William Colby

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Storico

William Colby rimaneva un mistero.
Nessuno aveva mai ben capito il motivo per cui fosse nel Circolo, c'era dentro da dieci anni e non aveva mai mostrato l'intenzione di andarsene. Cosa nascondeva dentro di sè rimaneva un mistero perfino per Austin che lo conosceva da tanto. Will lo aveva aiutato a diventare più forte, lo aveva fatto con incoraggiamento, dicendo "vedrai, non è poi cosi male come sembra", sembrava davvero crederci a quelle parole.
La verità era ben più complessa, tanto quanto lo era rimanendo incastrata nelle profondità. Seth Colby, era un sicario del Circolo ma prima di tutto era un padre che voleva solo proteggere suo figlio, un figlio la cui madre non era mai stata conosciuta e ogni volta che quel bambino chiedeva di lei, lui rispondeva che era deceduta dandolo alla luce e il discorso riguardo la donna che lo aveva messo al mondo si concludeva li. Ma aveva un padre, sempre presente, persino quando non era li a insegnargli qualcosa. William era un bambino buono ma era altrettanto furbo, suo padre ci metteva l'accento su questo, voleva che suo figlio fosse scaltro, curioso al punto giusto ma che fosse piu di tutto furbo. Vista da fuori poteva sembrare la ricetta per la giusta dose di ogni cosa per un esistenza idilliaca ma per quel bambino di soli sette anni, tutto ciò che diceva suo padre era un ambizione. Seth voleva che suo figlio divenisse la versione migliore di lui: "Il mio è un lavoro sporco, vincolante, non voglio che tu commetta il mio stesso errore." E di quale errore parlasse rimaneva un mistero. "Devi saperti difendere." Diceva Seth a suo figlio mentre puliva la pistola con minuziosa attenzione di fianco a lui. Era sempre stato impavido, emotivamente distaccato, freddo e le emozioni le incatenava in un pozzo senza fondo che non vedevano mai la luce. Il perfetto sicario, il sicario con un introvabile segreto. Nessuno sapeva di suo figlio, ma suo figlio sapeva tutto di tutti. William era l'unico che poteva vedere suo padre per quello che era e non ne era mai stato spaventato, vedeva suo padre per quello che era: un uomo coraggioso da cui apprendere. Aveva imparato presto come prendersi cura di un'arma, a cosa servisse e quando usarla, non era un giocattolo e lo sapeva bene, eppure, già da bambino, sapeva che se avesse dovuto usarla, non avrebbe esitato. Sapeva bene di cosa si occupava suo padre e sapeva bene quanto la cosa gli pesasse.
Quando Seth non c'era, William si occupava da solo di sè stesso e della casa, suo padre non aveva mai voluto rischiare che qualcuno fosse a conoscenza del suo piu caro segreto, diceva a tutti di essere solo, di non aver mai avuto la possibilità di generare degli eredi e che le donne erano solo un passatempo per lui. Tutte bugie, ma bugie che avevano costruito un'armatura attorno alla sua immagine affinchè apparisse spietato soprattutto agli occhi del Padrone.
A quel bambino non era mai pesato stare solo, scriveva su un diario tutto ciò che gli insegnava suo padre, aveva un compendio sulle armi che suo padre possedeva, le aveva disegnate lui e aveva scritto tutti i dettagli a riguardo: a cosa prestare attenzioni, il calibro, le pallottole, quando usarla e in che classe era.
"Prima o poi ti ci abitui, è tutta questione di sapersi adattare." Questo gli diceva Seth, adattarsi e quella parola nn gli è mai uscita dalla testa, per William quella semplice parola significava lo scopo della sua vita, solo non sapeva quando. Lo capì a quindici anni, alla morte del padre, era stato ucciso per essersi ribellato al Circolo, William non aveva pianto la sua morte, lo aveva compatito per aver tentato la sorte, aveva fatto qualcosa che a Will era stato insegnato di non fare mai: ribellarsi.
Non sapeva bene perché suo padre fosse morto ma lo aveva ipotizzato in quanto la notte precedente al suo decesso, aveva chiesto a Will di fare le valigie, "ce ne andiamo. Voglio darti un futuro migliore di questo." Will non era stupido, ci fu un momento in cui pensò che suo padre lo fosse. Perché un uomo cosi forte e coraggioso, ben consapevole del sistema, delle conseguenze e di tutto il resto, voleva prendere la decisione più stupida di sempre? Lo aveva fatto per amore? Will era convinto di si.

"Questa vita, questa grande bugia, non è qualcosa che voglio perseguire, non più." Aveva dichiarato Seth al Padrone mentre gli dava le spalle sui gradini della Villa e pochi passi dopo, un proiettile lo aveva attraversato, facendolo rotolare sul freddo cemento della gradinata. "Sarai sempre parte del Circolo vecchio amico mio." Aveva detto l'uomo oscuro abbassando la pistola, di fronte al corpo inerme di uno dei suoi amici fidati. Chi entra nel Circolo, non ne esce più.

La morte di Seth portò a galla il suo più grande segreto, suo figlio che a quindici anni venne prelevato da casa sua per essere portato davanti al cospetto dell'assassino di suo padre. Questi aveva riso alla presenza di un ragazzo ben vestito e innocente. Ma William non mostrava paura, era cresciuto sentendo parlare del Circolo come una leggenda, tanto da esserne attratto e ora, davanti al Padrone si sentiva parte di quella leggenda.
"William Colby, un segreto di ben quindici anni davanti al mio cospetto." Il Padrone era entusiasta di avere tra le mani il segreto di una persona di cui si fidava ciecamente, ma la morte di Seth non gli aveva arrecato soddisfazione, voleva massacrare quel ragazzo perchè lui era stato il segreto che suo padre aveva avuto e nessuno può avere segreti con il Re del Circolo. Quella morte però non poteva giustificare un segreto cosi grande eppure quell'uomo non poteva vendicarsi, non poteva piu proteggere suo figlio e ora quel ragazzo, doveva cavarsela da solo e mettere in pratica tutti gli insegnamenti di suo padre.
Will ricordava bene le mani del Padrone attorno al suo mento, una presa forte, decisa, eppure non provava paura, all'opposto, provava una forte attrazione, finalmente incontrava la leggenda che aveva determinato la sua infanzia. "Scegli Will, scegli." Un'affermazione troppo vaga per un ragazzo di soli quindici anni eppure quel ragazzo sapeva. Scegli se finire come tuo padre o se unirti a me. Mentre le iridi cinabro del Padrone, avvolte da un velo oscuro scrutavano quel ragazzo indifeso, William Colby aveva già deciso il suo destino, non avrebbe vanificato la sua vita, tantomeno quella di suo padre. Guardò dritto negli occhi il Padrone e sebbene possedesse il viso angelico di un bambino, dentro i suoi occhi traspari qualcosa di sorprendente per tutti, forse anche per se stesso. "Rispetto." Aveva detto. Il Padrone era rimasto ulteriormente colpito rendendosi conto che quel ragazzino non era come gli altri. "Scegli William." Lo aveva intimato, velando quello stupore con una dura pretesa. Un ragazzo vissuto all'ombra di un mondo intero in cui la conoscenza era stata l'unica arma, come poteva scegliere e cosa soprattutto? Eppure quella notte William Colby scelse. "Sarò il vostro medico. Ma voglio rispetto, niente punizioni, niente violenze, avrete il mio rispetto ma io voglio il vostro." E i suoi occhi non si staccarono per un secondo da quelli del mostro, non vacillarono, non traspariva insicurezza, William era nato per quello, era nato pronto. "Molto bene."
***
Dopo un anno di addestramenti intensificati e tre di medicina, Will divenne medico. Non aveva piu visto il mondo fuori dal Circolo eppure una promessa era una promessa. "Non sei come tuo padre, tu hai guadagnato un posto al mio fianco." Questo gli disse anni dopo il Padrone. Un bambino diventando adulto che alla luce dei vent'anni, poteva iniziare ad esercitare la sua professione facendo la differenza in un mondo di crudeltà. Suo padre gli aveva insegnato ad essere buono e a essere furbo, con un posto come medico del Circolo aveva rispettato entrambe le cose. Faceva del bene e si era guadagnato con furbizia il rispetto del Padrone e si era risparmiato la sua morte. Aveva seguito lo scopo della sua vita, si era adattato e viveva serenamente. Come da accordo, non aveva mai subito violenze, punizioni o castighi, era sempre stato protetto dal mostro e non gli era stato torto nemmeno un capello. Si era risparmiato tante sofferenze e si era guadagnato il rispetto che voleva. Era fiero di lui per questo, aveva esaudito il desiderio di Seth Colby, era diventato la versione migliore di lui e non avrebbe mai permesso di fallire come aveva fatto suo padre. Stava riuscendo dove egli aveva fallito. Stava facendo del bene accettando il suo destino e lo stava facendo a modo suo.

D E S T R O Y E D <<oscuro come il futuro, misterioso come chi ti sta vicino>>Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora