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Noia

Era quella l'unica parola che le veniva in mente in quel momento. Sedeva tranquilla su una superficie liscia, con una gamba piegata e l'altra distesa. In quella piegata ci aveva poggiato il braccio, si cui poi successivamente ci aveva messo la testa. In questa posizione osservava la situazione, il paesaggio e le persone intorno a lei

Le immense dimensioni del juubi, lo spirito che altro non era se non l'unione di tutti e nove i cercoteri. Una meraviglia per gli occhi era vedere quella macchina da guerra distruttiva, senza emozioni. Proprio come lei in quel momento

"non ci sono più gli eroi dei miei tempi, la disperata corsa alla sopravvivenza li sta sterminando come mosche" ghignò lui preparandosi alla battaglia "non togliere la benda per nessun motivo stupido e vedi di non deludermi in battaglia. Per la cronaca, solo perché sei l'unica Senju che io tolleri non vuol dire che mi sto preoccupando per te, quindi non montarti la testa" disse Madara Uchiha richiamando Hashirama, il dio dei ninja, il primo Hokage, il bisnonno di Arisa

"A lui ci penso io" disse andandosene e lei annuí ancora annoiata e immune alla sua minaccia. L'arrivo dei vecchi Hokage resuscitati aveva portato qualche minuto di vantaggio all'alleanza delle nazioni, tuttavia non avevano idea del vero potere che nascondeva adesso

Il quarto Hokage diede l'idea di rinchiudere il demone a dieci code in una barriera e lí Arisa decise che era il momento di intervenire

Alla fine era rimasta solo lei a prendere le redini di tutto. Tobi, o Obito, era scomparso insieme a Kakashi chissà dove. Madara combatteva poco lontano da lì e nel fulcro della guerra era rimasta solo lei. Richiamò l'attenzione, tenendo a bada il jubbi con il solo sforzo degli occhi

i suoi occhi perfetti

Obito ci aveva lavorato a lungo, aveva sudato per lei, per renderla degna del suo nome. Arisa non sapeva la sua storia, da un momento all'altro era passato all'offensiva, cambiando repentinamente il suo carattere e dimostrando di essere un abile manipolatore. Certo era sicuramente in debito con lui, per essere diventata forse la donna più potente del mondo dei vivi senza abbandonare la modestia

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"Di certo ti sei preso il tuo tempo per arrivare, Sasuke" disse Naruto Uzumaki al suo migliore amico che finalmente aveva capito da che parte stare, aveva scelto fortunatamente la giusta strada

"Perché sei qui, Sasuke!?" Esclamò Sakura, che si trovava vicino al biondo per curargli le ferite, riprendendosi da uno shock iniziale. Non era vero che non era più innamorata di Sasuke. Lo era sempre stata e si pentí di aver baciato Naruto negando i suoi sentimenti

ancora una volta strinse gli occhi ripensando al dolore della sua migliore amica che la guardava delusa quel giorno. Fu l'ultima volta che la vide

due giorni dopo Kotetsu e Genma tornarono con dei vestiti strappati e tracce di sangue che, secondo i test del DNA effettuati dai ninja medici, apparteneva alla Senju

pensavano fosse scomparsa, non morta. Non poteva morire, perché naruto quando se ne andò sull'isola per essere protetto dai cattivi, percepiva ancora la sua aura seppur debole

"Ho deciso che salverò il villaggio" si limitò a rispondere il corvino guardando lo svolgersi della battaglia. La sua faccia seria non era cambiata, i capelli erano cresciuti leggermente e delle rughe di espressioni facevano capire che si stava concentrando. I vestiti non erano cambiati, sfortunatamente usava ancora quella cintura fatta con una corda che non era per niente alla moda

"Allora andiamo" disse Naruto con un sorriso di sfida, affiancando il ragazzo mentre si preparavano alla battaglia

"Dov'è Arisa?" Chiese successivamente il biondo felice come una Pasqua mentre iniziavano a correre all'interno di quella barriera. Nessuno rispose

Bliss || Naruto UzumakiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora