CAPITOLO 18

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 "Come sto?" chiese allegra Jennifer facendo una piroetta su se stessa.

"Sei bellissima... Come al solito d'altronde, anche se io ti preferisco in abiti... come dire... più essenziali?!" le rispose Dave prendendola tra le braccia e lasciandole un bacio veloce sulla punta del naso.

"Sei sempre il solito!" scherzò lei per poi aggiungere "E' meglio se ci sbrighiamo o faremo tardi. Ti spiace prendere il regalo che ho preso per mia madre? E' di là in soggiorno, in una custodia marrone. Non puoi sbagliare. Io intanto metto un po' di rossetto sulle labbra e sono pronta!"

"D'accordo, vado..." rispose Dave per poi chiedere incuriosito: "Cos'è?"

"E' un dipinto, o meglio, uno schizzo a carboncino."

"Non sapevo che tua madre fosse appassionata di pittura."

"Mia madre adora andare ai mercatini dell'usato, alla ricerca di oggetti unici e particolari e alcuni mesi fa ha scoperto quest'artista di cui si è innamorata. A casa ha altri suoi lavori... Ma aprilo, se vuoi, così mi dici cosa ne pensi" lo invitò Jennifer, raggiungendolo alle spalle.

Dave fece scorrere lentamente la zip della custodia e poi sfilò il quadro lasciandola cadere a terra.

Appena lo vide si sentì mancare e una serie d'immagini attraversarono la sua mente, come lampi di luce improvvisi che lo accecarono.

Si rivide sulla soglia della camera del cottage, mentre osservava Emily disegnare. Era la prima mattina dopo il loro arrivo, e lei aveva preparato una ricca colazione, che lui aveva disdegnato preferendo andare a correre. Quando era rientrato, ero andato da lei per scusarsi e l'aveva trovata lì, davanti alla finestra spalancata della sua stanza, che stava ritraendo il paesaggio... quel paesaggio che ora aveva davanti agli occhi.

Sentì Jennifer accanto a lui che lo chiamava preoccupata: "Dave, tesoro, che ti succede? Ti senti bene? Sei impallidito all'improvviso..."

"Sì, sì, sto bene, stai tranquilla."

"Siediti un attimo... Ti porto un po' d'acqua."

Fece come gli aveva detto e, mentre lei era in cucina, riprese in mano il quadro, cercando con lo sguardo la firma dell'autore.

Nell'angolo in basso a destra scorse una piccola "R". La sua confusione crebbe: come poteva essere? Quello schizzo era di Emily senza alcun dubbio... Poi gli venne in mente che, forse, usava uno pseudonimo..."

"Tieni bevi!" gli ordinò Jennifer che era tornata, porgendogli un bicchiere. Dave lo prese e bevve alcuni sorsi.

"Ascolta, se non te la senti possiamo annullare la cena... Mia madre capirà."

"No, assolutamente no! Sto già meglio. Si è trattato solo di un calo di zuccheri. Può capitare dopo un allenamento. Mangiare qualcosa mi aiuterà, vedrai. Forza, ora andiamo e sorridi, ti prego."

-----°-----

"E così tua madre ha altri disegni di quest'artista sconosciuto" disse Dave, mentre in auto raggiungevano l'abitazione dei genitori di Jennifer.

"Sì, te l'ho detto. Lei ama girovagare per i mercatini, tra le bancarelle degli ambulanti e per puro caso si è imbattuta in questi schizzi. Se ne intende un po' di pittura ed è rimasta colpita dal tratto delicato e preciso che, secondo lei, denota una profonda sensibilità. Ma se ti piacciono tanto, chiedile di mostrarteli."

"Pensi che non le dispiacerà?"

"Assolutamente! Anzi rimarrà contenta. Condividere le sue passioni con qualcuno che dimostra il suo stesso entusiasmo, le farà un grande piacere... Senza contare il fatto che la persona in questione è il suo futuro genero! Piuttosto, non sapevo che ti interessassi d'arte..."

"Bé non sono proprio quello che si può definire un intenditore, ma devo ammettere che quel disegno mi ha colpito davvero. Quando l'ho visto ho avuto l'impressione di trovarmi anch'io lì davanti a quella finestra spalancata a osservare il paesaggio fuori."

Durante tutta la cena Dave fece fatica a controllare la propria inquietudine. Partecipò solo a sprazzi alla conversazione e mangiò svogliatamente, senza in realtà assaporare nulla di quello che aveva nel piatto.

Finalmente arrivò il momento che tanto attendeva: la consegna del regalo alla madre di Jennifer.

La donna, al pari di quello che aveva fatto Dave, liberò il quadro dalla sua custodia per poi lasciarsi andare a un'esclamazione di autentico stupore.

"Davvero, cari, non ci posso credere! Siete riusciti a trovare un'altra opera di questo artista che mi ha catturato il cuore... Ma come avete fatto?"

Fu Jennifer a rispondere: "A dir la verità è stato proprio un colpo di fortuna. Il quadro era già stato venduto ma l'hanno riportato indietro perché non si intonava con l'arredamento, e io mi trovavo proprio lì. Sapendo quanto ti piacciano questi disegni ho pensato di acquistarlo io e di regalartelo per il compleanno."

"Oh tesoro, hai fatto benissimo."

"Ma perché è così sorpresa?"chiese Dave, che non capiva la sua incredulità.

"Vedete" spiegò la donna "era da un po' che andavo alla ricerca di altri schizzi di R senza riuscire a trovarne. Il commerciante, che di solito me li vendeva, mi aveva detto che l'artista non si faceva vedere da parecchio tempo e che, purtroppo, non sapeva come rintracciarlo."

"Potrei vedere gli altri quadri che ha comprato?" chiese ancora Dave.

"Certo, vieni ... Sono tutti nello studio."

Appesi alla parete c'erano altri tre schizzi di Emily.

Dave si avvicinò lentamente a osservarli, quasi trattenendo il respiro.

Due di questi erano paesaggi, che lui non aveva mai visto prima, l'altro erano due mani con le dita intrecciate: le loro mani, le loro dita.

"Questo mi piace in maniera particolare" disse la madre di Jennifer al suo fianco "l'ho preso pensando a voi. Trasmette amore, un amore autentico e proprio per questo volevo donarvelo per il matrimonio... Che ne dici? "

Dave non rispose ma rimase a fissare ipnotizzato quell'immagine tornando con la mente a quel giorno...

IDENTITA' NEGATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora