Dal punto di vista di Vic
"Che bella festicciola che avete organizzato!" Mi congratulo con Damiano e Veronica, che se ne stanno in piedi qui davanti e non aspettano altro che dei complimenti.
"Modestamente..." dice Nica, portandosi una mano sul petto e facendo la faccia soddisfatta.
"No, sul serio Vic: non ci abbiamo messo molto, più che altro invitare la gente ha richiesto un po' di fatica. Ma ecco qui!" Esclama invece Damiano.
Casa mia ora è piena di cibo, con qualche palloncino e una musica di sottofondo a volume bassissimo in modo da non disturbare i bambini che fin da quando è arrivato il primo ospite sono stati le star indiscusse della festa.
Continuano tutti a venire da me a farmi gli auguri e a dirmi come i miei figli siano belli, e io non faccio altro che gongolare e stringere la mano di Damiano accanto a me sorridendogli.
"Allora!" Mio padre si strofina le mani, attirando l'attenzione di tutti i presenti.
"Regali?" Chiede, a me in particolare.
Io faccio un salto molto atletico, misto a ad una danza euforica.
"Sì!" Urlo, facendo ridere tutti.Da allora la serie di regali è infinita.
C'è quello di mio padre, quello di Veronica, Rossella, Jacopo, Leonardo, e poi mia nonna, l'altra nonna, la cuginetta danese e il cuginetto italiano, le zie, gli zii, poi i miei amici delle medie, quelli dello skate park, e infine quelli del liceo.
Noto che Damiano, Thomas ed Ethan si sono tenuti in disparte tutto il tempo.
Appena finisco di ringraziare Simone, un mio compagno di classe che mi ha regalato un cappello bizzarro -ma che comunque rientra nel mio stile-, mi volto verso i tre che se ne sono stati seduti sul divano dietro di me.
Uno con in braccio Jeanett, mentre cerca di spiegarle la teoria della relatività; l'altro con in braccio Tommaso, mentre gli promette che l'omonimo zio lo porterà a fare tantissime cose insieme; l'ultimo che si accontenta di poco: mi guarda, rilassato, ed è contento. Un'espressione serena lo accompagna, mentre non mi stacca gli occhi di dosso, e sorride ad ogni mio piccolo movimento.
Ti amo anch'io.
Dam si alza in piedi, tendendo una mano verso Leonardo, che gli porge il suo famoso quadernetto a cui è tanto affezionato.
E poi me lo dà.
Sono perplessa, aggrotto la fronte e lo afferro.
"Ci ha aiutati Lello, ma questo è il nostro regalo. Di tutti e tre" mi sorridono mentre il più grande parla.
Sulla copertina, con lo scotch, è trattenuta una chiavetta usb.
Lo apro dove si trova il segnalibro.
Da lì, sempre più sorpresa comincio a scorrere le pagine.
Spartiti. Spartiti su spartiti, con tablature e testi associati.
Spartiti di chitarra, basso e batteria.
Alcuni più semplici, alcuni più complicati.
La mia bocca è spalancata. Tanto.
"Ti piacciono? Be', sono 6 canzoni che abbiamo composto nel frattempo che aspettavi i bambini. Le basi sono registrate sulla chiavetta"
Tiro su col naso, fino a poco fa neanche mi ero accorta di star piangendo.
"In verità le ha composte Dam, noi abbiamo trascritto quello che gli veniva in mente" aggiunge Thomas.
"Ha fatto praticamente tutto lui, ma siccome non conosce la scrittura musicale l'abbiamo aiutato" si intromettono Ethan e la sua erre moscia.
"Sono... sono bellissime" riesco solo a dire.
Sto piangendo a getti, Damiano mi abbraccia ridacchiando.
Dopo che mi sono calmata mi stacco, e gli do un bacio.
Abbraccio anche gli altri due, poi Leonardo.
Tutti ci guardano, estasiati dalla super sorpresa.
"Ovviamente per la base di basso abbiamo bisogno che ce le sistemi, non abbiamo la tua stessa esperienza"
Guardo di nuovo il libretto, sfogliandolo una seconda volta mentre leggo i nomi delle canzoni.
"Le Parole Lontane e Torna a Casa... le hai finite! Poi Recovery, New Song, Close to the Top e... Morirò da Re? Che nomi assurdi, ma-" mi blocco quando noto una busta alla fine del quaderno.
"Aprila" mi incita mio padre.
Anche tu fai parte di questo complotto?
E allora seguo il suo consiglio, stracciando la carta.
"Perché c'è un biglietto del treno? Per Milano?" Chiedo.
"Perché finalmente ci andiamo." Risponde Dam.
"A Milano?" Sono sempre più confusa.
"A X-Factor"Ci sono voluti venti minuti per staccarmi dall'abbraccio collettivo in cui ho stretto i tre che hanno reso possibile tutto questo.
Mi hanno spiegato che mio padre andrà in pensione, ormai è arrivato il momento.
Lui si occuperà dei bambini, noi avremo il tempo, se verremo presi, di stare per tre mesi lì al talent.
Che emozione.
"Sono felicissima! Però non so se voglio stare lontana dai bimbi per così tanto..."
"Fidati che dopo due giorni che badi a loro già vuoi prenderti una pausa" mi assicura Damiano, poggiandomi una mano sulla spalla.
"È un sogno" sussurro, mentre premo delicatamente le labbra sulle sue e lo bacio con dolcezza.
Se fino a poco fa tutti stavano parlando fra loro, adesso applaudono fischiando d'approvazione.
Mi stacco da Dam controvoglia, vedendo come tutti ridono entusiasti di vederci felici insieme.
"Si è fatto tardi, io domani devo svegliarmi molto presto per partire..." incomincia Leo.
"Va bene, noi comunque dobbiamo mettere a letto i bambini" mio padre ci fa un occhiolino, mentre gli altri cominciano a rivestirsi per andarsene.
Quando tutti sono usciti e siamo rimasti solo in cinque, Rossella e Nica e il papà ci fissano sorridenti.
Quel sorriso malizioso, che ammicca, perché in segreto sa che cosa aspettarsi da te.
"Alloraaaaaa?" Chiede Veronica inarcando le sopracciglia.
"Be'? Che volete?" Assumo un'espressione scocciata, incrociando le braccia e afferrando la felpa che Damiano mi porge.
"Noi andiamo..." mormora lui osservando perplesso i comportamenti imbarazzanti dei nostri parenti.
"Ok, ok... divertitevi!" Esclama Rossella ridacchiando e chiudendoci il portone alle spalle.
"Certo che sono strani forte" annuisce Dam mentre mi fa salire in macchina.
"Sono rincoglioniti, è diverso"
Scoppiamo a ridere, fermi dentro il cubicolo dell'automobile.
Lui si ferma a guardarmi, con ancora un sorriso stampato in faccia.
Mi si avvicina, premendo con una mano sulla mia nuca e baciandomi.
Lo accarezzo in viso, rispondendo al bacio e infilando l'altra mano fra i suoi capelli.
Mi sistemo meglio sul sedile quando la sua lingua incontra la mia, esplorando lentamente la mia bocca.
Lui mi stringe un fianco, sospirando e staccandosi da me.
Mi metto un finto broncio mentre mette in moto.
"Apprezza che abbia avuto la forza di volontà di smettere, non mi sarei più staccato altrimenti"
Guida fino ad un semaforo rosso, dove si ferma.
"Che mo' ti metto le mani addosso, e vedi che ti faccio" dice lentamente, con voce roca.
Mi occupo di osservarlo quando lui non mi ha ancora rivolto uno sguardo, lo tiene puntato davanti a sé e ricomincia a guidare.
Ha la mascella contratta e le mani strette sul volante.
La luce fioca dei lampioni in strada lo investe a intervalli regolari, in quei pochi secondi in cui lo vedo ha la faccia di chi si sta immaginando le peggio cose e il sorriso di chi le farà.
Non so se per me è un vantaggio, potrebbe anche non esserlo.
Mentre cerco mentalmente di indovinare cosa gli passa per la testa, Damiano parcheggia l'auto nel posteggio esclusivo del mio hotel di fiducia.
Sempre senza dire una parola, scendiamo entrambi dalla macchina.
Lui con sguardo sicuro, io con occhi perplessi.
"Ce l'hai la carta?" Chiede rompendo il silenzio.
"Mh mh." Rispondo allora, tirando fuori da una tasca il cellulare dove ho la carta di credito.
Poi, mentre stiamo per entrare, decido di provocarlo un pochino.
Gli do un pizzicotto sul fondoschiena coperto dai jeans.
"E tu ce l'hai il preservativo? O meglio, i preservativi?"
Si ferma sul posto, continuando ad evitare il mio sguardo.
"Entriamo, prima che ti fotta qui in strada" mi ordina aprendo la porta a vetri.
Strabuzzo gli occhi, non aspettandomi una reazione così brusca.
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Predestinati 2 // Damoria
FanfictionSEQUEL DI "Predestinati // Damoria" 1^ in #david 30/01/2022 1^ in #deangelis 31/01/2022 4^ in #rock 3/2/2022 8^ in #xfactor 8/3/2022 8^ in #ethan 3/4/2022 9^ in #band 9/3/2022