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Erano passate poco più di due ore da quando i quattro erano si erano seduti a quel tavolo. La caffetteria rispecchiava fin troppo bene il suo nome; si sentivano veramente come a casa: il personale era amichevole e gentile (oltre al fatto che fossero tutti amici di Felix, e quindi lasciavano un po' da parte la professionalità per fare battute a destra e a manca), il proprietario -Chris - era la persona più amorevole che avessero mai incontrato, ed insistette che i giovani clienti avessero uno sconto ogni volta se fossero venuti a trovarlo; inoltre, l'atmosfera generale, era come magica. Jisung non si era mai sentito così a suo agio.

Hyunjin, il cameriere con i capelli lunghi, portò loro dell'acqua fresca, dicendo di non preoccuparsi perché il proprietario aveva insistito sul fatto che dovessero rimanere idratati mentre studiavano; lasciando così quattro bicchieri ricolmi di liquido trasparente sul tavolo cosparso da libri ed appunti che Seungmin aveva preso dall'inizio dell'anno scolastico.
«Minnie, grazie davvero. » disse Felix sorseggiando l'acqua dal suo bicchiere «Se non fosse per te non avrei questo livello di coreano a soli due anni di permanenza qui. Sei una divinità! Hai mai pensato di iscriverti a qualche università per diventare insegnante?».
Il castano scosse la testa: «Non ho pazienza nell'insegnare. Finché siete voi va bene; ma una classe ricolma di giovani in piena crisi ormonale o, ancora peggio, bambini bavosi... anche no grazie » rise. "Ricolma" pensò Jisung, "chi usava termini del genere nel parlato?".
Ma Felix aveva ragione: Seungmin aveva un vero talento nell'insegnamento. Ogni volta che il castano veniva a trovarlo a casa, finiva sempre per passare più tempo con la nipote che con l'amico. Jisung si ingelosiva ovviamente, perché Hyejin stravedeva per l'altro ragazzo, ma alla fine si arrendeva perché era carino vederlo spiegare alla bambina ogni cosa lei gli chiedesse.
Magari il moro mancava di pazienza; ma se si trattava delle persone giuste, ripeteva i concetti anche mille volte per aiutarli a comprendere.
Era questo il suo modo di dimostrare affetto.

Jisung intanto, in quelle due ore di studio sfrenato, oltre ad aver mangiato un'altra fetta di torta, ebbe l'effettiva risposta su quella ragazza che gli interessava: era già occupata.
Non si sorprese ovviamente, ma nemmeno si disperò visto che il suo interesse non era poi così elevato.

Ultimamente, la priorità del biondo, era quella di trovarsi una ragazza con cui passare il tempo. Non che volesse veramente una fidanzata o storie così; solo invidiava il fatto che ragazzini più piccoli di lui avessero avuto chissà quali esperienze relazionali.
Persino Seungmin, che da lontano sembrava solo un topo da biblioteca, era riuscito ad avere le sue prime esperienze.
Si, Jisung aveva forse baciato qualche ragazza con cui era uscito; ma loro sembravano accontentarsi di quel poco, per poi scaricarlo. "Forse non sono un bravo baciatore?" si chiedeva spesso.
Ancora non conosceva Felix e Jeongin abbastanza bene da poter chiedere loro una cosa del genere, ma Jisung scommetteva che Jeongin avesse zero esperienza, e Felix fosse solo molto informato sull'argomento; niente di più. Ma magari era esattamente l'opposto e si stava limitando a giudicare un libro dalla copertina.
Per quanto riguarda i camerieri, che il biondo si era messo a scrutare per pura curiosità, pensava avessero tutti avuto qualche scappatella, ma nulla di serio; avevano l'aria di chi si divertiva e basta. Beh- Tutti tranne Chris. Lui aveva l'aria di essere un vero galantuomo.
Ma anche queste erano tutte supposizioni createsi nella testa annoiata del ragazzo, che di ascoltare la lezione di coreano di Seungmin ne aveva le scatole piene.

L'orario di chiusura si stava avvicinando sempre più, così gli scolari decisero che era arrivato il momento di ritornare alle proprie abitazioni.
«Grazie ancora Minnie » ringraziò Felix per l'ennesima volta in quel pomeriggio « Davvero! Senza di te siamo persi»
A lui si aggiunse pure Jeongin che con un impacciato «si! Grazie infinite», gli sorrise mentre riponeva il proprio materiale nel suo zaino blu.
Finito di raccogliere gli oggetti sparsi sul tavolo, i giovani si avvicinarono al bancone dove Changbin li aspettava con un sorriso (forse particolarmente rivolto al castano del gruppo).
«Grazie di tenerci compagnia » disse il cameriere ai clienti «tornate veramente quando volete! A noi fa solo piacere. E a Chris piace avere dei bambini a cui badare» rise sull'ultima frase, instaurando una risata generale.
«Siamo noi a dovervi ringraziare! » rispose Felix.
Dopo aver fatto loro il conto, ed aver applicato uno sconto come promesso dal proprietario, ognuno pagò la propria parte; tranne che per Seungmin che dovette pagare pure la bevanda del suo migliore amico come promesso a scuola.

I quattro erano pronti ad uscire, dopo aver salutato Chirs ed i due impiegati da i capelli scuri, se non fosse stato per una calda ed agitata voce che stava chiamando il nome del divoratore di cheesecake.
«Jisung!» si sentì Minho esclamare, sbucando fuori dal retro del locale, mentre era indaffarato con delle scatole «Jisung aspetta un attimo».
Seungmin spintonò leggermente l'amico in direzione del più grande facendogli un occhiolino «vai. Ti aspettiamo qui.».
E così il biondo, con passo incerto, si avvicinò al moro.
«Jisung. Puoi aspettarmi? » chiese, facendo spuntare uno sguardo interrogativo sul volto del più piccolo «Ho quasi finito qui. Posso riaccompagnarti io in macchina. Così non devi prendere l'autobus» gli sorrise poi, spostando l'ultimo scatolone.
"Oh". Incerto, mentre inconsapevolmente si torturava l'interno guancia con dei piccoli morsi, Jisung parlò: « Oh hyung, grazie... ma non voglio distur- »
E non fece in tempo a finire che il maggiore si affettò a dirgli che non disturbava affatto, e che lo faceva con piacere.
«mmh.. se la metti così. Vado ad avvisare gli altri allora. Fai con calma per favore. Ti aspetto di là» sorrise leggermente rosso in viso ritornando dagli amici, e comunicando loro la notizia.
L'ennesimo «Gli piaci» non tardò ad arrivare da parte di Seungmin, facendo sbuffare il biondo e ridere gli altri due ragazzi.
I quattro si salutarono, e Jisung si mise ad attendere il più grande chiacchierando con gli altri camerieri - che stavano finendo di sistemare il bancone prima della chiusura- del più e del meno.
Il biondo scoprì, sorpreso, che i due corvini avevano solo un anno in più di lui, e che frequentavano la stessa università: quella di fotografia. Una di quelle a cui Jisung aveva fatto domanda.
«Se mai dovessi sceglierla » cominciò Hyunjin «saremo felici di aiutarti e considerarti il nostro protetto ».
Il più piccolo rimase positivamente scosso dalle parole dell'altro ragazzo: mai si sarebbe aspettato che due -quasi - sconosciuti, lo avrebbero accolto a braccia aperte in quel modo. Era felice come mai prima d'ora. «Grazie...» esitò.
«Hyung » rise Changbin, notando l'imbarazzo del biondo « Hyunjin e Changbin hyung. Non peritarti a chiamarci così. ».
« Va bene, hyung».

Rimasero ancora qualche minuto a chiacchierare, e Jisung si fece raccontare qualcosa in più su l'università che frequentavano. Aveva sempre avuto la passione per la fotografia, ed il fatto che ci fossero due ragazzi che potevano finalmente dargli informazioni su quella scuola lo rasserenava. Si stava convincendo sempre di più che quella fosse la scuola giusta per lui.

«Eccomi Jisung! » esclamò Minho, arrivando con un uno zaino nero in spalla.
Il biondo lo guardò: il cameriere si era spogliato della divisa della caffetteria, ed ora indossava dei normali jeans neri - né troppo stretti, né troppo larghi-, ed una leggera maglia a maniche lunghe bianca.
In qualche modo, la nonna di Jisung che andava il sabato mattina al mercato si vestiva meglio, ma Minho sembrava uscito da qualche rivista; ed i castani capelli leggermente spettinati dopo la giornata di lavoro contornavano il tutto divinamente.
Sembrava molto a suo agio; come se in quel momento si trovasse a casa ed avesse appena fatto una doccia.
"Chissà com'é dopo una doccia..."

«Andiamo Jisung? »
Quella domanda risvegliò il più piccolo dal suo breve ma intenso stato di trance, nel quale nemmeno si era reso conto di essersi incantato ad osservarlo: «si... Si andiamo» sorrise.
Così i due salutarono gli altri impiegati ed il proprietario, ed insieme uscirono dal negozio dirigendosi verso la macchina del più grande.
« Tutto bene? » gli chiese quest'ultimo « sei un po' rosso in viso. Hai la febbre? » e si avvicinò a lui, posando il dorso della sua mano destra sulla fronte di Jisung, spostandola sulla guancia e poi sul collo, tenendo lo sguardo puntato verso l'alto, con un espressione concentrata «Jisung sei un po' caldo... tutto okay? ».

"Perché mi sta toccando il viso? Gli piaccio veramente? Ma nemmeno ci conosciamo... Dovrei chiedergli di uscire con me. Ma non sono interessato. Devo dirglielo..? Non risulterebbe antipatico? Magari è solo premuroso"

«Jisung? »
Il biondo lo guardò dritto negli occhi: il respiro trattenuto, ed in testa solo la speranza che il più grande non sentisse il suo battito accelerato per non si sa quale motivo. «Si, hyung. Sto bene » rispose gentile, spostando nel modo più delicato possibile la mano di Minho che era ancora posizionata sul suo collo «ho solo un po' caldo. Tutto okay».
Minho annuì. «Sali pure. La macchina è questa».

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Spero vi piaccia, e grazie mille del supporto <3
- @drctCut

I bet you look good on the dance floor |Minsung|  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora