20- Cotto

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Dal punto di vista di Damiano

Mi hanno appena spostato in un'altra stanza, considerato che non sono più contagioso da ieri non ho più bisogno di essere confinato in una camera speciale col vetro, ora chi vuole può venire a vedermi dal vivo.
Io e Jacopo abbiamo chiarito, si deve ancora abituare al mio modo di fare e io devo "regolarti un po', non puoi mica continuare a fuggire".
Mia madre è disposta a perdonarmi, a tutti i costi, pur di avere un rapporto normale con me.
Non aveva considerato di rimanere a vivere da sola, quando io sono andato da Vic e mio fratello in Spagna.
Deve farci l'abitudine, io sarò sempre a casa di Victoria per aiutarla con la gravidanza e la stanza per i bambini.
Ci siamo organizzati, e ogni tanto verrà Vic da me per non lasciare sola mia madre.
Le mie condizioni sono migliorate drasticamente, i medici hanno agito molto in fretta perciò non c'è stato bisogno di particolari cure a parte quella degli antibiotici per farmi stare meglio.
Le macchie sul mio corpo stanno scomparendo, anche se mi hanno detto che alcune resteranno.
Le ennesime cicatrici.

Al momento sono le 10 di sera, io e Victoria siamo sdraiati sul letto a coccolarci da tipo mezz'ora.
Per fortuna non ho un compagno di stanza, non avremmo potuto farlo altrimenti.
L'ospedale è stranamente silenzioso, forse perché è tardi o perché è un reparto con pochi pazienti, si sentono solo le voci e i passi delle persone nei corridoi.
Alessandro passerà fra un quarto d'ora a prendere Vic, viene direttamente dal lavoro e lei di certo non poteva tornare a casa da sola.
Quando stacca le labbra dalle mie mi guarda sorridente con gli occhi stanchi.
"Vuoi dormire? Che quando arriva tuo padre ti faccio portare in macchina in barella"
Ridacchia, facendo cenno di diniego con il capo.
"Dormo a casa, voglio passare quanto più tempo possibile insieme a te" giocherella con i lacci del mio camice, pensierosa.
"Ma riesci ad andare a scuola, studiare e venire da me tutti i giorni con successo?"
Le poggio due dita sotto il mento, sollevandole la testa per guardarla negli occhi.
"Da quando ti preoccupi per la scuola?" Chiede baciandomi il pomo d'Adamo.
"Mi preoccupo della tua scuola, mi interessa che tu abbia un'istruzione decente o quantomeno migliore della mia. Io ormai sono una causa persa, m'importa che almeno tu finisca le superiori"
Appoggia di nuovo la testa sul mio petto, senza dire nulla.
La sua mano gioca con il tessuto del mio camice, scendendo lentamente verso i bordi delle lenzuola.
Mi carezza al di sopra del cotone sottile, scostando il piumino e infilandosi sotto le coperte.
Sento le sue dita stuzzicarmi l'interno coscia, sorrido.
Lei pure sorride, percepisco le sue labbra schiudersi in un sorriso.
"Lo so che non hai l'intimo" sussurra.

🔴(so che non aspettavate altro)🔴

"Cosa fai...?" Chiedo chiudendo gli occhi.
"Tu rilassati e basta" sogghigna, e si introduce sotto al camice definitivamente.
Sfiora la mia intimità, cominciando fin da subito a muovere la mano su e poi giù.
Mi lascio scappare un sospiro, circondandole le spalle e infilando una mano fra i suoi capelli.
Li tiro leggermente, lei in risposta aumenta la velocità.
"Cazzo Vic..." gemo gutturalmente, concedendomi a lei.
Continua imperterrita a darmi piacere, e io vorrei di più, ma sfortunatamente non possiamo.
Apro un po' le gambe per facilitarle il lavoro, e Vic comincia a mordermi la base del collo.
Continuo ad ansimare mentre, inaspettatamente, accelera ancora di più.
Spingo in alto il bacino cogliendola di sorpresa, mentre ondate di piacere mi pervadono da testa a piedi.
Proseguo a spingere, mentre lei non smette di muovere la mano.
Butto la testa all'indietro quando vengo sul suo palmo, la fronte imperlata di sudore e il fiato corto.

🔴fine

Victoria si porta la mano alla bocca leccandola, sotto il mio sguardo attento.
"Mi dispiace di non poter ricambiare..." sussurro.
"Non importa, lo farai dopo che avrò partorito e potrai recuperare il tempo perso" mi bacia.
"Posso?" Chiedo ridacchiando.
"Assolutamente, hai il mio permesso!" Esclama mentre riprende a baciarmi.
Ti erano mancati questi momenti, sì Damià?
"Poi domani ti porto una cosa, è una sorpresa quindi sognati che ti dica cos'è"
"Eddai... dimmelo, dimmelo forza!" La stuzzico un pochino.
"No, stavolta no! Ma posso darti qualche indizio..." sogghigna.
"Daje! Meglio di niente, magari indovino!" Strofino le mani, sistemandomi più comodamente sul letto.
"Dunque... è una cosa che non hai mai visto"
Strabuzzo gli occhi, se come primo indizio c'è questo allora è meglio per Vic che il prossimo sia qualcosa di meno vago. Poi parte col secondo:
"Riguarda i bambini" ha la faccia di chi ha azzardato, io ho già un'idea che sputo fuori in un attimo:
"Sono le ecografie!!!"
La sua espressione si fa subito seria, trasformandosi poi in un broncio.
"Ma come hai fatto?" Si lamenta.
Sorrido vittorioso, agitando le braccia in aria per esultare.
"Era abbastanza scontato, amore. E poi se non volevi farmelo indovinare allora dovevi darmi indizi meno ovvi" le bacio la testa, mentre lei ancora imbronciata si chiede come abbia fatto a capirlo.
"La prossima volta non ti dico proprio nulla! Così impari"
"Mi sembra che stavolta quella che ha imparato sia proprio tu" la prendo in giro, ma mi fulmina con lo sguardo e smetto subito di ridere.
Sentiamo bussare alla porta, ci voltiamo entrambi già sapendo di chi si tratta.
"Avanti" dico.
Alessandro fa il suo ingresso, con aria stanca si trascina dentro la stanza fino ai piedi del letto.
"Buonasera ragazzi! Come state?" ci saluta, arrivando da Vic a darle un bacio sui capelli e poi scompigliando un po' i miei.
"Ciao Sandro, noi tutto bene. T'hanno sfinito al lavoro, eh?" Chiedo liberando Vic dall'abbraccio per permetterle di scendere dal letto.
"Già... però gli affari vanno bene, potremo finalmente comprare la villa in montagna!"
Victoria esulta, sorridente.
Ma 'nto sei bella?

Io non mi chiedo a quanto ammonti il patrimonio dei De Angelis per potersi permettere tutti questi lussi, quando io e mia madre a malapena arriviamo a fine mese.
Che poi negli ultimi giorni non sto lavorando, ho il permesso di malattia ma comunque non mi pagano.
E ho deciso che non spaccerò più, è un lavoro troppo stressante.
"Allora noi andiamo"
"Ciao amò" Vic mi si china per baciarmi, e appena ci stacchiamo rimaniamo qualche secondo a guardarci sorridendo a una vicinanza ridicola.
Sono proprio cotto.

Predestinati 2 // DamoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora