16. Ciò che il cuore vuole (Parte seconda)

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"There's a million reasons why I should give you up
But the heart wants what it wants"

The heart wants what it wants - Selena Gomez

Hermione dormiva pesantemente, raggomitolata sotto le coperte. Sognava castelli distrutti e amici scomparsi. Sognava degli occhi grigi che diventavano blu alla luce del sole, dei capelli così biondi da sembrare bianchi. Sognava un abbraccio, un bacio. Sognava una storia d'amore. Draco si avvicinò lentamente e si sedette sul bordo del letto carezzandole appena il viso. Non voleva svegliarla: sembrava così serena. Aveva, però, anche un'urgente voglia di parlarle, di dirle tutto ciò che aveva sentito. Voleva dirle che gli mancavano la sua voce e i suoi tocchi la notte, quando tutto diventava scuro, tutto riprendeva vita e i mostri del passato bussavano alla porta della sua mente. Voleva dirle, doveva dirle che si era sentito uno schifo, che la voleva con sé di nuovo, che voleva svegliarsi con i suoi capelli arruffati sul viso, che voleva sentire il suo piccolo corpo contro di sé. Doveva dirle che aveva un bisogno quasi vitale di stringerla e di baciarla. Doveva dirle molte cose.

Hermione sognava parole dolci che non aveva mai sentito, una vita tranquilla, i suoi genitori. Sognava di cercarli e trovarli, di abbracciarli di nuovo, di presentare loro la persona che amava. Sognava, come ogni ragazza, una storia normale. Una vita senza paura, senza distruzione, guerra o tradimenti, senza cicatrici e senza ricordi dolorosi. Nel momento in cui si svegliò e vide la realtà il suo viso perse la tranquillità di pochi attimi prima. La realtà era che i suoi genitori non sapevano di avere una figlia, lei non stava con nessuno, aveva perso amici, aveva partecipato ad una guerra e come ricordo ne aveva una cicatrice. Quando provò ad alzarsi lo vide: la guardava curioso, quasi tristemente.

-Buongiorno.

-Buonasera.- La corresse.

-Come preferisci, Malfoy.

-Hermione, io devo parlarti, davvero.

-Hai parlato abbastanza, secondo me.- Si mise seduta guardandolo.

-Herm, ti prego io...- Le parole si bloccarono in gola ma, vedendo che lei restava in attesa, silenziosa, si forzò a riprendere il discorso. -Mi manchi. Non sono bravo in queste cose, pensavo tu lo sapessi, pensavo che avresti potuto capire, che avresti provato a restarmi accanto. Hai ragione, non lo merito, non merito te e nessuna delle tue attenzioni ma ne ho bisogno.- Si concesse un attimo di respiro prima di riprendere, quasi più convinto di prima. -Ti prego, resta con me. Posso provare a far andare le cose meglio, posso provare a essere più'... più attento, credo.

-Malfoy.- Lo guardò ancora assonnata lei, cercando di fare mente locale.

Draco abbassò lo sguardo a quell'appellativo. Non avrebbe dovuto aspettarsi nulla, in fondo l'aveva ferita. Ora era tornato a essere solo "Malfoy" per lei. Non osò più parlare.

-Io voglio cercare i miei genitori. Dovrò viaggiare, non potresti spettare, servirebbe a fare solo più male.- Le parole della riccia lo sorpresero, non erano un "no".

-Fino a che non partirai, ti prego.- Insistette lui, alzando gli occhi nei suoi.

La ragazza affrontava una lotta interna fra mente e cuore, lo voleva stringere, voleva respirare il suo profumo, il cervello analizzava tutto e ribatteva che una volta partita l'avrebbe tradita. Sapeva che il cervello aveva ragione, sapeva anche che, però, poteva tentare comunque. Poteva tentare di tenerselo accanto, aveva gia' deciso che non lo avrebbe lasciato andare via. Non lo avrebbe lasciato via fino a quando sarebbe partita, poi la scelta sarebbe stata sua e non aveva intenzione di sopportare ancora molto i suoi atteggiamenti. Lo guardò di nuovo prima di baciargli l'angolo della bocca e sentirsi sollevata di peso e stretta fra le sue braccia.

-Resterai?- Il mago indagò cautamente.

-Per un po'.- Acconsentì lei, dedicandogli un sorriso.

