Capitolo 34

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 Si era fatto tardi; gli invitati se n'erano andati ed Emily guardava sconsolata il giardino e quello che era rimasto del rinfresco, pensando che per rimettere tutto in ordine l'attendeva un grande lavoro.

"Non pensarci nemmeno!" La voce ferma di Dave la raggiunse alle spalle. Si voltò e, come spesso le accadeva, rimase imbambolata a guardarlo. Ancora non riusciva a credere che quell'uomo affascinante fosse diventato suo marito. Ne era innamorata più che mai e lo desiderava in un modo che la spaventava. Bramava sentire le sue mani sul proprio corpo, le sue labbra che la baciavano e i suoi occhi che la scrutavano vogliosi. Se fosse dipeso da lei avrebbe fatto l'amore ogni giorno, forse a causa della gravidanza, che aveva acuito i suoi sensi.

Sorrise a quel pensiero e fece un passo verso di lui.

"L'idea non mi ha neppure sfiorata" disse.

"Meglio così, allora, perché ho bisogno di tutta la tua attenzione" ribadì Dave, prendendola in braccio.

Emily si lasciò sfuggire un gridolino di stupore, subito seguito dalla sua risata allegra.

"Cos'hai in mente capitano Wilson?" chiese cingendogli il collo con entrambe le braccia.

"Te l'ho detto: voglio inaugurare il nostro matrimonio come si deve, ma prima c'è una cosa che voglio darti..." rispose posandola a terra nella loro camera da letto. Lei non fiatò e lui, senza aggiungere altro, dal primo cassetto del comodino estrasse una scatolina di velluto blu che le porse.

"L'ho fatto fare apposta per suggellare la promessa di non lasciare mai la tua mano" le spiegò mentre Emily apriva la scatola che conteneva una sottile catenina d'oro con appeso un ciondolo raffigurante due mani intrecciate.

Un velo di lacrime le offuscò la vista.

"E' bellissimo Dave, ma non dovevi... Io non ti ho fatto nulla!"

"Tu stai portando in grembo mio figlio, Emily. E questo non ha prezzo!"

Lei lo guardò incapace di dar voce a quello che sentiva. Avevano aspettato sette anni, illudendosi di poter dimenticare, di poter cancellare quello che era nato tra di loro, ma la brace del loro amore non si era mai spenta e al primo soffio di vento aveva ripreso ad ardere e si era trasformata in un fuoco più vivo che mai. Ora avrebbero creato una famiglia quella che a entrambi, seppur per motivi diversi, era mancata troppo presto e questo le procurava una gioia indescrivibile e la riempiva di un amore senza limiti.

Si avvicinò a lui e alzandosi in punta di piedi raggiunse le sue labbra depositandovi un lieve bacio.

"Mi aiuteresti a indossarla?" gli chiese.

"Certo" rispose sfilandole la collana dalle mani, mentre lei si girava alzando i capelli e offrendogli il collo.

Dopo avergliela agganciata con la punta delle dita percorse il profilo delle sue spalle fino a fermarsi al gancetto del vestito. Lo aprì e lentamente fece scorrere la cerniera lungo la schiena, scoprendo via via lembi di pelle che si chinò a baciare quasi con reverenza. A quel punto, però, sentì Emily irrigidirsi e preoccupato si fermò, facendola girare verso di sé.

"Cosa c'è?" le chiese accarezzandole il viso e scrutandola negli occhi.

Lei parve indecisa, come se per una qualche ragione si vergognasse, così Dave la incoraggiò: "Forza, non aver paura... Lo sai che puoi dirmi tutto..."

"Ecco, so che può sembrare stupido, anzi lo è... ma sento che questa volta è diverso..."

Lui le sorrise. "Hai ragione! Questa volta è diverso perché noi siamo diversi, siamo marito e moglie e sposandoci abbiamo reso sacro il nostro legame e l'amore che proviamo l'uno per l'altra. Potrai non credermi, ma tu sei l'unica donna con la quale ho sentito fosse giusto compiere questo passo."

Emily non aveva bisogno di sentire altro, alzò le braccia facendo scivolare a terra il vestito da sposa e con le mani cinse la nuca di Dave invitandolo a chinarsi verso le sue labbra, che non aspettavano altro che assaggiare il suo sapore. Fu un bacio intenso, pieno di passione, di promesse, di desiderio, che chiedeva di essere soddisfatto lentamente, senza fretta, perché avevano tutta la notte davanti a loro, la prima di tante altre a venire.

In quell'istante entrambi credevano che niente avrebbe più potuto separarli, che le loro vite sarebbero state sempre incatenate, che il destino di uno fosse anche il destino dell'altra, perché così doveva essere. Era qualcosa alla quale non avrebbero mai potuto opporsi e anche nella remota eventualità che ci provassero, avrebbero perso in partenza, perché Emily era presenza per Dave, il suo motivo d'essere e viceversa.

Amarsi, cercarsi, aspettarsi, per loro era naturale, spontaneo, indipendente dalla loro volontà come il battere del cuore o l'invecchiare. Questi, infatti, sono processi che possiamo regolare o rallentare, ma mai controllare pienamente, perché così è la vita: inarrestabile, immutabile nel suo continuo ripetersi, eppure diversa per ognuno di noi.

IDENTITA' NEGATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora