Dal punto di vista di Vic
Oggi finalmente dimetteranno Damiano dall'ospedale.
Quando una settimana fa gli ho portato le ecografie fatte nei mesi, con i vari sviluppi, gli sono subito venuti gli occhi lucidi e mi ha baciata.
Ed è stato allora che mi ha ricordato quanto mi ama, e quanto io lo ami, e quanto lui ci tiene ai bambini che porto in grembo.
Poi però ha notato che "Aò, si vede il coso del pischello!" ed è scoppiato a ridere, ha sghignazzato per venti minuti perché gli continuava a venire in mente anche mentre parlavamo d'altro, rovinando il momento romantico che si era creato con la sua emozione nel vedere i suoi figli la prima volta.
Ormai sono all'inizio del nono mese di gravidanza, la pancia è talmente ingombrante che non riesco a fare nulla.
Dam si è licenziato, e mi ha raccontato come si procurava i soldi che mi spediva.
All'inizio mi sono arrabbiata,ma questo mi ha dimostrato quanto è disposto a fare per far avere ai bambini una vita con i beni necessari.
Purtroppo abbiamo speso molto di quel denaro nelle sue cure, il che lo fa innervosire ogni volta in cui si parla di spendere per i figli.
Ha fretta di tornare a lavorare, gli ho detto che non deve preoccuparsi perché di soldi noi ne abbiamo, ma è deciso a non far spendere un centesimo a mio padre.
Vuole fare tutto lui.
Che testa."E comprerò un'automobile, tutta nostra. Se la cameretta è pronta, non abbiamo null'altro da prendere. Per ora possiamo usare la macchina di mia madre, lei non la usa più perché lavora nel bar che sta a duecento metri da casa e sono io a portarle la spesa quindi non ne ha bisogno" dice, entusiasta della sua idea.
"Dami?" Chiedo allora, prendendo una forchettata del suo piatto d'ospedale per poi imboccarlo.
Con le braccia bloccate dagli effetti collaterali degli antibiotici, si sporge in avanti col capo e prende fra le labbra il cibo.
"Dimmi" mastica con la bocca piena di pollo e riso bollito.
"Credi davvero che andrà tutto bene?"
Mi fissa in silenzio, finendo di inghiottire il cibo insipido della mensa.
"Tu lo credi?"
Normalmente le persone che mi rispondono con una domanda mi irritano, ma questa volta la domanda che mi ha fatto è interessante.
"Penso che... andrà come andrà, ma se ci crederò forse andrà bene. Però perché ci creda io devi crederci anche tu"
Improvvisamente serra le palpebre, strizzando un po' gli occhi e contraendo la mandibola.
Ogni tanto ha fitte di dolore, alle braccia ma anche lungo la schiena.
Inoltre mi ha detto di soffrire di emicranie ultimamente, dev'essere lo stress che qualcosa vada storto con le cure.
Quando apre di nuovo gli occhi, mi fissa intensamente.
"Io ci credo, tantissimo. Credo che tutto questo andrà alla perfezione, e soprattutto credo in te. Ora ci credi?"
Sorrido.
"Sì. Sì, ora ci credo"Sto aiutando Damiano a cambiarsi prima di andare, siamo nel bagno della sua stanza e gli sto togliendo il camice da dietro.
Ha gli occhi chiusi e le braccia doloranti che scendono lungo i fianchi.
Quando finisco di disfare i laccetti, gli sfilo il camice di dosso.
Porto le mie mani sui suoi fianchi, le faccio scivolare in avanti circondandogli il ventre fino a far allacciare le mie dita fra loro.
Chiudo gli occhi anche io e appoggio la testa sulla sua schiena facendo aderire il mio pancione alla parte bassa di essa.
Gli lascio qualche piccolo bacio sull'ultima vertebra, sentendo poi le sue mani carezzare le mie.
"Mi sono spaventata tantissimo, lo sai?"
Sospira facendo intrecciare le nostre dita.
"Anche io... non sopportavo l'idea di lasciarti sola coi bimbi" sussurra roco.
"Lo sai che il mio cuginetto danese Greger è morto di meningite?"
Mentre sente qualche lacrima bagnargli la colonna vertebrale si volta, tirandomi su il capo con due dita sotto al mento.
"Perché non me l'avevi detto?" Chiede asciugandomi le guance.
Tiro su col naso, baciandogli l'angolo della bocca, su quella barbetta incolta che si è fatto crescere.
"Non me la sentivo ancora. Per quello avevo così paura... ero terrorizzata che potesse succedere anche a te"
Annuisce lentamente, prendendo in mano i boxer fino a poco prima appoggiati sul mobile del lavandino, e porgendomeli.
"Non pensiamoci più... vuoi mettermeli tu?" Un ghigno compare sul suo volto, mentre ridacchio in contrasto col pianto e lo spingo leggermente indietro.Guardo Damiano abbracciare sua madre e salutare suo fratello, che se non va ora sarà in ritardo per l'aereo.
"Mamma, sei sicura di non volere che venga a casa con te?" Chiede mentre lei gli sistema la camicia mezza sbottonata.
"Sì, sì, tranquillo... voglio che passi un po' di tempo con Victoria, specie se dovete sistemare la casa" gli sorride.
E allora lui ricambia il sorriso, lasciandole un bacio sui capelli e poi camminando nella mia direzione.
"Come stai, Vic?" Mi cinge i fianchi con un braccio, storcendo le labbra.
"Io bene. Tu, invece, sembri proprio fiacco. Ti fanno ancora male le braccia?"
Annuisce pensieroso, mentre raggiungiamo mio padre che ci aspetta appoggiato all'auto.
"Ragazzi! Vi ho preso la pizza... margherita e diavola, giusto?" Indica prima me e poi Damiano, stringendo gli occhi con un sorrisetto furbo.
"Esatto, Alessà" risponde Dam, aprendo lo sportello davanti per me come un gentiluomo e andandosi a sedere dietro come un gentiluomo ancora più gentile.Siamo appena arrivati a casa, Dam entra col suo zaino in spalla e si guarda intorno sorridente prima di buttarsi sul divano:
"Ah, finalmente un momento di calma!"
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Predestinati 2 // Damoria
FanfictionSEQUEL DI "Predestinati // Damoria" 1^ in #david 30/01/2022 1^ in #deangelis 31/01/2022 4^ in #rock 3/2/2022 8^ in #xfactor 8/3/2022 8^ in #ethan 3/4/2022 9^ in #band 9/3/2022