Dal punto di vista di Damiano
"Ah, finalmente un momento di calma!"
Mi lancio sul divano, battendo una mano accanto a me per farci sedere Victoria.
Lei mi segue, sorridente, mentre Alessandro con le pizze in mano accende la tv e mette su un film a caso.
Quando cominciamo a mangiare Vic si appoggia alla mia spalla con la testa e ci copre con una coperta.
Mi scappa un sorrisetto a vedere il pancione formare un rigonfiamento sotto la lana, con la mano libera (quella che non prende la pizza) mi insinuo sotto la coperta e carezzo la gamba di Vic.
In modo affettuoso, dolce, senza doppi fini, nonostante le mie dita arrivino quasi fino all'inguine.
In qualche secondo sento il tessuto dei suoi pantaloni bagnarsi, tiro subito via la mano e aggrotto la fronte.
Mi volto verso di lei, sussurrando:
"Che, ti sei bagnata per delle carezze?" Rido, senza che Alessandro capisca mentre ci guarda stranito.
Lei spalanca gli occhi, ingrandendoli a dimensioni disumane.
"Dam, Dam, Dam! Non sono bagnata per quello!" Esclama aggrappandosi al mio braccio.
Scatto in piedi, sentendo il sangue nelle vene arrivare in ritardo al cervello.
Mi porto una mano alla testa chiudendo gli occhi, mentre penso a cosa fare.
Anche lei si alza, suo padre chiede cosa sta succedendo.
"Le si sono aperte le acque!" La indico, riprendendo in mano lo zaino che avevo malamente abbandonato all'ingresso.
"Si sono rotte! Cazzo sono, Mosè?!" Sbraita, cominciando a camminare velocemente a gambe larghe.
Riderei, se non fosse che sarebbe una risata per la mia ignoranza e non è la situazione giusta.Sul sedile inclinato, accanto a me, c'è una Vic sdraiata che geme e si tiene le mani sul ventre.
"Fa tanto male?" Chiedo, ignaro del dolore che sta provando.
"Sì! Sì, fa uno stracazzo di maledetto male!" Mi urla di rimando, mentre Alessandro accelera dopo un semaforo.
Non so se ridere o piangere, mi diverte che da dolce sia improvvisamente diventata una belva ma tutto questo mi fa sentire impotente e sto male a vederla così.
"Dami... fa male!"
Ha le guance arrossate e bagnate dalle lacrime, la sua fronte è madida di sudore.
Le prendo una mano, che lei stringe con una forza tale da darmi la sensazione delle falangi spezzate.
"Lo so, lo so che fa male. Ora siamo quasi arrivati, ancora un po' e sarà tutto finito" so che non mi crede, nessuno mi crederebbe, è la bugia più mal raccontata del mondo.
Alessandro fa una sgommata colossale per cui mi complimenterò più avanti e parcheggia sbloccando le portiere.
"Scendete!" Esclama mentre afferra dal bagagliaio la borsa con le cose da ospedale di Victoria.
Sorreggo quest'ultima conducendola all'entrata del Pronto Soccorso, dove chiamo un ragazzo col camice che sta lì a far niente.
"Damiano?" Una ragazza spunta da dietro un'ambulanza.
"Rebecca! Vic sta partorendo, le si sono rotte le acque e-"
Lei la conduce su una barella su cui la fa sdraiare, facendomi cenno con la mano di star zitto.
"La portiamo subito in una stanza, tu sei il padre vero?" Chiede mentre le corro dietro e si fa aiutare da un'altro medico a spingere la barella.
"Sì, sì sono io..."
Fanno stendere Vic su un letto, mi siedo accanto a lei e le prendo di nuovo la mano.
"Vic, mi senti?" Lei annuisce deglutendo, mentre continua a piangere mugolando.
"Dai, dai, resisti..." non so che fare, vorrei poterle alleviare il dolore ma non è possibile purtroppo.
"Le contrazioni, ha le contrazioni" dice una delle infermiere.
Rebecca è uscita, lasciandoci da soli con delle sconosciute.
Damià calmo, respira, che non sei tu a dover partorire.
Loro parlano, ma io continuo a stare appiccicato all'orecchio di Vic e a sussurrarle frasi di conforto.
In pochi minuti smette di piangere, e mi guarda con due occhi così grandi e lucidi che, se non dovessi rimanere composto per lei, a vederli scoppierei in lacrime (e sarebbe difficile farmi smettere).
Le lascio un bacio sulla fronte e uno sulle labbra, carezzandola per asciugarle il sudore e calmarla un po'.
"Ho sete" dice piano, con la voce roca per la bocca secca.
Subito le viene porto un secchiello con del ghiaccio da un medico.
"Bene Victoria. La dilatazione è sufficiente per farti partorire, ora ti portiamo in sala parto. Se possibile, sarebbe di conforto se anche lei venisse" accenna a me.
La donna guarda Vic con fare rassicurante mentre la sistemano su un'altra barella.
Daje, si comincia.Ho i timpani perforati da quanto Vic sta urlando, ma devo rimanere attivo per assisterla.
Non so quanto tempo sia passato da quando siamo qui, delle ore forse, ma sicuramente tanto.
Victoria è stanchissima, ha l'aria di una che sta per svenire.
A un certo punto, però, proprio quando stavo allentando la presa sulla sua mano, il medico esclama:
"Ecco la testa!"
Scatto sull'attenti, Vic spalanca gli occhi e mi stritola le dita facendomi sentire le punte pulsare.
Ricomincia a spingere, le persone intorno parlano ma io non sento nulla, vedo solo lei e se mi sporgo anche la testa di uno dei bambini.
"Daje, amore! Ci sei!" La incito.
Dei minuti dopo, forse, non so quanto, tirano fuori una creatura.
"Mamma?" Chiede Vic.
Gli infermieri, interdetti, ci guardano.
"È... la chiameremo come sua madre" spiego allora.
La portano a lavare, mentre le sue grida riempiono la stanza.
È una bambina o un Nazgül?
"Ecco l'altro!" Esclama ancora.
Neanche l'emozione di vedere Jeanett ci lasciano, perché deve ancora uscire Tommaso.
Vic ricomincia a spingere, e ora non riesco a pensare ad altro se non che è la ragazza più forte che abbia mai conosciuto.
Un'altra manciata di minuti dopo è fuori anche l'altro.
E ora non riesco a trattenermi, non riesco quando mi mettono in braccio una... una bambina.
"Jeanett..." mormoro guardandola.
È bella, alla faccia di chi dice che i neonati sono brutti.
Ora non piange più, non come Tommaso, che strilla come un forsennato.
Lei mi guarda con due enormi occhi azzurri e io non posso fare altro che piangere e dire a Vic che "è bella, bellissima, come te... guarda, prendila..." mentre gliela passo, e Victoria tutta sudata e completamente esaurita la prende delicatamente in braccio.
Ora piange anche lei, ora che ha in braccio nostra figlia e io invece tengo nostro figlio.
Lui ha i miei occhi, invece, e adesso che si è calmato riesco a notare una cosa che, ora come ora mi fa ridere, ma poi mica tanto.
"Ha il naso mio, Victò! Guardalo, ha preso da me!" Rido, mentre passo anche lui alla ragazza accanto a me che li sta allattando.
"Allora teniamo solo Jean" risponde flebilmente.
Rido.
Rido, e l'abbraccio.
Per un secondo ci guardiamo.
E ci capiamo, capiamo che un'emozione simile non pensavamo di poterla provare.
Capiamo che da oggi siamo uniti per sempre, non che ci dispiaccia.
Capiamo che subito, da questo momento, saremo disposti a fare tutto per le due creature magnifiche che Victoria ha in braccio.
Anche dare la vita.
Lei sorride, e io ricambio.
E rimaniamo lì, lei che allatta i bambini e io che la coccolo, su un lettino d'ospedale.
Io, Victoria, Jeanett e Tommaso.
Benvenuti, ragazzi. Spero vi piacerà questa vita."Allora? Com'è andata? Stanno bene? Sono nati? Vic come sta?"
Sono le domande che tutti insieme mi rivolgono Alessandro, mia madre, Thomas, Ethan, Veronica e Leonardo.
Mi asciugo la fronte, sedendomi su una delle seggioline nella sala d'aspetto.
"È andato tutto liscio, alla perfezione. Strano, considerato che non succede mai quando io sono nei paraggi. Sono nati Tommaso e Jeanett, e no Thomas, non l'abbiamo chiamato così in tuo onore. Victoria sta bene, ovviamente è stanchissima quindi l'hanno messa a dormire. Dopo potrete vedere i bambini, per ora dovrete aspettare ancora"
Esultano tutti; mi abbracciano, mi dicono parole bellissime, mi tirano pacche sulle spalle.
Tutti tranne Alessandro, che se ne sta in disparte con un'espressione seria.
"Damiano scusami, potresti venire un attimo con me?" Mi chiede.
Ci guardiamo prima io e mia madre e poi io e Veronica.
Lei annuisce, allora io lo seguo.
Mi conduce in un corridoio semideserto.
E poi mi abbraccia.
Potevi farlo anche davanti l'altri questo, ti vergogni?
"Devo... devo ringraziarti. Per aver chiamato così mia nipote. È... è la cosa più bella che potessi fare, davvero. E poi volevo congratularmi anche io.
Il giorno in cui ti ho incontrato sapevo già che avresti fatto un casino. Però non pensavo a un casino così. Insomma, tutto è partito da un progetto scolastico di due anni fa, due capito? Vi odiavate, me l'aveva raccontato Victoria, anche se alla fine eri stato dolce con lei e quindi riusciva a sopportarti. Poi, con tutti i casini che tuo padre ha causato, ho avuto paura per lei. Ma devo ammettere di essermi preoccupato anche per te. Non mi fidavo assolutamente di uno che aveva una reputazione come la tua, ma ti sei dimostrato tutt'altro. Ora mi fido, specie considerato che sei il padre dei miei nipoti e l'uomo che mia figlia ama. Quindi sappi che avrete tutto il mio supporto in questo. Intendo, se vi serve qualcosa... conta su di me"
Sorrido, accorgendomi dei cambiamenti nel rapporto fra me e lui.
E chi se l'aspettava?
"Lo farò. Grazie, Sandro" mi mette le mani sulle spalle stringendole, mentre sorridiamo uno all'altro.
Faccio per andarmene, ma sento la sua voce una volta ancora facendomi fermare e voltare.
"Prenditi cura di lei. Di loro."
Lo guardo intensamente senza dire nulla, lui capisce.
Annuisce e mi fa cenno di andare.
È una nuova era.
Il 2 Aprile 2017 inizia una nuova era.
Quella di Damiano e Victoria, quella di Jeanett e Tommaso. Quella dei Måneskin.Buongiorno! È da un sacco che non scrivo note dell'autrice, ma eccomi qui!
Finalmente... cosa ne pensate? Mi raccomando, lasciate tanti commenti che voglio sapere quali sono i vostri pareri.
Statemi bene❤️❤️
STAI LEGGENDO
Predestinati 2 // Damoria
FanficSEQUEL DI "Predestinati // Damoria" 1^ in #david 30/01/2022 1^ in #deangelis 31/01/2022 4^ in #rock 3/2/2022 8^ in #xfactor 8/3/2022 8^ in #ethan 3/4/2022 9^ in #band 9/3/2022