I GIORNI CONTATI

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~ 9 ~

Grace
<<Principessa vieni a mangiare.>> mi ordinò Luke prendedomi in giro. Mi alzai in piedi e mi diressi in cucina, sedendomi poi sulla sedia, a debita distanza dal ragazzo dai capelli corvini. Non avevo molto appetito, non dopo tutto quello che avevo subìto. Ero felice che il Dottor Colby mi avesse rimosso le ferite, presto sarebbero guarite e ogni segno di Austin su di me sarebbe svanito, ma non i danni che mi aveva lasciato dentro, quelli, forse col tempo, sarebbero scomparsi ma non ne ero certa. Il mio silenzio di oggi era dovuto al fatto che fossi frastornata dall'intervento, non mi avevano informata di nulla, mi avevano semplicemente sedata e operata. Quando poi al mio risveglio il medico mi disse che aveva rimosso i tagli ero sollevata, ma mi sentivo comunque in dovere di dimostrare ad Austin che anche se i tagli non c'erano piu, non cambiava niente, era comunque un mostro. Dopo gli ultimi eventi però, iniziavo seriamente a sentire la paura appiccicata come una seconda pelle e se avessi lasciato che la paura vincesse, sarei stata spacciata. Dovevo tentare di scappare, di nuovo, forse ce l'avrei fatta. Avrei studiato un piano prima che le loro torture mi consumassero. Quando mi sarei ripresa avrei attuato un piano. Ero ostinata sull'argomento, me ne rendevo conto ma, o me o loro. E senza ombra di dubbio sceglievo me.
Il biondo mi servi una minestra, porgendomela sotto al naso, ma l'appetito era scomparso nel momento in cui ricordai cosa mi aveva detto Austin fuori dalla porta. Dentro queste mura vivevo l'inferno, qui avrei conosciuto le sfumature che il fuoco infernale assumeva e forse non solo qui. Ero consapevole che fossero entrambi frettolosi, facevano il conto alla rovescia, ma per cosa? Sapevo per certo che avrei traslocato tra poco e dovevo agire in fretta, andarmene. Una sensazione dentro di me mi parlava, dicendomi che avevo probabilmente conosciuto solo l'inizio di qualcosa di grande e ben più peggiore. Avevo paura certo, ancora di più se avessi pensato che se avessi fallito con il mio ennesimo piano di fuga e mi avessero presa, mi avrebbero fatta a pezzi. Non potevo fallire, ora più che mai.
<<Non ho fame.>> replicai allontanando il piatto da me. Austin mi affiancò, spingendo il piatto sotto al mio naso, mi guardò glaciale. Mi vennero i brividi a quel contatto visivo. <<Mangia!>> la sua voce non ammetteva ulteriori repliche. Presi il cucchiaio e iniziai lentamente a mangiare. Poco dopo, entrambi i miei rapitori fecero lo stesso. Per una buona manciata di minuti ci fu silenzio e poi Luke parlò. <<Piu tardi dobbiamo parlare.>> si riferi ad Austin. <<Di che cosa?>> chiese quest'ultimo con il cucchiaio a mezz'aria, guardandolo interrogativamente. Luke prese un boccone di minestra e dopo aver deglutito lo guardò.<<Di affarri.>> il suo tono indicava l'ovvio. Cosi come fu ovvio per me che in mia presenza non si sarebbero scambiati ulteriori informazioni. A quel punto due occhi blu come l'oceano si posarono su di me e sapevo che qualunque cosa avesse detto, io non mi sarei opposta. Come una sorta di incantesimo perché era questo l'effetto che lui, aveva su di me. <<Staremo in ufficio per un po, per te è off-limits sia chiaro. Vatti a lavare e sta nella tua camera.>> abbassai lo sguardo intimorita dal suo glaciale tono di voce. Mi sentivo ridicola, mi sentivo come una bambina di undici anni che deve andare in castigo perchè "non si origliano i discorsi dei grandi." Pff! che stronzata. Pensai. Beh, evidentemente non per loro. Certamente morivo dalla voglia di scoprire di cosa avrebbero parlato ma per oggi era successo abbastanza, non avrrei retto altre scandalose novità. Risvegliandomi dai miei pensieri notai Luke afferrare il suo bicchiere pieno d'acqua, berlo e farmi l'occhiolino. Rimasi interdetta. In effetti era da un po che stranamente Luke era distante, mi girava al largo. Non so se fosse per la conversazione tra loro due di qualche giorno fa o cosa, ma era particolarmente disinteressato alla mia presenza. Strano. Pensai. Dopo avermi fatto l'occhiolino e aver sogghignato, mi dovetti ricredere, forse la mia giornata non era ancora finita e temevo il peggio. Appoggiai la testa sulla mano, perdendomi nelle mie riflessioni, senza rendermi conto che il biondo portò via il mio piatto, ormai vuoto e gli altri due. Sentii vagamente una presenza alle mie spalle e ciò che mi fece risvegliare dal mio stato di trance, fu la voce di Luke al mio orecchio. <<Principessa, credo tu abbia degli ordini.>> rabbrividii a quella vicinanza. Sentii poi la sua mano ruvida scostarmi i capelli dal collo per poi lasciarci un bacio e poi un morso leggero. Quel gesto inaspettato mi procurò dei brividi alla schiena, del tutto involontari e indesiderati. Mi alzai in piedi, facendo finta di niente, trovando un Luke sogghignante. Tutti e tre ci dirigemmo fuori dalla cucina, raggiunsi le scale e iniziai a salire. Qualche gradino dopo mi voltai vedendo i due entrare nella penombra del corridoio, prima di vederli sparire, gli occhi blu di Austin si incastrarono ai miei. Odiavo quando succedeva, mi faceva sentire nuda, come se la mia anima potesse essere sempre alla sua mercé. Tentai di sostenere lo sguardo, ma la sua dominanza prevalse, così cedetti abbassando lo sguardo. Mi voltai e salii le scale. Pochi gesti nei miei confronti in pochi minuti e già mi sentivo sporca, avevo bisogno di una doccia. Entrai in camera, accesi la luce e mi diressi verso l'armadio per prendere dell'intimo e un pigiama pulito, ma qualcosa catturò la mia attenzione. Sul mio letto trovai distesa una camicia da notte blu scuro di seta con le finiture in pizzo. Lo sollevai per guardarlo e mille domande si fecero strada. Notai poco dopo un bigliettino sul letto.

D E S T R O Y E D &lt;&lt;oscuro come il futuro, misterioso come chi ti sta vicino&gt;&gt;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora