12 - Onnipresente esistente ragazza

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"Avanti" disse l'ubriaco, continuando ad avvicinarsi e mettendomi con le spalle al muro "fammi vedere la tua bella borsa"

Il suo viso si era fatto così vicino che potevo sentire il suo disgusto alito alcolico, così con dei cauti movimenti, avvicinai la mano destra alla borsa che era appesa alla mia spalla sinistra.

"Ehi" una voce tuonò dal fondo del vicolo mentre la luce del sole cominciava a rischiarare anche quel maledetto cubicolo nel quale mi ero malauguratamente infilata.

Che idea di merda.

Mi voltai di scatto, seguita dai due uomini e vedemmo un ragazzo in controluce che avanzava verso di noi, fermandosi a pochi passi dall'uomo che fumava. Era alto e aveva le spalle larghe e, quando finalmente misi a fuoco il suo viso, quasi mi mancò il fiato: Lorenzo!

La sue espressione era dura, la fronte ricoperta dai capelli ricci biondi, gli occhi ridotti a due fessure, le labbra strette in una linea severa.

"Cosa vuoi, amico?" gli chiese l'uomo con la sigaretta, con molta tranquillità, come se non fosse strana la situazione nella quale ci trovavamo.

"Cosa state facendo alla ragazza?" domandò di rimando Lorenzo, puntando gli occhi su di me.

"Niente, stiamo solo parlando" rispose con tranquillità l'uomo di fronte a lui, ma notai dal suo profilo che stava sorridendo in maniera tutt'altro che simpatica.

La situazione non stava migliorando.

"Sembra terrorizzata, lasciatela andare o chiamo la polizia" sentenziò Lorenzo, facendo un passo verso di me, ma l'uomo che fumava lo imitò e gli si pose davanti nuovamente.

Lorenzo lo minacciò con lo sguardo, potevo sentire la tensione anche da questa distanza, mentre l'uomo ubriaco continuava a starmi davanti, traballando un po', ma mantenendo la sua posizione. Nella mia testa cominciarono a risuonare le parole che mi ero ripetuta davanti allo specchio: non ero debole.

"Vattene, amico" ribatté l'uomo che fumava "non sono affari tuoi"

La mascella di Lorenzo si contrasse e vidi che la sua mano si stringeva a pugno, ma fui improvvisamente distratta dall'ubriacone di fronte a me, il quale allungò una mano e toccò la pelle costosa della mia borsa, facendomi spalancare gli occhi.

Non ero debole...

Feci un respiro profondo e, con un rapido movimento della mano, estrassi uno spray al peperoncino dalla borsa e lo puntai sugli occhi dell'uomo di fronte a me, inondandogli il viso di quella sostanza pruriginosa.

L'uomo gridò per il fastidio e si portò le mani sulla faccia, indietreggiando instabile.

Ero così arrabbiata per quanto stava succedendo che quella punizione non mi bastava, così senza pensarci troppo, sollevai una gamba e colpii con forza con il ginocchio i genitali dell'uomo, il quale urlò ancora più forte per il dolore e si accasciò a terra.

Il tutto successe talmente velocemente che il fumatore non fece in tempo a realizzare la situazione, ma fortunatamente Lorenzo aveva i riflessi pronti e con un movimento deciso assestò un pugno sul viso dell'uomo di fronte a lui, facendolo crollare a terra dolorante.

Mentre i due malviventi si rotolavano sull'asfalto, io strinsi forte la presa sullo spray e corsi in direzione di Lorenzo, con la mano libera afferrai il suo polso e in un soffio gli gradai: "Andiamo"

Lui si lasciò trascinare via senza dire nulla e corsi fino a raggiungere una piazza abbastanza distante, con molta più gente rispetto a quello stupido vicolo.

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