Capitolo 16

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Numero di parole: 1574


Può un cuore di pietra essere risvegliato?

Ho sempre pensato che l'amore non fosse cosa per me. Ho sempre pensato che l'attrazione fra due persone fosse il semplice frutto del bisogno biologico umano di riprodursi.

Amare richiedeva tempo ed energie che io non ero disposto a dare, e se mi limitavo a soddisfare i miei desideri sessuali, l'istinto primordiale che risiedeva in me si sarebbe placato ugualmente.

"Hai un cuore di pietra."

Mi fu detto questo il primo anno delle superiori, quando una mia compagna si dichiarò a me e io la rifiutai spiegandole come la pensavo.

Non capivo il perché soffrisse. Non capivo cosa ci fosse di così eclatante in quel sentimento da tutti decantato e bramato.

Forse non tutti erano arrivati alla mia conclusione. Forse non su tutti funzionava la mia soluzione. Io mi eccitavo come gli altri e mi toccavo come gli altri, ma a differenza loro, a me bastava solo quello.

Infondo, alla natura non importa se tu provi affetto o no. Siamo stati plasmati per conservare la specie, e l'amore non è altro che un elemento decorativo.

Ero convinto che avrei potuto continuare così per tutta la vita. Ero convinto che la passione che chi mi circondava usava per amare, io l'avrei potuta usare per la scienza.

Ero sicuro di tutto ciò, ma poi arrivasti tu e le mie certezze crollarono a pezzi.


Non avevi nulla di diverso dagl'altri. Quando ti conobbi pensavo fossi bella, curiosa, determinata e forte. Presto scoprii anche ch'eri propensa alla solitudine ed incline agl'attacchi d'ira.

Avevo conosciuto altre persone come te, ma allora perché fosti proprio tu ad instillare in me il cambiamento?

La notte, mentre mi portavo una mano fra le gambe, iniziasti ad intrufolarti nei miei pensieri. Non era cosa nuova; altre ragazze mi avevano eccitato in egual modo in passato, ma più passava il tempo e più qualcosa mutava.

Era consuetudine che le protagoniste delle mie fantasie rimanessero lì dove le avevo lasciate; non condizionavano mai la mia vita, né coltivavano in me il desiderio di possederle o amarle.

Tu, Kohaku, rompesti il sigillo che separava i sogni dalla veglia, la notte dal giorno.

I miei occhi cadevano su di te, nonostante cercassi di distoglierli, e parlarti smise di essere un piacere, ma diventò una necessità.

Cosa mi avevi fatto? Cosa nelle tue iridi azzurre aveva spezzato le mie convinzioni? Cosa desideravo dal tuo sorriso? Cosa cercavo nell'armoniosa brutalità con cui scagliavi una lancia?

Mi ero innamorato? Sì, mi ero perdutamente innamorato e non potevo accettarlo.

"Forse ciò che provo è sintomo che mi serve di più." Pensai con un bicchiere di vino fra le mani, mentre ti osservavo ridere allegramente insieme agl'altri all'ennesima battuta di Gen.

"Ho sete di qualcosa di più grande, e se non soddisfo questo bisogno, il mio cuore mi tormenterà in eterno."

Era ciò a cui pensai poco dopo, mentre aprivo le mie labbra sopra a quelle di Ayano.

Ma mentre univo la mia lingua alla sua, nel disperato tentativo di desiderare lei anziché te, l'unica ragazza a cui riuscii a pensare fosti tu; e in quel momento capii che ciò che provavo non potevo placarlo con del semplice piacere.

𝑺𝒕𝒐𝒏𝒆 𝑯𝒆𝒂𝒓𝒕𝒔 | Dr.StoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora