Ormai era matematico, quando gridavo, lui compariva. Forse era una specie di magia... no anzi, era una maledizione.
"Lasciamo perdere" commentai, facendo per rialzarmi, ma quando poggiai il piedi per far leva, sentii un dolore acuto e tornai ad accasciarmi.
"Ti sei fatta male?" mi domandò Guido, avvicinandosi di qualche passo.
"No" replicai velocemente per evitare di farlo venire ancora più vicino. Guido mi osservò perplesso e io mi affrettai a distogliere lo sguardo da lui, ma subito dopo me lo ritrovai di fianco.
"Alzati" ordinò con voce ferma, facendo passare una mano sotto al mio braccio per aiutarmi a tornare in posizione eretta.
Non ebbi altra scelta, con la sua forza praticamente mi sollevò da terra e finii in piedi un po' troppo vicino a lui. Quando provai a poggiare il piede una seconda volta, sentii nuovamente dolore, così lo tenni sollevato e leggermente nascono, in maniera tale che il ragazzo non potesse vederlo.
Non volevo passare con Guido più tempo del dovuto, non mi sentivo in me quando c'era lui nei paraggi e non era una sensazione piacevole.
"Grazie" mormorai e feci finta di sistemarmi i vestiti, abbassando la testa e evitando accuratamente di guardarlo, perciò Guido non aggiunse nulla e si avviò verso le scale.
Quando fece il primo passo sul gradino, si rese conto che ero ancora ferma dove mi aveva lasciato, allora girò la testa verso di me e chiese con sguardo interrogativo: "Non vieni?"
"No, io devo..." cercai una scusa per giustificare la mia permanenza in quell'atrio che non aveva assolutamente nulla, perciò la mia frase cadde nel silenzio.
Guido sollevò un sopracciglio, continuando a tenere i suoi occhi scuri puntati su di me e, chissà cosa diavolo mi facevano quali occhi, mi arresi. Sbuffai sonoramente e iniziai a zoppicare verso di lui, facendo attenzione a non poggiare troppo il piede che mi faceva male.
Guido continuò a guardami impassibile e aspettò che fossi arrivata alla base delle scale, con molta fatica, prima di chiedermi: "Ti serve aiuto?"
"No" risposi veloce, ero arrivata fino a lì, potevo benissimo raggiungere il mio appartamento senza dover essere soccorsa come una donzella in difficoltà.
Non volevo lui come cavaliere.
Poggiai una mano sulla ringhiera per darmi forza.
Non lo volevo!
Sollevai lo sguardo e malauguratamente i miei occhi si scontrarono con le pupille sicure di Guido, così magnetiche.
Non lo volevo...
Senti un battito accelerato del cuore, così mi affrettai a girare il viso e interrompere quel contatto, poi feci forza e poggiai il piede sano sul primo gradino, trascinandomi dietro il resto del corpo.
Notai che l'angolo della bocca di Guido si era sollevato e sul suo viso c'era un'espressione divertita.
"Cosa ridi?" gli domandai irritata, continuando la mia salita, con fatica, uno scalino dopo l'altro.
"Niente" ribatté il ragazzo che stava salendo la rampa di scale alla stessa velocità mia, ovvero sfiancante.
Dopo qualche minuto di silenzio, durante il quale si sentiva solamente il mio respiro sempre più affaticato, Guido si chinò leggermente verso di me e tornò a domandarmi: "Sicura che non ti serve aiuto?"
"Sono sicura..." replicai con poca convinzione, mentre tentavo di superare l'ennesimo gradino.
"Lo sai che non siamo neanche a metà rampa?" mi informò il ragazzo con tono ironico e quando alzai la testa per controllare la situazione, mi resi conto che aveva ragione.
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Scegli un biscotto della fortuna
RomanceAvete mai mangiato un biscotto della fortuna? Che frase avete trovato al suo interno? Victoria non ne aveva mai mangiato uno e anche se l'avesse fatto, avrebbe considerato la frase al suo interno come una stupida banalità. Nella sua vita ciò che c...