Capitolo 53

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Per non fare rumore si tolse le scarpe all'ingresso e avanzò in punta di piedi, guidato dal chiarore della luna, che filtrava attraverso le finestre e dalle piccole luci d'emergenza posizionale in vari punti della casa.

Si diresse verso la camera di Tommy per dargli una veloce occhiata e magari lasciargli un bacio. Guardarlo dormire beato gli regalava, da sempre, un profondo senso di pace e quella sera ne aveva un disperato bisogno.

Si avvicinò cauto al lettino, ma con stupore lo trovò vuoto. Spostò lo sguardo su sua madre che dormiva lì accanto, alla ricerca di quel corpicino, ma la donna era sola. Aggrottò la fronte, perplesso, e tornò sui suoi passi. Rimase un attimo immobile fuori dalla stanza, pensieroso, poi si avvicinò alla porta dell'altra camera, quella matrimoniale: era socchiusa. La spinse piano ed entrò.

Nonostante la poca luce riuscì a scorgere, distesa sul letto, la sagoma di Emily, che sembrava stringere a sé qualcosa. Si mosse ancora verso la sua direzione, in modo da vedere meglio e quando capì di cosa, o meglio di chi si trattava, gli mancò il respiro. Accoccolato sul suo petto, con le braccine attorno al suo collo, c'era Tommy.

Si sedette su una sedia posta lì accanto e rimase a osservarli, trattenendo a stento le lacrime: erano ciò che di più bello avesse visto in quegli ultimi mesi e avrebbe voluto fermare il tempo, congelarlo in quell'attimo perfetto, ma Emily sembrò percepire la sua presenza perché aprì gli occhi e li puntò su di lui.

"Ehi..." sussurrò per nulla spaventata.

"Ehi... " le rispose di riflesso.

"Che ore sono? Devo essermi addormentata..." Poi abbassò lo sguardo sul bambino che giaceva ignaro tra le sue braccia e gli baciò la testa. "Questo piccolino ieri sera sentiva la mancanza del suo papà..." quindi tornò a guardare Dave come se improvvisamente si fosse ricordata di qualcosa "Hai cenato? Devi essere affamato... Ti preparo qualcosa da mangiare..." e fece per alzarsi, ma lui la fermò con un gesto della mano.

"Non è necessario... Quello di cui ho bisogno ora è solo una bella dormita, per cui vi lascio e vado di là. Buonanotte!"

Appena si fu alzato Emily lo richiamò: "Rimani qui..."

Lui parve non aver capito, così lei ripeté esitante: "Dormi qui, insieme a noi... cioè se ti va..."

Seguì un silenzio denso di aspettativa, poi Dave rispose: "D'accordo."

Non osò spogliarsi, si stese così com'era senza dire altro, timoroso di rovinare quel momento.

Rimase supino, immobile, a guardare il soffitto, poi avvertì un leggero movimenti di fianco a sé e si rese conto che Emily si era avvicinata a lui. Si girò sul fianco e allungò un braccio a cingere quelle due creature che erano la sua vita, lasciandosi finalmente andare al sonno.

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Un insolito silenzio svegliò Margaret quella mattina. Guardò l'ora: erano da poco passate le sette. Si mise a sedere nel letto e tese l'orecchio: nessun rumore. Con un dolce presentimento si alzò e si diresse in cucina. Gettò una veloce occhiata al divano, dove Dave dormiva da quando Emily era tornata dall'ospedale, e lo trovò vuoto. Sorrise trionfante, avviandosi verso la camera matrimoniale per avere conferma dei suoi sospetti e non rimase delusa: sul letto, ancora addormentati abbracciati, c'erano Dave, Emily e tra loro il piccolo Tommy.

"Ne ero sicura..." mormorò tra sé e sé. "Ora il mio compito qui è finito!"

Margaret aveva sempre creduto che la situazione tra suo figlio ed Emily si sarebbe risolta positivamente; ciononostante vederli così le toglieva un grosso peso dal cuore.

La finta indifferenza di Emily, la sua paura ferivano Dave e rischiavano di allontanarlo, proprio come era accaduto con lei. Decidere di lasciarlo quando era solo un ragazzino era stata la scelta più dolorosa e, forse, la più sbagliata che avesse mai fatto. Ma allora non le era sembrato così. Allora aveva creduto che sarebbe stato sufficiente telefonargli ogni giorno e lasciargli la porta di casa sua sempre aperta per fargli capire che lo amava e che lei, per lui, ci sarebbe sempre stata. Ma lui non aveva mai risposto alle sue telefonate e quella porta non l'aveva mai varcata.

Col tempo aveva capito di averlo investito di una responsabilità troppo grande per un ragazzino della sua età, ma ormai il danno era fatto e non poteva tornare indietro. Aveva accettato la sua freddezza, il suo apparente disinteresse come la giusta punizione al suo comportamento.

"Ogni azione genera una reazione" si diceva e Dave era la conferma a quella regola.

Con Emily, però, era diverso: non aveva scelto lei di allontanarsi, di lasciarlo. Al contrario, lei stessa era una reazione a un'azione di cui non era stata responsabile, eppure ne subiva le conseguenze.

Emily e Dave si amavano profondamente, ma non riuscivano a trovare la strada per ricongiungersi. Ognuno di loro mal interpretava i segnali dell'altro con il risultato di allontanarsi sempre di più. Adesso, però, grazie a Tommy Margaret era sicura che ce l'avrebbero fatta. Quel bambino, che chiedeva solo di essere amato senza riserve da entrambi, avrebbe indicato loro la via.

IDENTITA' NEGATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora