Dal punto di vista di Dam
Mi sveglio di soprassalto, urlando, mentre tiro su il busto sul letto e avverto di essere bagnato fradicio di sudore.
"Dam!" Vic mi chiama, è alzata in piedi accanto a me, e vedo i bambini che ci spiano fuori dalla porta.
Ho il fiatone, la maglietta appiccicata al corpo e sono ancora in fase di comprensione di ciò che ho sognato.
"Ragazzi, tornate a letto" li riprende Victoria, mentre mi si siede accanto.
Sono seduto anche io, le mani impuntate sul materasso dietro di me con le braccia tese a sostenermi.
"Mamma, cos'è successo al papà?" Chiede Tommaso, stropicciandosi l'occhio destro con la rispettiva mano stretta a pugno.
"Ha solo fatto un incubo. Voi tornate a dormire, qui ci penso io"
Quando i due bambini le obbediscono, richiudendosi la porta alle spalle, lei si volta verso di me allarmata.
Mi accarezza il viso, trovandomi a fissarla con sguardo perso e sofferente.
"Cos'hai sognato, ti va di dirmelo?" Chiede dolcemente.
Faccio cenno di diniego, tirando indietro il corpo in modo da poter appoggiare la schiena alla testiera del letto.
Le immagini mi scorrono veloci davanti agli occhi, e sembrava così reale...
Però poi mi sciolgo sotto lo sguardo preoccupato di Vic, e qualche lacrimuccia mi scende.
Dopo aver tirato su col naso, decido di parlarle comunque di ciò che ho sognato.
Non ho motivo di nasconderglielo.
"L'ho visto. Ho rivisto lui, e tutte le cose che mi ha fatto. Velocemente, come fosse stato un time-lapse della mia infanzia"
Vedo con la coda dell'occhio, guardando comunque i miei piedi, che Vic si sta mordendo un labbro, forse con l'intento di trattenere un pianto.
"E appena ho ricominciato a vivere quel giorno, quello in cui i suoi uomini mi hanno torturato, non ce l'ho più fatta." Confesso, prendendola tra le mie braccia e stringendola con forza, nella speranza che mi trasmetta un po' della sua.
"È tutto qui dentro, capisci?" Batto con la punta dell'indice sulla tempia "Mi è rimasto tutto impresso, e quando lo rivivo è come se fosse proprio tutto vero. Un incubo ad alta risoluzione"
Concludo, scosso, per poi sistemarmi seduto meglio quando Vic comincia a parlare.
"Sai Dam cosa penso? Che avresti dovuto proseguire, col sogno" la guardo interdetto, la fronte corrugata.
"Ti ricordi cos'è successo dopo? Sei venuto a casa da me, scalando la villa come uno Spider-Man da quattro soldi e sei quasi volato giù dal cornicione" ridacchiamo insieme, ma ancora non capisco dove voglia andare a parare.
"Poi io ti ho curato, e ti ho perdonato perché ti eri limonato Mariani alla festa di capodanno di Lello. E ti ho fatto fare la doccia, non hai resistito e nonostante le tue condizioni pietose mi hai scopata quando in casa c'era mio padre. Ora dimmi, avresti preferito proseguire a sognare con questa prospettiva davanti?" Domanda con espressione ovvia.
"Be', siccome mi ci hai fatto riflettere avrei preferito continuare" le sorrido, spostandole una ciocca di capelli che le ricadeva davanti agli occhi, impedendomi di vederli.
"Bene. Allora, ogni volta in cui hai questi flashback, o fai questi incubi, pensa a dove sei ora. Con la band, con me e i bambini"
Annuisco, completamente perso nei suoi occhi veritieri.
"Abbiamo vinto Sanremo, Damià. E poi l'Eurovision. E pochi giorni fa siamo andati ad esibirci al Coachella. Hai due figli meravigliosi, una è il tuo stampino e l'altro ti idolatra. Hai il gatto, hai me. Tu pensi che importi davvero il passato, quando nel presente hai tutto questo?"
Mi fiondo sulle sue labbra, non riuscendo a smettere di baciarla nemmeno quando non ho più fiato.
Mi sposto su di lei, baciandola su tutto il viso, e anche sul collo finché non le prendo il volto fra le mani per guardarla intensamente.
"Sei la persona più incredibile, comprensiva, saggia, bella, simpatica, romantica, talentuosa e divertente che abbia mai conosciuto, e sono grato di averti nella mia vita. Davvero. E con gli elogi potrei continuare per ore, hai talmente tante qualità che non finirei più"
Ora è lei a baciarmi, con la stessa passione che ci avevo messo io poco fa, facendomi capire che proviamo le stesse cose.Poi, l'illuminazione.
Il lampo di genio.
È lì, dentro alla cassaforte. Cosa vuoi che succeda?
Mi stacco da lei, e senza dire una parola le metto l'indice sulle labbra come a dirle stà zitta, non serve parlare mo'.
Corro verso il muro più vicino, togliendoci da sopra il primo disco di platino che abbiamo ricevuto.
Schiaccio frenetico il codice per aprire la cassaforte, e quando si apre la vedo.
La scatoletta, messa lì in fondo in modo da non essere vista.
La afferro, e tornando davanti al letto prendo Vic per una mano in modo da farla alzare in piedi.
Lei è perplessa, non sa proprio cosa stia succedendo.Ma forse è proprio ora, col chiaro di luna ad illuminarci, quando mi inginocchio con la scatoletta aperta, che capisce.
Forse è proprio quando prendo quel sospiro di coraggio, che capisce.
"Vic... Victoria de Angelis, vuoi... vuoi sposarmi? Vuoi essere la mia sposa, mia moglie, mia compagna per il resto dei nostri giorni?"Porta le mani alla bocca, soffocando un grido.
"Sì! Sì, voglio sposarti!" Saltella meravigliata, mentre piangiamo insieme, io che le infilo l'anello e lei che mi salta addosso cingendomi il bacino con le sue gambe.
"Ti amo tantissimo, Vic. Darei la vita per te e per i bambini. Ti amo ora, e per sempre."
Lei non riesce a parlare, singhiozza ridendo mentre sposta lo sguardo dai miei occhi all'anello luccicante che porta all'anulare.
"È... è... io, non so..." prova a dirmi, senza successo, è troppo emozionata.
Le metto un dito sulle labbra, come ho fatto qualche minuto fa, per poi prendere parola.
"Shh. Non dire nulla. Stanotte ce lo teniamo per noi, domani mattina lo diremo a tutti. Tutti quanti" lascio sottintendere anche i fan dalle varie parti del mondo, che probabilmente non aspettano altro.
"Ascolta, prima di fare qualcosa" la adagio sul letto, ci sediamo a gambe incrociate uno davanti all'altra tenendoci le mani "so che non avresti voluto che te lo chiedessi così. Che so, magari delle rose, o delle candele, oppure aspettare che mi fossi fatto la barba e vestito bene"
Ora è lei a zittirmi, imitando il mio gesto di prima, dopo aver tirato su col naso.
"Non ci sarebbe mai stato un momento più adatto di questo. Pensa piuttosto se non me l'avessi proposto ora. Te ne saresti pentito più di quanto tu lo sia ora per questa stupidaggine"
Annuisco, sorridendo come non mai, e la bacio.
Quando ricambia capisco al volo.
In pochi minuti siamo nudi, guardandoci come solo noi sappiamo fare.
Prima di entrare in lei la bacio, la cerco. Cerco la passione che ci contraddistingue, e la trovo.
Mi muovo lentamente, fissandomi quegli istanti in testa come era fissato il mio incubo fino a poco fa. Solo che quello non c'è più, ora c'è spazio solo per le cose belle.
Poi sento di doverlo fare, e vado più veloce. Spingo con tutta la forza che ho in corpo, e Vic mi guarda come fossi Dio sceso in terra.
Ha la mia mano destra a tapparle la bocca, non si sa mai che ci sentono i bambini con tre porte di distanza.
Continuiamo a darci piacere a vicenda, finché non sentiamo di doverci liberare di un'altra scarica di piacere.
Sul punto di venire, Vic mi sorride e sussurra:
"Vola, Icaro. Vola libero, e portami con te"Sì, lo so.
Non c'è bisogno che me lo diciate, lo so già.
Non è finita, no.
Volevo solo darvi un avviso: da questo capitolo in poi, metterò delle foto di Dam o Vic per ogni capitolo che dovrebbero rappresentarli per come me li immagino durante lo scritto.
Bacioni stellari, amatemi.
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Predestinati 2 // Damoria
FanfictionSEQUEL DI "Predestinati // Damoria" 1^ in #david 30/01/2022 1^ in #deangelis 31/01/2022 4^ in #rock 3/2/2022 8^ in #xfactor 8/3/2022 8^ in #ethan 3/4/2022 9^ in #band 9/3/2022