Draco annuì e la baciò delicatamente, cercando di farle capire quanto avesse provato quei pochi giorni senza di lei, quanto aveva fatto male la sua lontananza. Fu un primo vero bacio. Il tempo si fermò per qualche secondo, il tramonto sembrava durare all'infinito negando la freschezza delle notti d'estate. Non successe altro, solo un lungo bacio in cui si scambiarono sentimenti contrastanti, sentimenti che bloccavano ma incoraggiavano insieme, sentimenti che provavano per la prima volta e che non sapeva ancora interpretare perfettamente. Neanche Hermione, con tutti i libri che aveva letto, non aveva mai immaginato tutto ciò che stava provando, sentendo.

***

Hermione stava spolverando la biblioteca; era salita sul tavolo rotondo, di legno, per arrivare agli scaffali più alti. Quando scese si concesse una sbirciatina fuori dalla finestra: nella piscina un ragazzo, con un costume verde smeraldo, si stava allenando a trattenere il fiato. Lo vedeva riemergere dopo intervalli di tempo sempre più lunghi. Rimise poi i libri che aveva tirato fuori in ordine seguendo grandezza, ordine alfabetico e data di pubblicazione. Dopo aver finito sussultò, qualcosa di freddo e bagnato l'aveva stretta e le baciava il collo.

-Sei fradicio!- Urlò sconvolta, cercando di allontanarlo.

-E quindi?- Sussurrò lui sulla sua pelle senza fare nemmeno un passo indietro.

-Sei in una biblioteca.- Gli ricordò, dando per scontato il motivo del suo disappunto. -Piena di libri, libri fatti di carta.- Indicò i scaffali poi vedendo che non aveva intenzione di schiodarsi.

-Ah-ah.- Ma lui, incurante, continuava a baciarle il collo cullandola dolcemente.

-Potresti rovinarne qualcuno.- Mormorò lei anche se ormai non si opponeva più.

-Non succederà.- La rassicurò.

La prese poi per i fianchi facendola sedere sul tavolo rotondo, riprendendo a baciarla e sentendo poco dopo le sue braccia allacciarsi al proprio collo. La strinse a sé prima di farla stendere sulla superficie liscia e fredda in modo da provocarle un brivido che le percorse tutta la schiena. Fece poi scorrere la mano lungo il suo profilo cercando l'orlo del vestito, giallo pastello, per tirarlo lentamente facendolo risalire fino alle cosce per accarezzarle.

-Draco, siamo in una biblioteca e sei fradicio.- Disse di nuovo, ma senza convinzione.

-Fra poco lo sarai anche tu.- Sussurrò il biondo. -La porta è chiusa, magia.- Le assicurò in seguito.

-Non possiamo...- Lei lo guardava mordendosi un labbro.

-Perché no? C'è tutto quello che serve: una superficie, la donna perfetta e questo.- Indicò la piccola bustina che era apparsa fra le sue lunghe dita. -Altre perplessità?

La riccia si lascio andare, negando poi con un cenno della testa prima di baciarlo. Non servì molto tempo per togliere il vestito, ormai completamente bagnato, di Hermione. Le sue mani carezzavano le braccia del ragazzo risalendo sulle spalle e riscendendo sulla schiena. Sentiva le sue mani possenti carezzarla, percorrerla lentamente, delicatamente ma inesorabilmente. Sentì i primi gemiti che le sfuggirono quando una mano si fermò sul seno e ne sentì altri mentre l'alta mano constatava la prima supposizione fatta da lui. Non era più solo lui quello bagnato.

Fu naturale e dolce. Sentirlo dentro di sé, sopra di se. Sentire il suo respiro affannato, la sua voce soffocata dai gemiti. Rendersi conto che, se avesse sentito quello che avrebbe sentito, era anche merito suo. Lo baciò più volte, sebbene senza fiato. Non aveva bisogno di aria, nessuno dei due ne aveva bisogno. Sentì il proprio nome fra una nebbia di sensazioni e di emozioni e risposte appena, cercando di concentrarsi su loro due, su quanto le era mancato. Quando lo guardò di nuovo gli carezzo il viso senza dire nulla, senza poter dire nulla. Si lasciarono andare insieme e le loro voci si mescolarono come i loro corpi. Era la prima volta che facevano l'amore.

Difficile Ma Non Impossibile - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora