~ 16 ~
Laddove il fuoco brucia, io brucerò con te.
<< Io voglio proteggerla Will. So solo questo per ora ed è stato già difficile ammetterlo.>> mi sentivo quasi disperato, continuavo a maledirmi per aver permesso che lei mi salvasse da un oblio in cui ero confinato. <<Stavo bene prima che arrivasse lei.>> sussurrai quasi impercettibilmente, osservandola. <<Davvero Austin? Davvero stavi bene?? Ti ho conosciuto quando tu avevi diciassette anni e io diciannove, mi ricordo com'eri allora. Un ragazzo spaventato che nel giro di poco tempo ha visto tanto orrore e subìto tante torture sia fisiche che mentali, da ridurti ad una macchina priva di sentimenti. Davvero stavi bene? Perché se devo essere onesto->> la voce di Will si era fatta severa, indicando Grace. <<Quella ragazza, ha riportato alla luce la parte umana di te. Ha rinsavito lo stesso Austin che ho conosciuto allora, lo stesso ragazzo che credevo perduto da anni. Non ho mai smesso di sperare che tu un giorno, rinsavissi, che tutte le emozioni, i sentimenti e il buono che c'è in te non fossero perduti per sempre. Ci ho sperato troppo a lungo per permetterti ora di seppellire tutto di nuovo e lasciare che tu marcisca rifiutando una persona che inconsapevolmente ti sta restituendo la vita.>> la verità era che Will aveva ragione. il punto era che avevo paura. Paura di accettare questa cosa, paura di essere onesto con Grace. Non l'avrei biasimata se avesse deciso di mandarmi a quel paese per averla prima torturata e manipolata e poi d'un tratto essermi reso conto che non era questo che volevo, ma soprattutto, avevo paura che non sarei mai stato in grado di proteggerla, di non essere più in grado di distinguere tra il giusto e lo sbagliato e di ferirla di nuovo. <<Come faccio a cambiare la sua visione di me? Io per lei non sono nient'altro che un mostro e ha ragione. Sono diventato questo.>> guardai le mie mani unite, affranto. Se da una parte il mio istinto mi diceva che andavo nella direzione giusta, dall'altra la mia coscienza mi urlava che stavo commettendo un errore madornale. <<Non sarai tu a farle cambiare visione, lo farà lei col tempo. Dovrai solo darle motivo di fidarsi di te. Ti ha visto per quello che non sei realmente, devi permetterle di conoscerti sul serio. Solo allora archivierà i vostri precedenti.>> annuii. Per una volta nella vita, avrei ascoltato l'istinto. Un mugolio ci fece puntare l'attenzione verso il letto. <<Si sta svegliando.>> Will si alzò dirigendosi da lei e a quelle parole mi sentii di nuovo agitato. Speravo stesse bene.
Grace
<<Mhmm..cos'è successo?>> mi sentivo stordita, come se avessi battuto la testa. Poco dopo il volto di Will si fece largo nel mio campo visivo. <<Non ti sei sentita bene, ti ho sedata per permetterti di dormire e di riprenderti. Come ti senti?>> sentii il tocco delicato di Will sul mio braccio, ricordavo frammenti sparsi di quello che era successo, ma ero felice di avere William con me, era l'unica persona che mi garantiva sicurezza. <<Will...>> mugugnai portandomi la mano sulla fronte. Percepivo una leggera confusione e un lieve mal di testa. <<Mi sento stordita. Mi hanno fatto del male vero?>> chiesi preoccupata e allarmata. Will mi sorrise gentile. <<No Grace. Nessuno ti ha fatto del male. Hai perso conoscenza tutto qui, non ti sei sentita bene, ma nessuno ti ha fatto del male. Siamo rimasti tutto il tempo qui con te, ad aspettare che ti svegliassi.>> - <<Siamo..?>> chiesi confusa, e poco dopo vidi Austin seduto sulla poltrona, con il busto in avanti mentre si tormentava le mani. <<Ciao..>> rimasi sorpresa dal tono di voce quasi supplicante che mi rivolse. Per la prima volta gli lessi in volto un profondo senso di colpa. Mi misi seduta, Will mi aiutò con i cuscini prese poi i suoi apparecchi e mi misurò i parametri vitali, lo lasciai fare non prestandogli attenzione, ma rivolgendola ad Austin. <<Che hai?>> aveva un'espressione nuova, che mi mise curiosità. <<Che vuoi dire?>> rimase seduto, apparentemente tranquillo. <<Sembra che tu sia turbato o qualcosa del genere.>> affermai incerta. Alle mie parole Will guardò Austin, si scambiarono pochi sguardi e poi gli occhi blu di Austin si incatenarono ai miei. <<Devo parlarti, appena starai meglio.>> wow...ora gli importava che stessi bene? Cos'era successo mentre ero incosciente? <<Ehm..okay?!>> non ero certa di cosa aveva in mente di dirmi, era tutto molto strano. Non ricordavo bene cosa fosse successo prima e durante la mia perdita di conoscenza, ma era tutto troppo strano. <<La tua pressione è stabile e il battito cardiaco è nella norma. Posso darti dell' antidolorifico per il dolore alla testa.>> - <<Non c'è bisogno grazie. Credo che mi basterà bere un pò d'acqua e mi passera.>> Will mi sorrise prima di sedersi sul bordo del letto. <<Vorrei controllare le tue ferite se non sono troppo invadente.>> annuii tranquilla. Avevo bisogno che l'autore delle mie cure mi dicesse che non avrei mai più dovuto preoccuparmene. Notai con la coda dell'occhio Austin alzarsi e dirigersi verso la porta. <<Vi lascio soli.>> dichiarò senza voltarsi. <<No..resta...per favore.>> mi sentivo quasi in ambarazzo davanti alla mia stessa richiesta, non sapevo perchè avessi voluto fermarlo, ma era successo e in risposta si era voltato sorpreso tanto quanto me. <<Sicura?>> ero decisamente sorpresa. <<dobbiamo comunque parlare giusto?>> annui e si risedette sulla poltrona, osservando il medico mentre mi ispezionava.
Will alzò la maglia e con una delicatezza che mi parve impossibile accarezzò la mia pancia cercando un minimo rilievo delle cicatrici che non trovò a quel contatto così delicato sussultai leggermente. <<Sei ufficialmente guarita. Immagino che la pelle sia molto delicata, ti consiglio di continuare con la crema in modo che i tessuti si stratifichino e col tempo darà meno fastidio.>> era sollevato quanto me, lo dimostrò rivolgendomi un sorriso premuroso e risistemandomi la maglia.<<Grazie. Oh, ne ho altri qui da controllare.>> abbassai la manica della maglia per mostrargli la spalla. Parve sorpreso nel vedere dei segni va circolari di cui realizzi poco dopo, non esserne a conoscenza. Non ero certa se avessi fatto bene a dirglielo. Guardò Austin interrogativo e quest'ultimo parve irrigidirsi all'improvviso. <<Luke. L'ha morsa. A mia insaputa l'ha trascinata in camera sua mentre dormivo e a svegliarmi sono state le sue urla. Sai quanto può essere animalesco quando la situazione gli sfugge di mano, ma mai avrei pensato che si potesse spingere a tanto.>> il medico riportò l'attenzione sulla mia spalla annuendo. Ispezionò la cute e sussultai appena quando toccò certi punti. <<Quanto tempo fa è successo?>> chiese quest'ultimo. <<Tredici giorni fa all'incirca.>> Austin si era fatto ruvido e capii che la questione dei morsi non gli andava ancora giu. Mi domandai perchè dato che era stato lui il primo a ferirmi. <<Ci è andato pesante se sono quasi rimarginati ora. Pochi giorni e scompariranno.>> sospirai sollevata. Non ne potevo piu di essere medicata da quei due costantemente. Sebbene William fosse un uomo con sani principi che si occupava di curare danni che facevano i rapitori, un barlume di speranza si accese, desiderando, data la confidenza, informarlo delle condizioni strette in cui mi avevano ridotta. Guardai Austin e quel barlume si spense, Will aveva le mani legate, se poteva liberare le schiave lo avrebbe fatto da tempo, inoltre ero curiosa del nuovo atteggiamento del ragazzo dai capelli corvini nei miei confronti, curiosa di sapere riguardo a cosa volesse parlarmi. <<Ammetto di essere sorpreso e di non esserlo per niente al tempo stesso.>> il medico ruppe il silenzio, lo guardai accigliata non sapendo a cosa si riferisse, ma non ebbi il tempo di porgli la domanda che Austin mi anticipò. <<In che senso?>> quest'ultimo si accigliò confuso quanto me. Posai di nuovo lo sguardo sul medico. <<Beh, sono a conoscenza dell' irruenza di Luke, del suo sadismo, del modo in cui lascia dei "marchi"->> mimò le virgolette con le dita. <<-ma credevo che non si sarebbe spinto cosi in là considerato il rischio che già avete corso e la data di consegna vicina.>> vidi Austin stringere i pugni e rispondere con un grugnito nervoso, quando rialzò gli occhi su di noi, aveva uno sguardo furioso, trasalii. <<Avrei voluto ammazzarlo quando l'ho visto->> indicò la mia spalla e mi venne da guardarla dimenticando che non c'erano più segni, eppure era com se sentissi di nuovo i suoi denti mentre sprofondavano nella mia carne e all'improvviso i flash di quella notte si fecero largo senza il mio permesso. <<-non riuscivo nemmeno a trovare le parole per esprimere la rabbia e il disgusto che ho provato nei suoi confronti. Non so come sono riuscito ad evitare di mettergli le mani addosso.>> ricordavo il modo in cui Austin mi aveva guardata quella notte, lo sguardo che mi aveva rivolto, e solo ora, ripensandoci mi ero resa conto che aveva avuto un vago segno di paura che gli aveva attraversato gli occhi. I segreti erano tanti, ma ora capivo che forse Austin, stava cambiando. Di norma non sapevo come si comportasse un rapitore, una vaga idea l'avevo grazie a libri e film con scene raccapriccianti e potevo giurare a me stessa che un rapitore manteneva letalità e sangue freddo, tutt'altro di quanto dimostrato dal ragazzo dai capelli corvini. Eppure continuavo a non capirne il motivo, cos'era scattato in lui per mostrare compassione nei miei confronti? Ero davvero cosi una disperazione e uno straccio da aver persino suscitato tenerezza da parte loro? Non ne ero certa, ma sapevo che se io ed Austin dovevamo a breve tenere una conversazione, qualcosa mi diceva che parte delle risposte le avrei avute.
<<Capisco Austin, davvero. È stato atrocemente surreale, ma sicuramente non hai ricorso alla violenza perchè sapevi che non avresti risolto niente, perchè forse, sapevi che era bastata la violenza di Luke per aggiungere altra legna sul fuoco.>> era come diceva Will? Più li ascoltavo confrontarsi e più capivo che William Colby aveva un ruolo importante nella vita di Austin e sarei stata curiosa se un giorno avessi saputo la loro storia. Qualcosa li teneva uniti, si vedeva. Austin scosse la testa per poi guardarmi colpevole. <<No..da un lato posso darti ragione, le ho pensate quelle cose ma non è stato quello il vero motivo per cui ho lasciato perdere Luke. Grace stava male->> sputò d'un fiato e improvvisamente tutta la mia attenzione era rivolta a lui, giocava con le dita, qualunque cosa stesse per dire pareva lottare contro la sua forza di volontà per uscire e parlò come se non fossi presente benché mi stesse guardando negli occhi. <<-L'ho vista inerme nel letto, perdeva sangue, aveva la pelle imperlata di sudore e il fiato corto. Tremava per il dolore ed era sotto shock, era appena cosciente. Normalmente, se fosse stata un'altra, non mi sarebbe importato, ma non potevo lasciarla li cosi, non potevo abbandonarla. Cosi in quel momento, a discapito di tutta la rabbia che mi scorreva dentro ho deciso che lei era la priorità e mi sono occupato di lei per il resto della notte.>> nelle sue iridi blu come l'oceano non vi leggevo altro se non sincerità, rimasi a fissarlo per dei secondi infiniti ripetendo mentalmente le sue parole, finché un'unica domanda abbandonò le mie labbra per depositarsi nell'aria, a chiunque l'avesse voluta accogliere. <<Perchè ti sei sentito cosi?>> un po' si aspettava questa risposta, lo capii dalla mancata sorpresa che avrei creduto di trovare sul suo viso. Sospirò. <<è quello di cui volevo parlarti. Le cose sono cambiate.>> benchè la sua voce era pacata e tranquilla, un inspiegabile moto di rabbia mi assali ed emerse il sarcasmo pungente. Alzai gli occhi al cielo e risi scatenando incredulità da parte di quattro occhi che saettarono su di me. <<Ah, adesso le cose sono cambiate. Si, ma certo.>> alzai le braccia e le lasciai ricadere sulle gambe creando un rumore di schiocco. Ero sconcertata. Proseguii con la mia replica quando li vidi accigliarsi sempre di più. <<Figurati Austin, è tutto okay. Dimentichiamo le torture, gli abusi, le violenze, i quattro fottuti giorni su una stramaledetta sedia dove non potevo andare in bagno da sola, dimentichiamo le vostre luride mani su di me come se niente fosse. Ma certo, io ho passato l'inferno qui dentro, soprattutto a causa tua ma->> feci un gesto teatrale con la mano. <<-per Austin lo stronzo le cose sono cambiate quindi a posto, tutto archiviato, dimenticato perchè lui ha deciso cosi.>> lo vidi scuotere la testa. << Lo so, hai ragione. È stato tutto orribile per te ne sono consapevole->> lo interruppi brusca. << Orribile? Per me è stato nientemeno che un fottuto inferno, ci foste stati voi al mio posto, anche solo per un secondo magari lo sapreste.>> nella mia predica Will era escluso, lo sapeva, era l'unica persona a cui dovevo solamente dei "grazie". Austin guardò Will, con un lieve moto di frustrazione sul viso che gli corrucciava le sopracciglia. << Te lo avevo detto.>> dichiarò infine. Feci saettare lo sguardo tra i due, notando il medico fare spallucce. Susseguirono dei secondi nei quali parvero parlare con gli occhi, parole che io non ero in grado di capire, cosi, ulteriormente infastidita intervenni. << Detto cosa?>> forse stavo esagerando, forse dovevo almeno concedere ad Austin il beneficio del dubbio e sentire cosa aveva da dire. Era dal mio risveglio che la situazione mi era sembrata particolarmente strana e piena di fatica, tanto che l'aria nella stanza iniziava a farsi pesante. <<Avanti Austin, inutile girarci intorno.>> Will prese ad accarezzarmi il braccio e quel gesto, per qualche strana ragione mi calmò, cercai di prendere coscienza della situazione promettendomi di sentire cosa avesse da dire, prima di giudicarlo. <<Non era previsto che le cose andassero cosi, è stata una cosa che mi ha colto alla sprovvista e onestamente sono stanco di fingere che questo cambiamento da parte di entrambi non ci sia. So che ti sei accorta dei mie cambi repentini nei tuoi confronti, della mia incostanza in fatto di atteggiamento, lo so, non sono cieco.>> si alzò in piedi, iniziando a fare avanti e indietro per la stanza, si massaggiò il ponte del naso, pareva costargli fatica quello che voleva dirmi. << Sta andando tutto a puttane, cazzo!>> parlò cauto, a bassa voce come se si stesse rivolgendo piu a se stesso che a me. Mi rivolse uno sguardo combattuto finche una scintilla nei suoi occhi mi fece capire che era pronto a togliersi quel peso. << Okay. Dal primo momento in cui ti abbiamo rapita mi sono reso conto che eri diversa da tutte le altre schiave che avevamo mai preso, hai un carattere dannatamente impossibile, sei ribelle, non ti arrendi mai e sei stata una frustrazione sin da subito, è stata una fatica dannata per me trovare un modo che ti sottomettesse, perché qualunque cosa fosse stata funzionale per le altre, per te non lo era. Sei stata una sfida costante e ogni volta che cercavo di buttar giu le tue speranze e le tue credenze, tu racimolavi i pezzi e costruivi una convinzione sempre piu alta. Sono affascinato dalla tua determinazione, sei scaltra, non ce dubbio e se prima vedevo queste tue qualità come un problema ora le vedo con un'altra prospettiva.>> piu parlava e piu ero colpita dalle parole che mi rivolgeva. Non sembrava trattarsi dello stesso Austin che avevo conosciuto fino a quel momento. <<Va avanti.>> lo incoraggiai. Lo vidi sedersi di nuovo, con il busto sporto in avanti e le mani giunte e poco dopo le sue iridi blu si incastrarono alle mie e un brivido mi percorse la schiena, lo ignorai. <<Sono sempre stato menefreghista con le schiave, provavo una certa soddisfazione nel schiacciarle con le parole e terrorizzarle col mio essere, fare leva sulle loro paure e vederle sottomettersi mi faceva sentire potente. Con te è stato diverso, era qualcosa di personale sin dal principio, piu cercavo di sottometterti e incuterti paura e piu tu reagivi, facendomi credere che non sarebbe stato facile, finchè ho capito che tu non eri facile e cosi ho fatto piu pressione, ancora, ancora e ancora, ma è durato poco. Quando eri incosciente, da Will, dentro di me è scattato qualcosa, qualcosa che ho negato fino all'ultimo. Vederti legata su quel lettino, priva di coscienza, non lo so, ha scatenato dentro di me un senso di premura, un desiderio che non comprendevo e che ho cercato di negarmi, benché Will me lo avesse fatto notare.>> guardò il medico di fianco a me che in risposta annui e gli angoli della bocca si storsero in un lieve sorriso. Ero stata ignara di tutto fino ad ora, di questo ero certa, ma non mi ero dimenticata dei cambi repentini di cui parlava Austin, li avevo notati eccome, soprattutto dopo aver passato quasi una nottata a parlare tranquillamente, qualcosa non quadrava da un po' e forse ora avevo delle risposte finalmente. Riportai l'attenzione sul ragazzo dai capelli corvini che sospirò, prosegui quando capi che da parte mia non avrei emesso un fiato finche non avrebbe finito. <<Dopo il giorno dell'intervento sono diventato più ostinato con te, proiettavo su di te il bisogno che avevo nei miei confronti di reprimere quelle stupide sensazioni, ma non riuscivo, non riuscivo a vederti soffrire ancora e non mi sapevo spiegare perchè. Ogni volta che Luke ti feriva, davo di matto, lo avrei ucciso con le mie stesse mani ad un certo punto, se non fosse stato il mio socio, tutto per la sua stupidità e la sua incoscienza. Stamattina quando hai avuto lo shock, si è riversata dentro di me una paura che non provavo da tempo e quando Will è venuto qui, ho sentito il bisogno di dar voce a quelle sensazioni contrastanti che provavo e l'unica spiegazione che abbia un senso, sebbene forse per te non ce l'abbia, è che ho deciso di ascoltare quelle sensazioni e quello che so è che hai risvegliato una parte di me che credevo troppo a pezzi e troppo sepolta per poter esistere ancora, ma tu, per qualche ragione incomprensibile e in un modo inspiegabile hai bussato ad un porta a cui nessuno avrebbe dato importanza, l'hai aperta in punta di piedi e hai mostrato la luce al me del passato. L'unica cosa di cui sono certo è che per quanto potrebbe costarmi la vita questa scelta, la intraprenderò comunque: voglio proteggerti, proteggerti dal Circolo, dal Padrone, sono stanco di vivere in questo modo, schiavo di regole che mi impediscono di provare emozioni.>> fini tutto d'un fiato, pareva essersi ripreso da una lunga apnea, aveva l'affanno e piu i lo osservavo in quello stavo piu notavo che si stava lentamente rilassando, rendendosi conto di avercela fatta; dire che ero allibita era dire poco. Era tanta carne sul fuoco, tanto da elaborare, troppo per sapere cosa dire, ma ero certa che non era un altro gioco malato, no, Austin non si sarebbe mai aperto cosi per prendersi gioco di me in questo modo, o almeno era quello che speravo. Decisi di credergli, non potevo fare altrimenti, non sapevo cosa significasse questo per me ma capivo cosa significasse per lui. Era possibile che lo avessi reso di nuovo umano? Che provasse dei sentimenti per me? O era solo un'ossessione malsana sviluppata in un contesto perverso? Le domande erano tante, erano sempre tante, ma ero stanca di martellarmi in questo modo, di chiedermi il perchè e il per come delle cose, tutto questo non mi dava un briciolo di tregua. Non ero ancora pronta a fidarmi di lui, non ero certa di poterlo fare, ma ero sicura che le volte in cui Austin era stato gentile con me, ero stata bene, non avevo mai abbassato la guardia ma ero stata bene. C'era qualcosa in lui che mi ossessionava, mi affascinava, mi portava sempre a voler scavare dentro di lui per scoprire quanto fosse oscura la sua anima e forse cercavo dentro di lui in quel modo proprio perché anche io, dentro di me, nascondevo un'oscurità dettata dal dolore. Forse dopotutto, non eravamo cosi diversi. Ero attratta da quell'oscurità.
<<Come ti senti?>> Will mi destò dai miei pensieri con una delicata carezza sul viso, lo guardai nei suoi occhi smeraldo e mi accorsi che non era sorpreso, forse mentre ero stata incosciente loro avevano parlato a mia insaputa, avevo capito che quest'uomo di fianco a me, era l'unico capace di far parlare Austin e se loro nella loro amicizia erano complici, allora non dubitavo delle parole di Austin. <<Credo di sentirmi abbastanza sconvolta, ma non voglio cercare un senso, un motivo o una spiegazione, so molto bene che quando si tratta di emozioni ce poco da fare se non seguirle.>> fu tutto quello che riuscii a dire e mi usci von un tono di voce piatto. Nemmeno io nel corso della vita, ero stata la persona piu affabile quando ero al culmine della sofferenza, ma le persone che avevo accanto, avevano rubato un po' di quel dolore togliendomi un gran peso; che fosse stato lo stesso per Austin? Di certo non ero pronta a fargli sapere che anche la mia visione nei suoi confronti era cambiata e non da oggi, ma già da un po'. Avevo scorto un vissuto doloroso ogni volta che avevo avuto delle conversazioni con lui. Non lo avevo capito subito, tuttavia mi ero resa conto del potere che lui aveva su di me, della capacità che possedeva di guardarmi dentro, di farmi sentire nuda con un solo sguardo e sebbene mi avesse ferita e terrorizzata c'era qualcosa di oscuro che mi spingeva verso di lui. Era possibile che mi stessi affezionando al mio rapitore? Mi stavo rivelando anche io una malata mentale attratta da un assassino? Era più una questione di anima che di intenzioni e constatando l'incontrollabilità della cosa, era semplicemente terrificante. <<Sono fiero di entrambi.>> Will irruppe nel silenzio, regalandomi un altro sorriso e un bacio sulla fronte prima di alzarsi. Si avvicinò ad Austin che a sua volte si alzò e si scambiarono un breve abbraccio e Will gli diede una pacca sulla spalla. Si voltò solo per guardarmi un'ultima volta e prendere da terra la sua valigetta. <<Credo che abbiate ancora molto di cui parlare, ma qualsiasi sarà l'esito finale, io sarò con voi. Non fatevi uccidere per favore.>> la sua ultima frase era poco incoraggiante per me, ma recepii la sua lealtà e sapevo che finché ero con Austin, Will sarebbe rimasto a coprirmi le spalle. Si congedò con un cenno del capo e la porta si chiuse alle sue spalle, lasciandoci soli. Mi sedetti con le gambe a penzoloni sul bordo del letto, sospirando sollevata sebbene l'unica persona che stimavo in quel momento se n'era appena andata. << Dov'è Luke?>> era passato un po' e non si era fatto vivo, temevo entrasse ora che io e Austin avevamo ancora delle questioni da chiarire e qualcosa mi diceva che sarebbe stato un problema se il biondo ci avesse scoperti. <<Affari.>> - <<Penso che ora tu possa dirmi tranquillamente quello che fa.>> non vedevo motivo per cui nascondersi ancora. Avvicinò la sedia a me prima di sedercisi sopra e per la prima volta non scattai in guardia, non smisi comunque di osservarlo. <<Non è che io non voglia dirtelo, è che davvero non so cosa stia facendo. So che si stava occupando di questioni del Circolo.>> sorrise ed era un bel sorriso sincero quello che mi rivolse. Era evidentemente sollevato di aver sputato il rospo, forse ancora piu sollevato per non aver ricevuto in cambio giudizi. <<Ti ho sconvolta cosi tanto?>> chiese esitante. Lo trovavo ancora strano il fatto che ora si interessasse a me, soprattutto era strano vederlo a disagio, vedere a disagio la stessa persona che non si era fatta scrupoli nel ferirmi con un coltello. <<Abbastanza.>> mi guardai i piedi per poi tornare a scrutarlo. Volevo ancora delle risposte. <<Perchè hai deciso di dirmi queste cose?>> - <<Era la cosa giusta da fare.>> Era sincero, ora lo sarebbe stato sempre con me. I nostri occhi s'incatenarono e sentii un brivido percorrermi la spina dorsale, non ero ancora certa se fosse per il timore del suo magnetismo o per altre ragioni. Presi a giocare con l'orlo della maglia bianca che indossavo, ero stata cambiata a mia insaputa e probabilmente vestivo ancora con la maglia di Austin. <<Quando hai detto che la scelta di proteggermi di porterà alla morte, cosa intendevi?>> - <<Significa che volutamente ho scelto di non portare a termine la mia missione e di voltare le spalle al Circolo. Non so cosa tu mi abbia fatto ma aver tolto dalle catene le mie emozioni mi ha fatto rendere conto che avevi ragione, non è completamente giusto quello che facciamo. >> Aveva preso questa scelta per me, per proteggere me, e sapevamo entrambi che c'era solo un'emozione che poteva portare a decisioni folli, ma avevo troppo timore per dirlo ad alta voce e per farmi quella domanda. <<Ora che succederà? Non posso tornare a casa vero? >> La speranza di tornare a casa era diventata una frivola fiamma che stava accesa a malapena. Forse era questo ciò di cui avevo bisogno, di cambiare vita, di cancellare chi ero, quello che avevo e scoprire cosa mi avrebbe riservato il futuro. Dopotutto era passato un mese, un mese in cui sicuramente la mia faccia era stata sui telegiornali notte e giorno, un mese senza un corpo e da che ricordavo, la polizia senza tracce da seguire e senza prove, non portava avanti delle ricerche cosi a lungo. "Grace Clark, ragazza di diciannove anni scomparsa il 12 aprile, di lei nessuna traccia, nessun sospettato, la famiglia ha rilasciato delle testimonianze della sera in cui è scomparsa, ma non vi sono tracce di lei." Si beh, mi dispiace non essermi fatta sentire, ma non potevo. Era passato troppo tempo per tornare indietro e anche se fossi riuscita a tornare cosa avrei detto? "Hey ciao, sono viva, mi domando se sarò traumatizzata ma tutto okay, perché uno dei miei rapitori a un certo punto mi ha fatta stare bene." Si beh, merda. Era tutto quello che mi veniva da dire. <<Vuoi tornare a casa Grace? Lo vuoi ancora? >> Non mi aspettavo che me lo chiedesse, se me lo avesse chiesto dodici ore prima avrei detto innegabilmente di si, ma ora, alla luce degli ultimi avvenimenti, ero in una fase di stallo. Scossi il capo, non troppo sicura. Se Austin era stato onesto con me e con se stesso e aveva ammesso di aver sentito un mutamento dentro di lui, beh era ora che iniziassi ad essere onesta anche io. Ero cambiata, in tutto questo casino c'era qualcosa che mi spingeva a scoprire di piu soprattutto sul motivo del mio rapimento. <<Cosa succederà ora?>> Spezzai il silenzio con quella domanda, l'unica cosa che potevamo fare ora era affrontarne le conseguenze e andare avanti. <<Beh, punto primo, Luke non deve sapere niente, se ci scoprisse farebbe rapporto al Circolo e di conseguenza al Padrone, e se il Padrone lo scopre, beh possiamo considerarci dei cadaveri. >> Rabbrividii. Da ciò che sapevo, il Padrone era un maniaco del controllo che imponeva le sue regole e non esitava a dimostrarne le conseguenze nel caso in cui non venissero rispettate. <<Punto secondo, è chiaro il nostro rapporto e fingeremo.>> Proseguii io scaturendo sorpresa da parte di Austin. Rilassò leggermente le spalle e poi aggiunse <<Quanto ti fidi di me?>> Colta dalla sorpresa di quella domanda mi persi a riflettere. Ci voleva fiducia per portare avanti un piano sotto banco e non ero certa di quanto mi potessi fidare di lui. Chi mi garantiva che al momento buono non mi avrebbe pugnalata alle spalle? Nessuno. Austin notò il mio silenzio. <<Non posso proteggerti se ancora non ti fidi di me.>> - <<Chi mi garantisce che posso farlo?>> Chiesi di rimando. La risposta arrivò decisa e senza esitazione. <<I tuoi sentimenti.>>
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D E S T R O Y E D <<oscuro come il futuro, misterioso come chi ti sta vicino>>
Mystery / ThrillerDESCLAIMER: Questa storia è sotto la categoria Darkromance. Possiede contenuti espliciti e tematiche forti. Se siete sensibili a questo genere di tematiche ne si sconsiglia la lettura. Una storia avvincente e originale con contenuti drammatici, cont...