Dal punto di vista di Damiano
Eyes blue like the Atlantic
And i'm going down like the TitanicSono le parole che mi rimbombano nel padiglione auricolare mentre accarezzo i capelli a Victoria, che se ne sta accoccolata sul mio petto, le gambe incastrate con le mie.
Non ci siamo propriamente chiariti, semplicemente siamo andati a stenderci sul suo letto perché eravamo entrambi stanchi morti.
E ora lei dorme, mentre io ascolto la musica, ammirando l'opera d'arte sdraiata su di me.
Non c'è stato bisogno di dire niente ad Alessandro, lui è solo passato davanti alla stanza e vedendoci messi così ha sorriso e ha chiuso la porta.
Lei è bellissima, ora come non lo è mai stata, perché di giorno in giorno lo diventa sempre di più.
Non faccio altro che pensare a quanto vorrei baciarla, ma non lo faccio, insicuro se lei voglia lo stesso o meno.
La canzone è finita, sfilo gli auricolari e chiudo gli occhi.
Ma non appena lo faccio lei comincia a muoversi, probabilmente in cerca di una posizione più comoda per non disturbare il suo sonno.
"Ahia..." le scappa detto, mentre si sveglia di soprassalto.
"Cos'è stato?" Ho sentito anch'io un colpo, contro il mio stomaco, ma proveniente da Vic.
"Scalciano..." mormora rispondendomi.
"Che?!" Scatto su a mezzo busto, e lei mi prende le mani fra le sue poggiandole delicatamente sul suo ventre ormai grande da far paura.
"Non li ho mai sentiti... ma guardali, che due stronzetti! Non ti lasciano un momento, eh?" Non capisco se là dentro ci sono due bambini oppure due piccoli Totti.
E lei sorride, sorride debolmente vedendo l'espressione estasiata che mi è comparsa nel constatare che dentro di lei ci sono due vite.
"Cacchio, questa era forte!" Esclamo, quando il sorriso di Victoria si trasforma in una smorfia di dolore.
Le sue mani sono ancora sulle mie, trasmettendomi un calore incredibilmente tenero.
Il suo sguardo cade sulle mie labbra non appena me le inumidisco, facendomi fermare il battito per un nanosecondo.
Ci stiamo impercettibilmente avvicinando, mentre stringo con sicurezza le sue minuscole manine.
Quando però i nostri nasi si stanno sfiorando, Victoria guarda in basso e sfila le dita dalla mia presa.
"Vic..." sussurro, la mia voce è roca per la gola secca data dall'emozione.
"Non... non me la sento ancora, Dam. Sai, quando hai... fatto quello che hai fatto, mi hai ferita. Sono stata male per tanto tempo, mi fidavo ciecamente di te. E ora torni, dopo due mesi, dicendomi che hai sbagliato. Non aspettarti che ti accolga a braccia aperte, perché non sarà facile perdonarti del tutto. E sarò sincera: una parte di me ancora ti odia."
Rimango in silenzio, la bocca leggermente aperta, mentre cerco di formulare una frase di senso compiuto.
"Prima che ti conoscessi mi scopavo una diversa ogni sera. Poi il 14 settembre 2015 la mia vita è cambiata, radicalmente. Ti ho vista mentre andavi a scuola, mi avevano parlato di te: eri una ragazza difficile, i tuoi atteggiamenti allontanavano molte persone. Ma qualunque aspetto che ti riguardava mi affascinava sempre di più. Quando finalmente ti ho incontrata, ho cominciato a parlarti e mi sei piaciuta subito. Siamo uguali, io e te. L'avevo capito fin da subito. Comunque, ero abituato a fare quello che volevo con le ragazze. Non avevo mai avuto una relazione, sempre solo episodi da una botta e via. È stato un casino stare con te all'inizio, tutte le mie abitudini erano cambiate, ma ero combattuto: tornare a fare quello che volevo, oppure non ignorare i sentimenti che provavo per te. Sei stata la prima e sarai sempre l'unica donna che abbia mai amato. Quando l'abbiamo fatto per la prima volta mi sono sentito bene, come non mai. Quando ti ho detto che ti amo, le farfalle si sono fatte sentire dal fondo del mio stomaco. Quando me l'hai detto tu è stato il secondo giorno più bello della mia vita, perché il primo è stato quando mi hai risposto di voler tenere il bambino, che poi si è sdoppiato. Ho baciato Giorgia, sì, e non smetterò mai di odiarmi per averlo fatto. Non ti meriti tutto il dolore che ti ho procurato. Te lo ripeto, è stato un errore di debolezza. Lei era lì, così vicina, ed era tanto tempo che ci provava con me... non so, ho svuotato la mente e senza pensarci l'ho baciata. Sono stato un coglione colossale, e stronzo anche. Quindi... se ti va pensaci. A perdonarmi" concludo il mio monologo con davanti Victoria che mi scruta, gli occhi lucidi e le mani sul ventre. Le sue gambe sono incrociate, come le mie, creando un piccolo avvallamento sul materasso.
"Ci penserò, Damià. Lo farò" promette allora, stirando le labbra in un piccolissimo sorriso che però mi scalda il cuore.
"Grazie..." sussurro.
Mi sporgo in avanti poggiando delicatamente le labbra sulla sua fronte.
Torno nella posizione di prima, notando le sue gote arrossarsi, come la prima volta che le ho detto che era bella.
Stiamo tornando, vero?
Speriamo, mi manchi così tanto..."Buongiorno" mi accoglie Veronica in cucina, mentre i miei occhi fanno fatica ad abituarsi alla luce.
Lei e Alessandro hanno un sorrisone a trentadue denti, stanno seduti al tavolo insieme a Vic a far colazione.
"Buongiorno...? Quanto ho dormito?" Chiedo passandomi una mano sul volto stanco.
"Tredici ore. Complimenti, hai battuto il mio record" risponde Victoria appena mi siedo accanto a lei.
Lancio un'occhiata all'orologio appeso sul muro, notando la lancetta delle ore che indica le dieci e mezzo.
Spalanco gli occhi rendendomi conto dei guai in arrivo.
"Cazzo... mo' faccio ritardo a lavoro!" Mi alzo di scatto all'istante, afferrando un biscotto e correndo di sopra.
Raggiungo la stanza dei bambini, trovo la maglietta rossa della BRT e la indosso, correndo di nuovo giù per le scale.
All'ingresso mi aspetta Victoria, con in mano un termos che immagino contenga del caffè.
Lo acciuffo al volo, aprendo la porta, e poi le schiocco un bacio in fronte.
"Grazie amò! Se non mi fanno finire tardi dovrei tornare stasera a finire di montare i mobili; buona giornata, e riposati!"La saluto, precipitandomi fuori con la paura di essere sgridato ancora una volta dal mio capo per il ritardo.Dal punto di vista di Vic
Torno in cucina, con l'intento di finire la mia brioche, trovandomi invece Veronica con un sorriso sornione stampato in faccia.
"Sembrate sposati, voi due!" Esclama ridendo con mio padre.
Magari un giorno sì, Nica.
Magari.
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Predestinati 2 // Damoria
FanfictionSEQUEL DI "Predestinati // Damoria" 1^ in #david 30/01/2022 1^ in #deangelis 31/01/2022 4^ in #rock 3/2/2022 8^ in #xfactor 8/3/2022 8^ in #ethan 3/4/2022 9^ in #band 9/3/2022