Capitolo 56

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"Scusami, non volevo turbarti" si affrettò a dire Emily ritirando le mani, leggermente spaventata per la reazione di Dave.

"Non hai fatto nulla di male, al contrario..." la tranquillizzò, e poiché lei non capiva continuò "Vieni con me! Voglio farti vedere una cosa..."

La condusse in veranda, dove lei disegnava, e da un cassetto estrasse un foglio arrotolato. Glielo porse, invitandola ad aprirlo e quando lo fece apparve un ritratto: quello di Dave.

"Ma sei tu!" esclamò sorpresa.

"Sì! Dopo la condanna dei Castillo tu e tuo padre siete entrati a far parte del programma di protezione testimoni e noi abbiamo dovuto separarci. Quando te ne sei andata mi hai lasciato questo disegno insieme a un biglietto nel quale dicevi che non ne avevi bisogno perché ogni mio particolare sarebbe sempre rimasto inciso nel tuo cuore... Capisci ora?"

Emily fece segno di sì con la testa: "Sono più o meno le stesse parole che ho pronunciato poco fa..."

"Esattamente. E c'è un'altra cosa che mi dicesti e che non ho mai dimenticato..."

"Cosa?"

"Che i ricordi del cuore, a differenza di quelli della mente, sono incancellabili perché basta un'emozione, un luogo, per riportarli a galla... E io credo sia ciò che è appena capitato."

Lei lo guardò rendendosi conto che aveva ragione: il cottage, la collanina che portava al collo e quella sensazione di profonda conoscenza che aveva provato nell'accarezzare, a occhi chiusi, il volto di Dave, le avevano dato l'impressione di qualcosa di già vissuto, ma non ricordando, la parte razionale di lei non era riuscita a trovare una risposta, una spiegazione logica.

Guardò Dave, fermo di fronte a lei, in attesa.

"Fai l'amore con me..." disse.

Lui non rispose, ma la scrutò intensamente, catturando i suoi occhi, ricercandovi un'ombra di dubbio o di paura che non trovò. Allora fece un passo verso di lei e la sollevò tra le braccia. Emily gli cinse i fianchi con le gambe e si aggrappò alle sue spalle come se temesse che potesse scomparire da un momento all'altro, affondando il viso nell'incavo del suo collo e stringendosi forte a lui. Quel contatto la fece sentire finalmente al sicuro, protetta, libera di lasciarsi andare.

Sentì Dave che la portava in camera, l'adagiava sul letto e si allontanava per togliersi vestiti; fece per copiarlo, ma lui non glielo permise.

"Voglio essere io a farlo" le disse semplicemente e lei acconsentì.

Ogni suo tocco fu una carezza, ogni bacio una richiesta di perdono per quello che aveva subito e che lui non era riuscito a evitare e ogni parola sussurrata una dichiarazione d'amore.

Per Dave il contatto con la pelle nuda di Emily, il suo profumo che gli riempiva i polmoni come aria fresca e i suoi gemiti in risposta alle sue mani, che scorrevano instancabili lungo il suo corpo, furono estasi pura. In quel momento nulla aveva importanza tranne lei. Gli aveva chiesto di amarla ma lui non voleva solo regalarle piacere, voleva farle capire quello che erano stati: un solo corpo, un solo respiro, un solo battito e potevano esserlo ancora.

"Ti amo!" gli disse Emily quando all'alba si rannicchiò tra le sue braccia appagata e felice.

"Cosa?!" Dave non era sicuro di aver capito bene le sue parole.

"Ieri sera mi hai chiesto cosa provo per te e la mia risposta è questa: ti amo. Ti amo di un amore nuovo, di un amore rinato dalle ceneri di me stessa, che tu hai saputo rendere fertili, ti amo con tutto il mio cuore e con tutta la mia anima, che tu hai saputo curare. La mia mente non ricorda il nostro amore, ma io so, sento di appartenerti come tu appartieni a me!"

Lui rimase in silenzio stringendola più forte, accarezzandole dolcemente la schiena.

"Ho avuto paura, Emily... Per la prima volta nella mia vita ho avuto davvero paura! Quando Andrew ti ha portato via, ho cercato di reagire, di rimanere lucido e di ricorrere a tutto quello che avevo imparato negli anni di servizio nell'FBI. Ma quando guardavo Tommy negli occhi mi sentivo morire... Cosa avrei fatto se tu non fossi tornata? Cosa avrei raccontato a nostro figlio?Poi sei stata rilasciata e io ho ripreso a respirare credendo che tutto fosse finito, ma mi sbagliavo, perché quella donna che mi guardava terrorizzata, che non riconosceva il sangue del suo sangue non potevi essere tu. E la paura di non ritrovarti si è ripresentata più forte che mai. Mi sentivo impotente: vedevo quanto soffrivi, ma non riuscivo a trovare un modo per aiutarti... Ho creduto che non ci fosse più un futuro per noi ed ero pronto a lasciarti andare... Ma tu hai lottato e di nuovo hai trovato la strada per tornare da me, da me e da nostro figlio. Ti amo Emily, ti amo di un amore che ha conosciuto la disperazione, la paura della perdita, la rassegnazione, ma proprio per questo, ora, è più forte che mai. Non ha importanza se la tua mente non ricorda, ti aiuterò io a ricostruire il tuo passato. Ciò che veramente conta è il tuo cuore e quello non ha dimenticato!"

"Mi dispiace di aver dubitato te."

"Non è stata colpa tua... Proviamo a dimenticare Emily e a guardare avanti, a tutte le cose belle che ancora ci aspettano, che ne dici?"

"Mi trovi perfettamente d'accordo capitano Wilson!"

Lui la scosto leggermente per guardarla meglio: "Sei proprio sicura di non ricordare niente?" le chiese.

"Purtroppo no... Perché me lo chiedi?"

"Bé mi chiamavi capitano Wilson solo in due circostanze: quando eri arrabbiata, oppure quando volevi provocarmi e non sembra che tu adesso sia arrabbiata, per cui..."

"Capitano stai parlando troppo, mentre dovresti agire" lo prese in giro maliziosamente Emily lasciandogli una scia di baci sul petto e accarezzandolo teneramente.

Dave non se lo fece ripetere: "Ai tuoi ordini!" rispose prontamente passando dalle parole i fatti.

IDENTITA' NEGATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora