STUBBORN LOVE~CAPITOLO 18

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[Sentite la canzone quando leggete, se è possibile... Renderà tutto più bello! 💖]
16 ANNI
Corsi fino in ospedale accompagnata da Jorge.
Ero preoccupata per mio padre. Jorge non aveva smesso di tenermi la mano e di rassicurarmi.
Appena arrivai nel reparto in cui si trovava papá, vidi Mechi che andava avanti e indietro per il corridoio.
Io: come sta? 😥
Mechi: non lo so.. I medici non mi hanno detto niente...
Lasciai la mano di Jorge e mi diressi verso la stanza dove stava papá e dove c'erano alcuni medici che lo visitavano.
Io: come sta?! 😩
Xx: signorina, lei non può stare qui..
Io: voglio sapere come sta mio padre! -urlai disperata.
Qualche lacrima iniziò a scorrere sul mio viso. Sentì due braccia cingermi da dietro: era Jorge.
Jorge: hey hey.. Stai calma tini.. Andrá tutto bene... -mi bisbigliò.
Mi voltai verso di lui ed iniziai a piangere sul suo petto.
Piano piano, Jorge mi condusse fuori dalla stanza di mio padre e mi fece sedere in una sedia.
Lui si mise accanto a me, e mi asciugò qualche lacrima.
Jorge: vedrai che andrá tutto bene..
Io: lui è la mia famiglia, Jorge. Se lo dovessi perdere... -scoppiai nuovamente a piangere.
Jorge mi abbracciò nuovamente.
Tirai su con il naso e poi continuai a parlare:
Io: quando mia madre è morta, lui si è buttato sull'alcool. Ho dovuto abbandonare tutto per prendermi cura di lui, ma non me ne pento. A modo suo, lui mi vuole bene. E lo capisco quando si butta nell'alcool perchè lui ancora soffre per la morte di mia madre, e ci soffro anche io ma.. Lo nascondo. Lo devo nascondere, per lui.
Abbassai lo sguardo.
Jorge: anche mia madre è morta. Mio padre... È come se fosse morto per me. Io.. Lo odio.
Io: non puoi odiare tuo padre.. Lui è la tua famiglia.
Jorge: lui non c'è mai stato per me.. Ed io non ho bisogno di lui. -disse freddo.
Ci furono lunghi attimi di silenzio. Poi ci raggiunse Mechi che era andata a prendersi un thé caldo.
Mechi: tini come stai?
Io: male. Ho bisogno di sapere come sta.
Jorge si alzò e andò dentro la stanza di mio padre.
Mechi si mise al suo posto e mi abbracciò.
Poco dopo, Jorge uscì e si avvicinò a me.
Io: come sta? -dissi speranzosa.
Jorge: lui.. È in come etilico..
Scoppiai a piangere. Poi mi alzai e raggiunsi il medico che era uscito dalla stanza.
Io: si salverà? 😥
Xx: noi.. Non lo sappiamo signorina. Ci sono possibilitá di sopravvivere, ma molte di non riuscirci.
Indietreggiai. Trovai dietro di me Mechi, pronta ad accogliermi in un suo abbraccio.
Jorge: si può entrare? -disse Jorge rivolto al dottore.
Xx: si ma una persona alla volta.
Mechi: vai tu tini..
Annuì e mi staccai da lei.
Entrai dentro la stanza.
Mio padre era in coma, ma a me sembrava che dormisse.
Mi sedetti su una sedia accanto al suo letto, e gli presi la mano.
Io: papá.. So che non puoi rispondermi, ma spero che almeno tu possa sentirmi. Ti prego non andartene. Lo so che sono un disastro come figlia, lo so che non riesco a prendermi cura di te come tu vorresti ma.. Soffro anche io per la morte della mamma. Sono passati tanti anni, ma io ci sto ancora male. Cerco di essere forte, per te, per i miei amici, e soprattutto per me. Ma.. Qualche volta crollo anche io e.. Non è facile rialzarmi. Sai papá.. Ho conosciuto un ragazzo davvero straordinario... Si chiama Jorge, ed è il ragazzo che ci ha salvato quella sera dalla strada. È davvero fantastico, mi vuole bene e.. Mi piacerebbe fartelo conoscere. Ah e poi.. Non ci crederai mai. La prima che è venuta in ospedale è stata Mercedes... Già, la tua dipendente, nonché mia migliore amica che non ti sopporta! -risi leggermente in mezzo alle lacrime.
Io: non puoi andartene papá. -continuai- io ho bisogno di te.
Scoppiai a piangere del tutto e mi accasciai con la testa vicino alla sua mano.
Ad un certo punto, la macchina per controllare i battiti del cuore impazzì. Prima faceva dei piccoli suoni regolari, ma ora non smetteva di suonare, segno che il suo cuore si stava fermando.
Mi alzai dalla sedia come un fulmine e mi diressi verso il dottore.
Spalancai la porta, facendo posare gli sguardi preoccupati di Mechi e Jorge su di me.
Io: dottore!! -urlai.
Xx: signorina! -disse raggiungendomi.
Io: mio padre...
In men che non si dica, tre dottori entrarono nella stanza di mio padre. Io preferì non guardare, ma mi accasciai sul petto di Jorge.

Mi stavo preparando per andare al funerale. Erano passati due giorni dalla morte di mio padre, e in quei due giorni, non avevo né mangiato né parlato con nessuno: mi ero chiusa in casa.
Avevo preparato sul letto un vestito nero, simile a quello che avevo messo il giorno del funerale di mia madre.
Una volta arrivata, notai che c'erano proprio tutti. Jorge, Mechi, Loris, Kristel, erano presenti ma c'erano anche persone che neanche conoscevo che mano a mano, si avvicinavano a me per bisbigliarmi un "condoglianze".
Accanto a me c'era Jorge, che mi reggeva visto che neanche stavo in piedi.
Ad un certo punto si avvicinò un signore, più meno della stessa età di mio padre.
Xx: scusami Martina.. Lo che tu non mi conosci ma ero un amico di tuo padre. Lui mi aveva chiesto di farti avere questa. -disse tirando fuori una lettera.
Io: grazie..
Presi la lettera e la infilai nella borsetta.

Ero tornata a casa.
Jorge: sicura che non vuoi che resto qui?
Io: si, Jorge tranquillo.
Jorge mi salutò con un cenno della mano e poi si incamminò per andarsene.
Io: Jorge aspetta!
Lui tornò indietro.
Io: grazie -gli diedi un bacio sulla guancia.
Jorge: non devi ringraziarmi.. -disse accarezzandomi la guancia.
Poi se ne andò e io andai in salotto. Tirai fuori la lettera e iniziaì a leggere.
"Cara Martina,
Se stai leggendo questa lettera significa che io non ci sono più.
Volevo dirti che sei veramente una figlia meravigliosa, che in
questi anni mi sei sempre stata accanto anche se dovevi
allontanarti. Ti chiedo scusa perchè ti ho fatto smettere di
studiare, ti chiedo scusa perchè ogni sera mi sei dovuta venire a
prendere dopo che mi ero ubriacato. Ti chiedo scusa se non sono
stato un buon esempio per te, un padre modello.
Ma volevo dirti che sono fiero di te. Si perchè tu sei cresciuta da
sola, e nonostante questo, sei diventata una ragazza
responsabile e bellissima. Sono fiero di te perchè in tutti questi
anni, non ti sei mai lamentata di me, e della situazione che hai
dovuto affrontare.
Mi dispiace lasciarti, Martina, ma forse è meglio così.
Ti voglio bene,
Tuo padre"

#autrice
Ecco un altro flashback triste! 😪❤️
Che ne dite? Vi sta piacendo la storia? ❤️
Ascoltate la canzone alla fine se non siete riusciti ad ascoltarla prima.. ❤️
Ringrazio tutti ❤️
Al prossimo capitolo 😘❤️

STUBBORN LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora