Fissai le bollicine che si muovevano nel mio bicchiere, quando ad un tratto sentii qualcuno sedersi di fianco a me e, guardando da quella parte, notai che un ragazzo alto e con i capelli castani si era posizionato vicino.
"Ciao" mi salutò con un sorriso, sporgendosi leggermente in avanti.
"Ciao" risposi io, analizzandolo con attenzione. Aveva i capelli spettinati, gli occhi chiari, i denti leggermente ingialliti, le spalle larghe, ma il fisico non tanto atletico, anzi un po' appesantito.
Indossava una camicia bianca che aveva un bottone mancante, un paio di pantaloni scuri, stretti in vita da una cintura senza nessuna marca e delle scarpe nere che però erano rovinate sulla punta.
Quanto era trasandato...
"Sei un'amica di Chiara?" mi chiese per avviare una conversazione che avrei volentieri fermato sul nascere.
"La sua coinquilina" specificai, tornando a guardare davanti a me e notando che sia Giulia che Guido erano spariti.
"Allora è davvero fortunata" commentò il ragazzo con un'espressine maliziosa sul volto.
Gli risposi con una smorfia che avrebbe dovuto fagli capire ciò che stavo pensando, ovvero che schifo, ma evidentemente non era una persona perspicace perché non si mosse, ma anzi continuò a parlare: "Ti posso offrire da bere?"
Sollevai le sopracciglia scettica e gli mostrai il bicchiere che avevo in mano: "Sono a posto"
"Ti offro qualcosa di più forte" mormorò lui e portò la sua mano sopra la mia gamba, con fare viscido.
Come osava questo stronzo toccarmi?
Lo fulminai con gli occhi e con uno scatto spostai la gamba dalla sua mano, la quale cadde nel vuoto, poi feci per rispondere a tono, ma ricordai le parole di Nicola di contare fino a tre.
Dal momento che non riuscivo a trovare nulla di decente da dire, mi limitai ad alzarmi e andai a sedermi dalla parte opposta, esattamente dove prima c'erano Giulia e Guido.
Vagai con lo sguardo per il locale, ma non c'era più traccia di loro, vidi solamente Chiara e Marco che ballavano in pista, ma non riuscii a starmene da sola per molto, perché poco dopo sentii nuovamente un movimento vicino a me e, girando la testa, vidi ancora il ragazzo di prima.
Oh cavolo, era insistente questo...
"Scusa se ti ho infastidito prima" disse, soffiandomi in viso una ventata di alcol che mi fece arricciare il naso.
"Lo stai facendo ancora" replicai tagliente, abbandonando qualsiasi proposito di essere educata.
"Sei così bella" mormorò lui, osservandomi da vicino e sollevando una mano per sfiorarmi la guancia, ma io mi ritrassi velocemente e mi alzai ancora una volta, allontanandomi da quel tavolo.
Prima di andarmene afferrai una bottiglia e la portai con me. Avevo bisogno di bere qualcosa per sopportare tutta quella tensione.
Mi feci largo tra la folla che si muoveva a ritmo di musica, finché non vidi un divanetto vuoto in un angolo, feci per sedermi, ma improvvisamente intravidi il ragazzo di prima che si dirigeva verso di me con un sorriso sbilenco.
Era di coccio proprio.
Sbuffai irritata e mi alzai, ricominciando a spostarmi tra le persone, ma ogni volta che giravo per controllare la situazione, era sempre qualche passo indietro rispetto a me.
Ma non aveva niente di meglio da fare che seguirmi?
Proprio quando stavo valutando l'idea di andarmene da quel posto frequentato da scocciatori, lo sguardo mi cadde su una porta socchiusa in un angolo del locale, attraverso la quale filtrava un raggio di luce.
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Scegli un biscotto della fortuna
RomanceAvete mai mangiato un biscotto della fortuna? Che frase avete trovato al suo interno? Victoria non ne aveva mai mangiato uno e anche se l'avesse fatto, avrebbe considerato la frase al suo interno come una stupida banalità. Nella sua vita ciò che c...