Quella sera, dopo aver messo a dormire Tommy, come promesso Dave raccontò a Emily ogni cosa.
Le raccontò di come si erano conosciuti, di come l'avesse fatta uscire dalla villa e portata al cottage, di come si erano innamorati, amati e poi lasciati.
Le descrisse cosa aveva fatto durante i sette anni in cui erano rimasti lontani, di come avesse tentato di rifarsi una vita, convinto che lei avesse fatto altrettanto e di come un disegno avesse rimesso tutto in discussione. Apprendere che Jennifer lo aveva appoggiato e che era stata proprio lei a trovarla e a rivelargli dove si trovava, fece capire a Emily quanto doveva averlo amato e non poté fare a meno di provare una grande ammirazione per quella donna.
Dave le raccontò anche quel poco che sapeva di Robert e della sua permanenza a Monticello, dove sarebbero volati il mattino successivo per fermarsi un paio di giorni.
---°---
Monticello non era cambiata in quegli anni. Era rimasta una cittadina prevalentemente agricola, tranquilla e sonnacchiosa e probabilmente era quello il motivo per cui Emily e suo padre erano stati trasferiti lì al termine del processo.
Dopo aver sistemato i bagagli in un accogliente B&B e fatto riposare Tommy, Dave ed Emily lo misero nel passeggino e uscirono per un giro nei dintorni. Raggiunsero il centro della città, dominato da una vasta piazza circondata da piccoli negozi e caffè dove si fermarono per uno spuntino. Nel pomeriggio decisero di visitare la locale galleria d'arte e poi il circolo degli artisti.
Quest'ultimo si trovava sempre presso il municipio, e l'unico indizio che ne indicava l'esistenza era una targhetta sbiadita posta all'esterno di una stanza, nell'ala ovest dell'edificio.
Quando Emily fece il suo ingresso, seguita da Dave e Tommy, nel locale calò il silenzio e due paia di occhi saettarono su di lei, spalancandosi per la sorpresa: "Ruth?! Sei proprio tu?" esclamarono all'unisono due uomini, uno di mezza età, l'altro di qualche anno più giovane.
"Buongiorno!" li salutò timidamente Emily che non aveva idea di chi fossero.
"Come stai?" chiesero ancora, ignorando il suo imbarazzo e andandole incontro per abbracciarla.
Lei li lasciò fare ma con lo sguardò cercò Dave, implorandolo di darle una mano.
"Buongiorno signori, scusate se mi intrometto: sono Dave il marito di Ruth e siamo qui per chiedere il vostro aiuto."
A quelle parole i due uomini spostarono su di lui tutta la loro attenzione, rimanendo in attesa.
"Ecco, vedete, Ruth purtroppo ha subito un grave trauma e alcuni fatti del suo passato non le sono ben chiari..."
"Esatto!" intervenne Emily "Ho pensato che magari venendo qui e parlando con voi potevo riuscire a ricordare meglio il periodo che ho trascorso in questa città insieme a Robert..."
"Ma certo! Il buon vecchio Robert, pace all'anima sua! Eravate inseparabili voi due e tu per lui sei stata il regalo più grande che la vita potesse fargli", disse il più anziano per poi continuare a parlare a ruota libera. "È stato lui a portarti qui e a vendere i tuoi disegni. Diceva che eri brava, che avevi talento, ma che per qualche sconosciuta ragione non volevi che si venisse a sapere. Quando si è ammalato non lo hai lasciato solo un attimo, facevi la spola tra qui e l'ospedale, poi quando è morto te ne sei andata anche tu, senza dire niente a nessuno. Da un giorno all'altro sei sparita nel nulla fino a oggi..."
"Mi dispiace..."
"Oh non devi; gli artisti sono così: spiriti liberi. È questa la loro vera essenza..."
"Sa dirmi dove posso trovare Robert? Cioè dov'è stato seppellito?"
"A me piace pensare che sia ovunque. È stato cremato, ma non ho idea di dove siano le sue ceneri. Però c'è una cosa di lui che è rimasta e sono sicuro che lui vorrebbe venisse data a te. Aspetta un attimo!"
Senza aggiungere altro, l'uomo uscì dalla stanza per tornare poco dopo con una sorta di taccuino, vecchio e consumato.
"Questo apparteneva a Robert. Ci troverai la sua anima e spero che ti sia d'aiuto per portare chiarezza nella tua!"
Con mani tremanti Emily prese il quaderno e lo aprì. Al suo interno erano riportati schizzi, poesie, motti e pensieri, ciascuno accompagnato da una data. Li scorse velocemente finché uno la colpì in modo particolare: "Ruth mi ha insegnato ad amare e grazie a lei ho capito il vero significato della parola amore. Spesso confondiamo l'amore con il desiderio, la passione, la complicità, ma è molto più di questo. L'amore è presenza, l'amore è esserci sempre e comunque. Il verbo dell'amore non è avere o dare, il verbo dell'amore è essere!"
E ancora: "La malattia non mi spaventa, non ho paura di morire perché sono fermamente convinto che la vita continui oltre il nostro corpo, in forme e modi che io non vedo l'ora di scoprire. Ci sono terre inesplorate che i miei occhi bramano vedere e nelle quali la mia anima non vede l'ora di perdersi."
Con le lacrime agli occhi Emily richiuse il taccuino e tutto ciò che riuscì a dire fu: "Grazie!"
Poi abbracciò l'uomo e uscì.
STAI LEGGENDO
IDENTITA' NEGATA
RomancePossiamo cambiare nome, città, lavoro, ma il passato ci seguirà ovunque e nel caso di Emily i ricordi saranno la sua ancora di salvezza, quando dovrà abbandonare tutto e rinunciare a lui, a Dave... Disponibile come audio libro al seguente link: ht...