Capitolo 9

107 6 5
                                    

Numero parole: 1517


Ayano, come me, se ne stava seduta in silenzio fra due grosse radici col viso rosso di pianto.

L'agitazione palpitava nel mio petto e resistetti a stento a non saltare giù dal ramo e inseguire le loro tracce.

L'idea che sarebbero morti mi invadeva la mente come un denso liquido nero.

Suika era andata a pregare gli dei, io, ormai rassegnata al fatto che gli dei non mi ascoltassero più, partii in volta del fiume. Magari l'acqua fredda mi avrebbe aiutato a riordinare i pensieri.

La previsione risultò corretta e pian piano, seguendo il flusso impetuoso della corrente, frammenti di preoccupazione si staccarono da me, come foglie autunnali abbandonate al vento.

Mi stesi al sole per asciugarmi e, respirando lentamente come mi diceva di fare ogni volta Jasper, l'ansia sparì completamente, sostituita dall'arrivo del sonno.

L'oscurità della mia mente fu spazzata via da lunghi filamenti luminosi, che, secondo dopo secondo, iniziarono a tessersi in un sogno tranquillo.

"Kohaku!" Gridò una voce e io fui ripiombata nella realtà.

"Ginro ... bastardo." Ansimai appena vidi due occhi smeraldo e una frangia di capelli dorati pararmisi davanti.

"Finalmente ti sei svegliata. Da quando dormi così profondamente?" Mi chiese. In effetti me lo domandai anch'io. Dopo anni e anni di nottate nei boschi, il mio dormire si era fatto sempre più fragile e attento.

"Spero tu mi abbia disturbata per una buona ragione." Mormorai liberandomi di tutto il torpore che il riposo mi aveva donato. Lui si limitò a ridacchiare.

"Mi serve una mano per fabbricare una machera antigas. Non ho la più pallida idea di come si costruisca quella cosa, pensavo che tu che stai sempre con gli scienziati lo sapessi fare."

Lo investii con uno sguardo carico di curiosità e disapprovazione.

"Che intenzioni hai?"

"Beh ... lo sai bene anche tu che quei due insieme non fanno nemmeno la forza di un insetto – Cominciò e io non potei dargli torto – Ieri sono stato un codardo al lago della morte. Kiseki mi ha appena fatto un discorso incoraggiante e ... beh ... vorrei semplicemente guadagnarmi dignitosamente la lancia d'argento che Senku mi ha fabbricato."

"È lo spirito di tuo fratello che parla o hai mangiato qualche fungo strano? Da quando ti interessa della dignità?" Gli domandai scettica e lui non sembrò arrabbiarsi per la mia cattiva insinuazione.

"Non posso avere paura per sempre, Kohaku." Mi rispose. La serietà delle sue parole spazzò via dall'atmosfera ogni traccia di sarcasmo e ironia. 

"Mh – mormorai pensando – Se te ne fabbrico una, poi però devi portarmi con te."

Lui sorrise raggiante.

"Abbiamo un accordo allora."

Mentre preparavo l'attrezzatura con Ginro, una chioma violacea mi spuntò alle spalle.

"Avete intenzione di andare al lago voi due? Se non volete che opponga resistenza è meglio che costruiate una di quelle cose anche a me."


Ayano si era unita a noi e insieme avevamo optato per raggiungere la nostra destinazione a corse. Era parecchio lontano ed eravamo sicuri che Senku e Chrome ci fossero andati camminando lentamente. Se avessimo mantenuto un'alta velocità, forse saremmo riusciti a raggiungerli in tempo per aiutarli.

𝑺𝒕𝒐𝒏𝒆 𝑯𝒆𝒂𝒓𝒕𝒔 | Dr.StoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora