"Tempesta"

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N.27

Cinque
Sono passate circa 2 settimane dall'ultima volta in cui io e Catherine abbiamo parlato.

Nemmeno una volta, neanche per sbaglio ci siamo rivolti la parola. E penso che mi distruggerà tutto questo.
Non capisco per quale cazzo di motivo lei mi manchi. Non ha senso.
Perché lei dovrebbe mancarmi?
Che cos'è questa sensazione che provo!

CAZZO! Mi manda in confusione.
Lei mi ingnora, io ignoro lei.
Mi manca parlare sul cornicione della finestra con una birra in una mano e una sigaretta nell'altra.
Mi manca vedere il suo sorriso incantato mente guarda il mondo fuori, o quando con una mano spostava i suoi capelli dietro la spalla e batteva le mani sulle sue ginocchia mentre cantava un motivetto.

Io non ci facevo molto caso a quello che faceva. Ma io la guardavo, guardavo solo lei.

Mi perdevo nei suoi gesti, nei suoi modi, nei suoi pensieri alle 3 di notte mentre assonnata blaterava qualcosa su quello che le era successo nella giornata.
E io la osservavo senza dire nulla.
Una creatura così fottutamente attraente, mi logorava dentro il solo pensiero delle sue labbra adesso così lontane dalle mie.
Quelle labbra che ho assaggiato appena 2 volte. Ma che mi sono rimaste fisse in testa per giorni.
Prima che tutto quello accadesse, ero confuso.
Non riuscivo a capacitarmi del perché io volessi stare con lei ogni istante.
Ho pensato che potesse essere solo attrazione fisica, più che mentale o emotiva.
E che tutte quelle sensazioni venissero dal fatto che non ho mai avuto il brivido di odiare, e allo stesso tempo non volerla odiare...così tanto da spingermi a cercare di placare quel brivido baciandola.

Ma poi quando dopo una settimana ho iniziato a sentire una strana sensazione nello stomaco o addirittura qualcosa che mi facesse sempre pensare a lei. Ho capito che ero rimasto fottuto...

Mentre bevo dalla mia solita tazza di caffè in solitudine nella cucina, sento dei passi dietro di me. Questo significa che la volpe si è svegliata.

La vedo camminare in cucina per prendere il suo solito caffè.

Non mi guarda neanche. Non si sbilancia nemmeno a bere il suo caffè in cucina adesso che ci sono io qui.

Erin:dove cazzo è la mia tazza.

Sapevo che non si riferisse direttamente a me.

Cinque:nel cassetto in alto.

Mi ignora e mettendosi in punta di piedi apre il cassetto cercando di prenderla.

Erin:perchè l'hanno messa così in alto!

Rido tra me e me mentre mi avvicino per prenderla al posto suo. Glie la porgo guardandola per sbaglio negli occhi.

Perché dico 'per sbaglio'?

Perché il suo sguardo arrabbiato nei miei confronti non cambia mai.

Cinque:di niente.

Prende la tazza dalle mie mani e inizia a fare il caffè dalla macchinetta.

Erin:stupida macchina.

Cerca di accenderla ma non funziona.

Cinque:nervosa?
Erin:da cosa le deduci?

Si gira infastidita.

Cinque:hai una nuvola sulla testa.

Alza lo sguardo.Inizia a muovere le mani sulla sua testa per far dissolvere la nuvola.

Cinque:ti capita spesso di creare nuvole?
Erin:solo quando ho te vicino.

Mi fa un sorrido finto e se ne va con il suo caffè già fatto. Si dirige in palestra.
Aveva due traccie che le cadevano delicatamente sulle spalle e un completo da ginnastica.

𝐘𝐨𝐮𝐫 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐛𝐮𝐫𝐧𝐬 𝐦𝐲 𝐬𝐨𝐮𝐥 - Five Hargreeves story❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora