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La prima cosa che Arisa percepí dopo aver trapassato con la sua katana il torace di una persona, di un uomo sui trent'anni, che aveva una vita e dei desideri sul suo cammino, fu il nulla più totale

Non sentí neanche una stretta al cuore e, con l'amaro in bocca, realizzò che forse non avrebbe provato mai più niente

Continuò così per quelli che parevano anni, il campo pullulava di morti per colpa sua. Era solo colpa sua

Che fine avrebbe fatto? Dopo la guerra intendeva. Se continuavano di quel passo l'umanità sarebbe presto scomparsa e lei non lo voleva, ma il suo corpo e Madara dicevano tutt'altro

Anche se non provava alcun sentimento nel vedere l'esalare dell'ultimo respiro di una vittima, lei aveva chiuso a tutti gli occhi, per rispetto ed una muta preghiera. Sperando che loro raggiungano quel che alcuni chiamano Paradiso e che riposino in pace

Nessun senso di colpa la logorava nonostante fosse consapevole di avere peccato. Una macchina da guerra, un mostro

Il rinnegan, la sua abilità oculare, le davano poteri che si avvicinavano al divino quasi. Era in grado di risucchiare anime, assorbire chakra e perfino smuovere la fisica, giocando a suo piacimento con la gravità

Era la prima portatrice Senju del rinnegan, mentre per gli Uchiha c'era indiscussamente Madara. Con il trapianto del DNA di Obito nella ragazza, i giorni a seguire erano stati dolorosi. I suoi occhi non c'erano più e il suo organismo ci ha messo tempo e fatica ad accettarli

Vide di sfuggita dei movimenti alle sue spalle e con una tecnica di repulsione deviò in tempo il pugno di un ninja. La ragazza non stava combattendo seriamente e questo fece ribollire il sangue nelle vene degli uomini che la stavano affrontando con le unghie e con i denti, con un grande coraggio e forza d'animo

Erano coloro che si eran liberati dalla tecnica del legno e che adesso contrattaccavano. Inutile perdita di tempo

Arisa non riuscí a schivare un pugno bello forte sulla mascella e cadde all'indietro sbattendo la schiena. Davanti a lei c'era Sasuke Uchiha. Sorrise

"Vuoi fare la loro stessa fine?" Chiese in una domanda retorica, rialzandosi in piedi e spolverandosi i vestiti. Indossava vestiti neri, che comprendevano un pantaloncino, una maglietta aderente e gli scarponi. I capelli erano legati nella sua solita treccia e Sasuke sfruttò la sua acconciatura per tirarla dai capelli verso di lui

entrambi non si erano dimenticati del loro ultimo incontro e la ragazza era proprio arrabbiata con lui

Arisa stava già per tirargli un calcio, ma si accorse di essere bloccata da delle braccia tremendamente famigliari. Vide con la coda dell'occhio Naruto guardarla ancora sconvolto dai suoi nuovi occhi. Erano belli, come lei d'altronde

"Ari-chan vedrai che ti salverò, o almeno..permettimi di farlo" sussurrò senza farsi sentire da nessuno al suo orecchio e lei rabbrividì mentre la sua parte ancora cosciente era felice di avere ancora la sua ancora di salvezza

"Non c'è niente da salvare ormai. Parli sempre di salvare tutti e tutto, ma siamo finiti in guerra" disse invece la parte controllata da Madara, fredda e sprezzante. Lo aveva ferito

Doveva pazientare, al primo loro attimo di debolezza si sarebbe liberata e li avrebbe, purtroppo, uccisi

Sasuke anziché iniziare a picchiarla si avvicinò con il suo sguardo gelido e le prese il mento, diminuendo le distanze. Percepí la stretta di Naruto intensificarsi e la sua mascella contrarsi

Anche in una situazione del genere, era geloso

L'Uchiha attivò lo sharingan. Si guardavano negli occhi e per un attimo tutto si fermò: Sasuke era entrato nella sua testa e vedeva l'abilità di Madara che manipolava Arisa

Bliss || Naruto UzumakiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora