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Mi svegliai di scatto, ero sdraiata su qualcosa di morbido. Avevo male alla testa e per la seconda volta in un giorno, mi sentivo disorientata, confusa e spaventata. Strizzai gli occhi cercando di mettere a fuoco, provai a strofinarli ma mi resi conto che i miei polsi e le mie caviglie erano legati. Mi ci vollero pochi secondi per realizzare e iniziare a strattonare con forza. <<No, maledizione! Liberatemi.>> urlai. Nessuna risposta. Piu strattonavo e piu faticavo per nulla, erano troppo stretti ed ero praticamente immobile. Il cuore, che ormai stava diventando consuetudine, batteva forte nel petto, tanto da stordirmi. Cercai di calmarmi concentrandomi sul respiro ma la paura era sempre li. Capii di essere in una stanza ordinata, abbinata e stranamente accogliente. Una parete nera mentre le altre grigio-bianco, un po' come il salotto anche l'arredamento di questa camera richiamava i colori delle pareti. Una luce soffusa illuminava di poco la stanza e guardando fuori dalla finestra capii che si era fatto buio. Per quanto avevo dormito? Da quanto ero qui cosi? Non ne avevo idea. Avevo fame, avevo sete e avevo quella paura che mi stringeva lo stomaco, tanto da non darmi tregua, era psicologicamente estenuante. Pensai che chi sa dominare la paura di qualcuno, portandola alla luce, quella persona puo fare quello che vuole e la vittima sarà sempre succube delle sue decisioni. Se si inizia a terrorizzare una persona, se la trascinerai nell'oblio del terrore, quella persona sarà tua schiava, non si opporrà, non si ribellerà, riuscirai ad innescare nella sua testa dei meccanismi malsani che la costringeranno inconsciamente a vederti come il suo padrone e qualunque cosa gli ordinerai o farai, sarà vangelo, trasformandoti in un'automa, facendoti perdere dentro te stessa fino a non riconoscerti piu. Arriverai ad un punto in cui sarà molto sottile il limite che potresti superare e con la persona sbagliata, lo farai senza accorgerti e non potrai piu tirarti indietro. Ero certa che l'obiettivo dei miei rapitori era questo e se non avessi imparato a controllare la paura che accresceva dentro di me, non sarei più tornata indietro. Ero consapevole di essere psicologicamente forte, di avere coraggio ma controllare la paura senza vederla come un posto sicuro era qualcosa di molto difficile. Conoscevo forse, le loro intenzioni e conoscevo le conseguenze se glielo avessi permesso, non dovevo far altro che tentare di entrare anche io nella loro testa e nei loro meccanismi.
La porta si apri all'improvviso e vidi Luke fare capolino nella stanza con una scodella in mano e una bottiglietta d'acqua. <<Sei sveglia finalmente. Pensavo di averti uccisa, o quasi.>> rise. Non so cosa ci trovasse di divertente ma sicuramente io non ci trovavo nulla. <<Che ore sono?>> domandai mentre posava le cose sul comodino di fianco a me. <<Le sette meno un quarto, l'ora di cena.>> era tardi, avevo dormito per molto probabilmente, ma almeno avevo ripreso ad avere la cognizione del tempo con questa informazione. Si sedette di fianco a me sul letto, mettendomi due cuscini sotto la testa, prese la minestra e il cucchiaio e lo guardai, volevo mangiare da sola non farmi imboccare da lui. Parve capirlo. <<Sei ingenua se credi che ti libererò, l'unica volta in cui abbiamo fatto l'errore di slegarti sei scappata.>> - <<Trovo ridicolo che tu debba imboccarmi per uno sbaglio.>> - <<E io trovo ridicola te. Comando io qua, non tu e se ti stai mettendo comoda solo perché ancora non ti abbiamo fatto nulla di grave, beh sappi che devi ancora ricevere la tua punizione per aver disobbedito.>> il suo sguardo era fermo e quasi oscuro. Credevo che Luke fosse il tipo di persona che mostra sempre la facciata divertita davanti a qualsiasi situazione, prendendosi gioco delle ragazze, in questo caso prendendosi gioco di me. Mi resi conto ben presto, da quello sguardo, che la facciata da bastardo che si dipingeva in volto tutte le volte, era una maschera per nascondere il suo sadismo e la sua pervertita perfidia. Vederlo sotto questa luce, lo rendeva inquietante.
Non dissi nulla in mia difesa ma di certo non mi ero messa comoda, affatto, avevo sempre la guardia alzata, non volevo temere di mettere a rischio la mia vita facendomi soggiogare dai loro modi discreti. Mi guardò, rilassando le spalle e abbandonando il suo sguardo minaccioso, capendo di essermi arresa sulla questione del farmi imboccare. Mescolò la minestra e avvicinò il cucchiaio alla mia bocca, ero troppo affamata per oppormi. Iniziai a gustare quel pasto e a volerne molto di piu tanto da dimostrarlo allungando la testa verso la minestra: <<Hey calma, non scappa mica, se ingurgiti cosi in fretta finirai per strozzarti. Sarebbe una bella scocciatura per me.>> lo guardai di sbieco. Stronzo. Riprese ad imboccarmi e rallentai del mangiare e dopo pochi minuti la ciotola era vuota e il mio stomaco pieno. <<Brava bambina. Vuoi bere?>> annuii, ignorando quel nomignolo che mi fece sentire infantile.
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D E S T R O Y E D <<oscuro come il futuro, misterioso come chi ti sta vicino>>
Mystery / ThrillerDESCLAIMER: Questa storia è sotto la categoria Darkromance. Possiede contenuti espliciti e tematiche forti. Se siete sensibili a questo genere di tematiche ne si sconsiglia la lettura. Una storia avvincente e originale con contenuti drammatici, cont...