"Credo che glielo dirò oggi, dirò loro anche la situazione in quanto al test"
"Buono a sapersi. E se per qualche motivo non riesci a contattarmi..."
"Sì, sì... chiamo Nica."
"Perfetto. Allora a dopo, vengo a prenderti qua davanti e poi andiamo al Mc. Buona scuola, amore"
La bacio sulle labbra, per una decina di secondi, lei si abbandona al momento.
Scende dal motorino rendendomi il casco, e mentre la guardo allontanarsi mi assale una fortissima nostalgia, come se un pezzo di me se ne fosse appena andato.

Dal punto di vista di Vic

Appena entro dentro scuola, vedo tutti nel corridoio che si voltano a fissarmi.
Cammino, e alcuni sussurrano ad altri frasi incomprensibili per me.
Ma che cazzo succede?
Mi raggiunge correndo Veronica, mettendosi al mio fianco.
"Vic! Scusa... mi è scappata la frase sbagliata con l'amica sbagliata, ti giuro che non l'ho fatto apposta!"
Sono sempre più perplessa.
"Nica. Che diavolo sta succedendo?"
"Mi è scappato che sei incinta con un'amica, e lei l'ha raccontato a tutta la scuola..."
Se solo ne avessi la forza, la scaraventerei dall'altra parte del corridoio.
"Cazzo, Veronica! Ma cosa ti dice il cervello?!" Glielo dico sussurrando, ma sono furiosa.
"Scusaaaa! Almeno nessuno sa che il padre è Damiano!"
"Quello era il minimo!"
La campanella suona in questo istante, e tutti entriamo nelle rispettive classi.
"Victoria... ciao, come stai? Ti senti bene?" La prof di storia.
"S-sto bene, grazie...?"
Ma io davvero devo passare tutta la giornata così?

Dal punto di vista di Damiano

"È suo. Il bambino, è suo"
"C-che cosa?!" Esclamo.
"Il figlio è della persona che avete indicato sulla scheda. Il test parla chiaro" l'infermiera dice questo, porgendomi una cartella coi dati.
Mi volto verso Vic. Sta piangendo.
Io ho la bocca secca, anche se avevo provato a prepararmi psicologicamente all'evenienza.
"Non ci credo..." sussurro.
L'infermiera se n'è andata, per lasciarci soli.
Victoria mi abbraccia, stringendo forte come non ha mai fatto.
Scoppia in lacrime, e non riuscendo più a trattenermi lo faccio anch'io.
Le prendo il volto fra le mani, fissando il mio sguardo nel suo.
Le lascio anche un delicato bacio in fronte, mentre lei tiene le mani aperte sul ventre.

"Sono così felice..." mormora.
Rido, una risata mischiata alle lacrime.
"Stiamo per diventare genitori, Victò. Nulla di più bello"
Ride anche lei, ancora scossa dai singhiozzi.
Mentre, tenendoci per mano, usciamo dall'ufficio, ci corrono subito incontro le nostre famiglie.
"Allora? Che cos'ha detto?" Chiede impaziente mia madre.
"Che il padre... be', sono io"
Tutti sospirano, e cominciano ad abbracciarci e a congratularsi.
"Andiamo a festeggiare, offro io!" Stavolta è Jacopo a parlare, sorprendendo un po' tutti.
"Wow... a cosa dobbiamo questo piacere?"
"Ve ne parlerò poi, per adesso concentriamoci su quest'altra magnifica notizia"
Cingo le spalle di Vic con un braccio, mentre sorrido e camminiamo fuori dall'ospedale.

Dopo una rapida bevuta e qualche parolina di discorso, Jacopo prende parola.
"Dunque. Sono felicissimo di comunicarvi che quest'anno mi potrò finalmente iscrivere all'università!" Esclama.
Tutti applaudiamo, sembra magnifico.
"Aspettate... non ho ancora finito. L'università in cui mi iscriverò, in cui mi hanno offerto una borsa di studio, non si trova qui. Si trova a Madrid, in Spagna. Avevo fatto domanda tempo fa, quando ancora ci vivevamo, e ora che posso farlo andrò a studiare lì"
Lascia tutti ammutoliti, nessuno se l'aspettava.
Mi alzo, andando dietro di lui per stringergli le spalle.
"Bravo, Jacopo! Sei l'orgoglio della famiglia, sappi che hai tutto il mio sostegno! E cosa studierai?"
Mi guarda con un sorriso tirato, deve aver capito cosa ci sta sotto le mie parole.
"Giurisprudenza"
Spalanco gli occhi, mentre tutti gli altri sono ancora fermi e zitti.
"Beh, mi sembra fantastico. Ragazzi, nessuno si congratula?" Chiedo alle quattro persone davanti a me.
Sento le guance tirare al massimo e gli zigomi fare male quando mi rendo conto dell'amarezza che mi sto facendo ingoiare da solo. Quel sorriso falso mi sta ammazzando, non riuscirò a farlo per molto.
Improvvisamente tutti cominciano a congratularsi, mentre io mi sento soffocare.
"Devo... devo uscire, scusatemi un attimo..."

Predestinati 2 // DamoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora